2.8. Disturbi psichici

    Data di ultimo aggiornamento Aggiornato il 02/12/2011

    Tutti gli organismi internazionali hanno, in questi ultimi anni, promosso e sostenuto politiche di salute mentale inquadrate nel più generale ambito della sanità pubblica, di cui essa costituisce un asse portante.

    I dati Istat relativi agli anni 2009 e 2010 evidenziano una prevalenza “riferita” di disturbi mentali (classificati come “disturbi nervosi”) che è intorno al 4,3% per la popolazione totale e sale al 9,8% per gli ultrasessantacinquenni. Le donne registrano in genere un rischio più alto, quasi il doppio di quello maschile.

    I dati dell’Osservatorio Nazionale (OSMED) evidenziano che il consumo di antidepressivi nell’ultimo decennio (2000-2009) ha avuto un incremento medio annuo del 15,6%, con un aumento dal 16,2% di DDD per 1.000 abitanti del 2001 al 34,7% del 2009.

    I dati provenienti dal “Rapporto annuale sull’attività dei ricoveri ospedalieri – Dati SDO 2009”, relativi ai ricoveri ordinari per disciplina 40 (Psichiatria), mostrano che a fronte di un numero assoluto di ricoveri (120.800) il tasso di ricoveri ripetuti in psichiatria (41.111) risulta essere fra i più elevati (34,0).

    Infine, in base ai dati dell’indagine Istat sull’ospedalizzazione per disturbi psichici, i trattamenti sanitari obbligatori (TSO) mostrano un trend in leggera crescita negli anni 2005-2008, passando dal 4,16% del 2005 al 4,55% del 2008 sul totale delle dimissioni dei pazienti affetti da disturbi psichici. Il trend si conferma anche per l’analisi di genere, dove sono comunque presenti valori significativamente più elevati per il genere maschile. La classe d’età più rappresentata è quella 25-44 anni, per entrambi i generi.

    Le principali priorità (cfr. anche il paragrafo Tutela della salute mentale) per l’età adulta sono:

    • la promozione di attività di ricerca epidemiologica nel campo dell’eziologia;
    • l’agevolazione del ricorso tempestivo ai servizi per consentire una presa in carico precoce delle patologie più gravi, quali la schizofrenia e il disturbo bipolare;
    • la diffusione nel SSN dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali, basati sulle prove scientifiche di efficacia, in particolare in ambito psicoterapeutico e riabilitativo;
    • la previsione nei LEA di percorsi di cura esigibili costruiti sui bisogni di cura.

    Quelle per l’età evolutiva:

    • attuare programmi di prevenzione primaria dei disturbi mentali e di promozione della salute mentale fin dalle scuole materne ed elementari, con il coinvolgimento delle famiglie;
    • affrontare il tema delle emergenze-urgenze relative ai disturbi psichici in età adolescenziale;
    • favorire il raccordo e il coordinamento tra i servizi di neuropsichiatria infantile, i DSM e la rete complessiva della pediatria sostenendo la crescita di percorsi di continuità tra i servizi di neuropsichiatria infantile e quelli di psichiatria dell’adulto, accrescendo le competenze dei DSM e potenziando gli ambiti comuni di lavoro;
    • prevedere una revisione nei LEA nel campo della salute mentale dell’età evolutiva.