4.5. Abuso di sostanze stupefacenti o psicotrope

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 18/12/2014

    L’abuso di sostanze stupefacenti, alcol incluso, e gli stili di vita connessi rappresentano un problema di salute pubblica, sia per gli effetti diretti sui soggetti consumatori sia per la popolazione generale non direttamente esposta. Sono prioritari una maggiore concertazione e un maggiore coordinamento degli obiettivi fra tutte le Istituzioni centrali, regionali e locali, pubbliche e private accreditate coinvolte al fine di rendere più efficaci le politiche di contrasto all’abuso di sostanze. Relativamente alle sostanze d’abuso (alcol escluso) nel corso del 2012 sono stati presi in carico, dai SerD, 164.101 pazienti, con una copertura dei Servizi superiore al 90%. La sostanza d’abuso più diffusa è l’eroina (74,4%), seguita dalla cocaina (14,8%) e dai cannabinoidi (8,7%). Il tempo medio di latenza stimato tra inizio uso e richiesta di primo trattamento è di 6,1 anni. Le patologie infettive correlate maggiormente presenti nei pazienti in trattamento sono l’infezione da HIV (prevalenza totale 8,3%), le infezioni da virus dell’epatite B (33,4%) e C (54,0%). Vi è una tendenza a non sottoporre ai test gli utenti in trattamento presso i Servizi per HIV, HCV e HBV. Nel 2012 i decessi droga-correlati sono stati 390 (Ministero dell’Interno). Per quanto riguarda l’alcol, nel 2012 sono stati presi in carico presso i presidi alcologici territoriali del SSN 69.770 alcoldipendenti (maschi 54.431; femmine 15.339), valore massimo finora rilevato per questo dato, con età media pari a 45,5 anni nei maschi e a 47,3 nelle femmine. I giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 9,1% dell’utenza totale, ma i nuovi utenti di questa classe di età sono il 13,7%.

    Nel 2012 le diagnosi ospedaliere per patologie totalmente alcol-attribuibili sono state 75.445, di cui 58.410 riferite a maschi e 17.035 riferite a femmine, con un tasso nazionale di ospedalizzazione pari a 113,3 per 100.000 abitanti, che conferma il trend discendente in atto a livello nazionale a partire dal 2002. Secondo le stime dell’ISS, nell’anno 2010 la mortalità alcol-attribuibile ha rappresentato il 3,96 % del totale della mortalità maschile e l’1,68% di quella femminile.