3.2. Sicurezza dei pazienti

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 02/12/2011

    La sorveglianza degli eventi sentinella (eventi avversi di particolare gravità che causano morte o grave danno al paziente) è un’importante azione di sanità pubblica, strumento indispensabile per la prevenzione e la promozione della sicurezza delle cure. Il Ministero ha avviato già dal 2005 il monitoraggio e l’analisi degli eventi sentinella. Con il DM 11 dicembre 2009 è stato istituito, nell’ambito del NSIS, il Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità (SIMES), che fa capo all’Osservatorio nazionale per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella (OsMES) presso la DG della Programmazione Sanitaria. Il monitoraggio degli eventi sentinella ha l’obiettivo di:

    • raccogliere le informazioni riguardanti gli eventi sentinella occorsi nel SSN;
    • analizzare i fattori contribuenti e determinanti per l’accadimento degli eventi;
    • elaborare raccomandazioni rivolte a tutte le strutture del SSN per ridurre il rischio di accadimento degli eventi stessi;
    • assicurare il ritorno informativo alle strutture del SSN e alle Regioni e Province Autonome.

    Nel novembre 2009 è stato pubblicato il Rapporto di monitoraggio degli Eventi sentinella, con i risultati di 4 anni di attività (settembre 2005-agosto 2009).

    In relazione alle segnalazioni di eventi avversi, il “Suicidio o tentato suicidio di paziente in ospedale” ha rappresentato l’evento più frequentemente segnalato (22,9%); la seconda categoria (17,1% di segnalazioni) è rappresentata da “eventi non classificabili”; l’evento “Morte o grave danno per caduta di paziente è la terza categoria (9,9%), mentre l’evento “Morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica” è pari al 4,2% del totale. L’esito “decesso” ha caratterizzato il 54,8% degli eventi segnalati. Più del 40% degli eventi è occorso nelle stanze di degenza, mentre il 25,7% si è verificato in sala operatoria. Rispetto al I Rapporto, pubblicato nell’ottobre 2007 riferito al periodo settembre 2005-febbraio 2007, emerge un progressivo miglioramento delle modalità di analisi degli eventi e nel 40,5% dei casi è stato individuato un Piano di azione per prevenire il ripetersi dell’evento; nella rilevazione precedente tale percentuale era del 20%.

    Per quanto attiene alla sicurezza della terapia farmacologica, si rileva che tra gli errori sono molto frequenti quelli legati all’uso dei farmaci cosiddetti “Look-Alike/Sound-Alike” ovvero “LASA”, acronimo che indica i farmaci che possono essere scambiati con altri per la somiglianza grafica e/o fonetica del nome. In questo campo è stato sviluppato uno specifico progetto “Farmaci LASA e Sicurezza dei pazienti” nell’ambito del quale è stato redatto un elenco di farmaci LASA disponibile sul sito web del Ministero.

    In accordo con il programma “Safe Surgery Saves Lives” dell’OMS, il Ministero ha provveduto alla traduzione e adattamento delle Linee guida OMS e della checklist per la sicurezza in sala operatoria. In particolare, per quanto attiene all’adozione del Manuale della sicurezza e della Checklist da parte delle aziende, si evince che circa il 90% delle aziende rispondenti alla prima rilevazione ha fatto propri tali documenti, il rimanente 10% delle aziende rispondenti non ha adottato il manuale e non dispone di una Checklist di sala operatoria. È opportuno sottolineare che laddove il Manuale o la Checklist vengono adottati, le aziende si attivano anche per il monitoraggio della loro implementazione a testimonianza dell’impegno e attenzione verso tali problematiche.

    Il Ministero ha reso disponibile sul proprio sito web una sezione dedicata, dove possono essere reperite le raccomandazioni già elaborate, ovvero che saranno successivamente rese disponibili, sulla base delle criticità emerse e delle esperienze internazionali. Inoltre, al fine di verificare modalità di implementazione a livello aziendale delle raccomandazioni, esse saranno oggetto di uno specifico programma commissionato dal Ministero all’AgeNaS, in collaborazione con le Regioni e Province Autonome.

    In Italia, il numero di casi registrati di infezioni correlate all’assistenza sanitaria appare da molti anni in linea con il trend registrato negli altri Paesi europei, con un’incidenza media tra il 4,5% e il 7% dei ricoveri (pari a 450.000/700.000 casi), con una mortalità dell’1%, a fronte dell’incidenza del 3,6% in Germania e del 13% in Svizzera.

    È già da tempo attestato da evidenze scientifiche che il 30% delle infezioni associate all’assistenza sanitaria è evitabile con l’adozione di semplici regole assistenziali, quali il lavaggio delle mani e la pulizia del paziente durante l’assistenza. Il 70% delle infezioni, invece, è causato da fattori quali lo stato clinico del paziente e l’insorgenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici utilizzati in pratica clinica.

    Dal 2006, il Ministero della Salute con il CCM ha attivato il progetto “Progetto Nazionale Cure Sicure”, con il nome di “Prevenzione e Controllo delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria”, che sotto la guida dell’Emilia Romagna ha coinvolto tutte le Regioni italiane. Tale progetto si è concluso nel 2008.

    Tale progetto ha coinciso con la campagna dell’OMS “Clean care is Safer Care”, che ha visto l’Italia partecipare come sito pilota nella diffusione e implementazione della pratica del lavaggio delle mani in 14 Regioni italiane, con diffusione di opuscoli informativi, brochure, allestimento di corsi, programmazione e valutazione dell’impatto della campagna sulla struttura sanitaria coinvolta.

    Dai dati raccolti è emerso che le Aziende hanno migliorato, rispetto a dati precedenti, le attività di sorveglianza e controllo sulle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, con buona diffusione delle attività nelle Aziende Ospedaliere che hanno partecipato al progetto, e soprattutto nel Nord Italia. Esiste una grande variabilità tra Regioni, che deve essere colmata, così come dovrebbero essere implementate le risorse per la formazione del personale addetto e le attività di sorveglianza.

    La prevenzione e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza è una delle azioni previste nell’ambito del PROQUAL, finalizzato a promuovere in modo sistematico e costante la qualità delle prestazioni.