Malattie infettive (Influenza, Legionellosi, TBC)

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 25/03/2010
    Influenza
    In Italia l’influenza rappresenta un importante problema di sanità pubblica causando ogni anno epidemie stagionali che colpiscono il 5-10% della popolazione. In quest’ambito, sono state avviate diverse tipologie di intervento come l’emanazione della “Circolare annuale per la prevenzione ed il controllo dell’influenza stagionale” e le attività di sorveglianza.
    L’attività di sorveglianza epidemiologica dell’influenza e delle malattie respiratorie acute simil-influenzali è stata avviata per fornire informazioni sull’andamento epidemiologico delle infezioni a carico dell’apparato respiratorio agli organi nazionali e internazionali competenti. A partire dal 2000, il monitoraggio clinico, epidemiologico e virologico dell’influenza e delle malattie simil-influenzali è diventato istituzionale (Conferenza Stato-Regioni, 28 settembre 2000). Il sistema di sorveglianza, denominato InfluNet, è identico ad analoghi sistemi di sorveglianza presenti in Europa e offre garanzie di continuità e di uniformità della rilevazione. Il sistema InfluNet, basato sulla definizione di caso dell’Oms, è attualmente attivo in 11 stati dell’Unione Europea e in 7 nazioni non ancora aderenti all’Unione e si propone di costituire una base di dati per valutare in modo comparativo l’incidenza dell’influenza nel corso degli anni.
    Specifiche convenzioni sono state stipulate per la conduzione di diversi progetti per la sorveglianza epidemiologica dell’influenza e delle infezioni respiratorie acute febbrili e per il potenziamento della rete di sorveglianza virologica dell’influenza umana, con particolare riguardo per alcuni laboratori del network, per l’implementazione della diagnostica delle polmoniti virali.
    Il sistema di sorveglianza, articolato in una sorveglianza epidemiologica e in una virologica, è coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie - CCM insieme all’Istituto Superiore di Sanità (Cnesps– Dmipi) e a Ciri-IV(UniGE),.
    In linea con l’Organizzazione mondiale della sanità, il CCM ha elaborato il Piano nazionale di preparazione e riposta ad una pandemia influenzale.

    Legionellosi
    La legionellosi è una malattia infettiva grave e a letalità elevata. L’incidenza della legionellosi in Italia nel 2006 è di circa 16 casi/milione di popolazione, con un aumento del numero dei casi pari al 6% rispetto all’anno precedente.
    La legionellosi è sottoposta a sorveglianza speciale che ha come obiettivo quello di:
    • monitorare la frequenza della malattia
    • identificare eventuali variazioni nell’andamento della malattia
    • identificare cluster epidemici dovuti a particolari condizioni ambientali.
    Per i casi di legionellosi è prevista la notifica obbligatoria in classe II e la notifica obbligatoria dei focolai in classe IV. Nel maggio 2000 sono state divulgate le linee-guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, nelle quali si aggiornavano i criteri di sorveglianza ad hoc (iniziata nel 1994) e si fornivano indicazioni in merito alla conduzione di indagini epidemiologiche su focolai epidemici e sui metodi di bonifica allora accreditati.
    Una specifica convenzione è stata stipulata per la conduzione di un progetto per la sorveglianza di laboratorio ed epidemiologica di legionella, tra il CCM e l'Iss (Dmipi –Cnesps).
    Con decreto dirigenziale del 21 aprile 2008 è stato istituito un gruppo di lavoro con il compito di aggiornare le precedenti linee-guida del 2000.

    Tubercolosi 
    La Tubercolosi polmonare rappresenta nel mondo un problema particolarmente rilevante di sanità pubblica, tanto da indurre l’OMS a sottolineare già da qualche anno la pericolosità dell’emergenza.
    Ogni anno nel mondo si registrano 2.000.000 di nuovi casi, 4.000 morti al giorno, con un terzo della popolazione mondiale infettata e, quindi, potenziale serbatoio di nuovi casi di tubercolosi.
    La situazione, già grave, viene ulteriormente aggravata dal fatto che l’immunodeficienza determinata dall’HIV sta determinando epidemie devastanti nei Paesi Africani e nell’Est dell’Europa, con la complicanza della multi resistenza di alcuni ceppi batterici e con la difficoltà nella sintesi di nuovi efficaci antibiotici.
    Ma nonostante la grave situazione mondiale, in Italia non esiste attualmente un serio rischio tubercolosi essendo la malattia ancora sotto controllo: ogni anno si registrano circa 5.000 casi dei quali, secondo i dati del 2006, il 53,8 % interessa persone nate in Italia ed il 46,2 % persone nate all’estero.
    Un recente documento dell’OMS riporta che in alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, la diagnosi è troppo tardiva.
    Tra le problematiche che andrebbero risolte vi è la possibilità di conoscere quanti pazienti siano testati per HIV tra quelli portatori di tubercolosi, così come sapere quanti pazienti siano portatori di ceppi resistenti. Maggiore attenzione dovrebbe essere dedicata all’azione di prevenzione nelle situazioni di rischio più significativo: nei soggetti HIV, nelle carceri e nelle persone a maggior disagio sociale.
    Nell’ambito dell’attività di prevenzione della tubercolosi, il Ministero ha condiviso il programma “Stop alla tubercolosi in Italia” con la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, approvato dalla stessa nella seduta del 17 maggio 2007.
    La finalità del predetto programma è la definizione ed adozione di un piano di sorveglianza e controllo della tubercolosi per raggiungere una serie di obiettivi utili a: ridurre l’incidenza della TBC in Italia, migliorare sia la capacità diagnostica della malattia che l’esito del trattamento e controllare il fenomeno della farmacoresistenza.
    Il Ministero ha, inoltre, finanziato un progetto, coordinato dall’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, finalizzato alla revisione delle raccomandazioni nazionali sul controllo della malattia, contenute nelle Linee Guida nazionali pubblicate il 18 febbraio 1998.
    Gli obiettivi specifici del progetto riguardano lo sviluppo di un documento per l’“Aggiornamento delle raccomandazioni per le attività di controllo della tubercolosi”, contenente indicazioni su: gestione dei contatti di casi TB attiva, interventi di terapia preventiva, gestione dei pazienti con TB attiva in ambito ospedaliero finalizzata alla prevenzione del contagio.
    Le raccomandazioni, contenute nel documento, possono contribuire a svolgere programmi efficaci di controllo nella popolazione, attraverso l’adozione degli interventi specifici previsti anche nell’ambito del predetto programma “Stop alla tubercolosi in Italia”.