Annegamenti

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 22/07/2024
    Annegamenti

    Secondo il Global Report on Drowning: preventing a leading killer(WHO, 2014) pubblicato nel 2014 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni ora di ogni giorno nel mondo più di 40 persone perdono la vita per annegamento. Gran parte di questi incidenti si verifica nei Paesi poveri dove non sono presenti sistemi di sorveglianza specifici e misure di prevenzione e dove le persone in gran parte non sanno nuotare. Ma i Paesi a più alto reddito non sono esenti da questo problema. L’Oms sostiene che nell’ultimo decennio, sono stati circa 2 milioni e mezzo i morti per annegamento nel mondo. Le vittime più frequenti sono stati i bambini tra 1 e 4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5 e 9 anni. Negli ultimi anni è diventata consistente la percentuale degli immigrati che muoiono per annegamento soprattutto perché non sanno nuotare. In Italia nel 2019, a seguito dell’autorevole richiesta dell’OMS, è stato istituito presso il Ministero della Salute l’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione.

    Nel nostro Paese ogni anno si contano:

    • centinaia di decessi per annegamento e ospedalizzazioni
    • migliaia di salvataggi

    Numeri che si possono ridurre individuando le cause degli annegamenti (negli ambienti naturali sono soprattutto malori, correnti, fondali irregolari, sport acquatici e cadute), i luoghi dove avvengono, le condizioni che li determinano. I dati sono contenuti nel primo rapporto sui lavori dell’Osservatorio pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (Rapporti ISTISAN 23/15).

    Cartellonistica e Segnaletica

    Sulla base delle informazioni sopra riassunte, l’Osservatorio raccomanda l’uso di una cartellonistica uniforme per tutto il territorio nazionale, coerente con i criteri europei ed internazionali, e che le bandiere, ad oggi utilizzate per indicare solamente i pericoli connessi alle condizioni meteomarine, vengano regolamentate e collocate nelle aree di balneazione sorvegliate. Inoltre l’Osservatorio ritiene che si debba procedere ad una loro standardizzazione sul territorio nazionale, auspicabilmente introducendo un sistema di tre colori, come quelli utilizzati nei semafori della segnaletica stradale, e in piena analogia alla prassi presente in tutta Europa, con significati univoci e chiari:

    • verde: condizioni meteomarine buone: la spiaggia è priva di pericoli particolari
    • giallo: condizioni meteomarine preoccupanti: si può fare il bagno con attenzione
    • rosso: condizioni meteomarine pessime: divieto di balneazione

    Classificazione degli annegamenti

    Gli annegamenti in aree di balneazione marine possono essere classificati in cinque tipi diversi:

    1. annegamento non nuotatore: la vittima non sa nuotare e si trova improvvisamente in acqua fonda
    2. annegamento improvviso: un malore provoca la perdita di coscienza, la sommersione della vittima, l’occlusione delle vie respiratorie
    3. annegamento di nuotatori(o ritorno impedito): quando, pur sapendo nuotare e in buona salute, un ostacolo impedisce ad una vittima di tornare a riva
    4. annegamento per caduta: la vittima non si trova originariamente in acqua, ma vi cade dentro o vi è trascinata da un’ondata
    5. annegamento durante l’attività di uno sport acquatico praticato con una attrezzatura specifica (surf, kite surf, canottaggio, ecc.).

    Consigli utili

    Durante la stagione estiva, è perciò fondamentale, per chi va al mare, al lago o in piscina seguire alcuni consigli per prevenire gli annegamenti:

    1. Immergersi preferibilmente in acque sorvegliate dove è presente personale qualificato in grado di intervenire in caso di emergenza.
    2. Evitare di immergersi in caso di mare mosso o in prossimità di specchi d'acqua dove sono presenti correnti di ritorno. È essenziale essere consapevoli delle condizioni del mare prima di immergersi.
    3. Osservare attentamente la segnaletica e seguire le indicazioni dei sorveglianti. Questo può aiutare a identificare zone pericolose e comportamenti da evitare.
    4. Educare i bambini all'acquaticità fin da piccoli. Insegnare loro a nuotare e a comportarsi in acqua in modo sicuro può ridurre in maniera significativa il rischio di incidenti.
    5. Evitare di tuffarsi in acqua repentinamente dopo aver mangiato o dopo un'esposizione prolungata al sole.
    6. Evitare tuffi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata.

    Il Bagnino di Salvataggio

    Il Bagnino di Salvataggio in acque interne e mare (BDS) non è figura sanitaria, bensì un Soccorritore Non Sanitario Professionale (SNSP) o professionalmente esposto, intendendosi con questo la probabilità statisticamente superiore di incontrare una vittima. Il BDS, come soccorritore, ha il vantaggio di essere già sul luogo dell’emergenza. Ciò comporta una sensibile riduzione dei tempi d’intervento (soccorso immediato e intervento delle Autorità Sanitarie) che si traduce in una riduzione del cosiddetto “tempo critico” all’interno del quale è possibile un recupero completo (anche neurologico) di una vittima. Il BDS, esercita una professione regolamentata in quanto soggetta non solo a precise caratteristiche formative, ma anche alla rigorosa coerenza con aspetti normativi istituzionali (legislazione corrente, ordinanze delle Capitanerie di Porto, indicazioni/circolari ministeriali del Ministero della Salute, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e altri). Il BDS, al di là dei compiti principali inerenti al salvataggio e al soccorso, è una essenziale figura di riferimento per l’utenza balneare per quanto concerne l’attività di:

    • previsione e prevenzione: conoscenza dei fattori di rischio intrinseci ad una area di balneazione e dell’area di influenza del proprio servizio (tipo di fondale, presenza di scogli o di opere sommerse, correnti, morfologia delle onde,rip current, ecc.) o variabili in base a mutamenti delle condizioni meteo marine
    • interazione costante con i bagnanti: dissuasione dai comportamenti inadeguati o pericolosi; promozione e informazione delle regole di corretta balneazione, nel rispetto delle Ordinanze di sicurezza balneare emanate dalle Capitanerie di Porto, dagli altri provvedimenti emessi dalle Autorità Competenti e più in generale dei criteri generali di esperienza
    • assistenza alle fasce deboli della popolazione balneare: bambini, anziani, disabili.