
Leucosi bovina enzootica (LEB)
Leucosi bovina enzootica (LEB)
Che cos’è
la Leucosi Bovina Enzootica (LEB) è una malattia infettiva e contagiosa, definita come una neoplasia maligna del sistema reticolo-endoteliale. Il 60% degli animali infetti è rappresentato da carriers asintomatici del virus; circa un terzo degli animali infetti sviluppa invece una forma di linfocitosi persistente; infine, solo una minima percentuale di capi infetti, generalmente adulti (4-5 anni di età), sviluppa forme tumorali linfoidi. La forma tumorale può essere preceduta dall’aumento numerico dei linfociti circolanti senza che le due fasi siano patogenicamente correlate e dipendenti (malattia bifasica). La linfocitosi persistente viene considerata una risposta benigna all’infezione, sebbene sul piano epidemiologico i bovini linfocitosici sembrano essere più pericolosi ai fini del contagio.
Diagnosi
I segni clinici in genere sono aspecifici
- inappetenza
- perdita di peso
- debilitazione progressiva
- talvolta sintomi neurologici
e, di regola, l’unico motivo di sospetto diagnostico è la presenza di linfonodi superficiali megalici e facilmente palpabili. Inoltre l’infezione da BLV danneggia gravemente il sistema immunitario dell’ospite, aprendo la via ad ulteriori infezioni secondarie. Le lesioni post-mortem sono di tipo proliferativo/nodulare, evidenziandosi istologicamente come massive infiltrazioni di cellule neoplastiche nei tessuti coinvolti. L'infezione da BLV determina una viremia permanente cui fa seguito, dopo un periodo variabile non inferiore a 10-15 giorni, lo sviluppo di anticorpi. Pertanto, le strategie di eradicazione della malattia si sono basate sullo screening sierologico, mediante la immunodiffusione in gel di agar (AGID) e, più recentemente, la ELISA.
L'AGID è caratterizzato da un'alta specificità mentre difetta di sensibilità, mentre la ELISA risulta essere più sensibile, nonché utilizzabile su campioni di siero e latte, anche allestiti in pool. Molti laboratori affiancano alle tradizionali metodiche sierologiche le recenti metodiche biomolecolari (PCR/Real Time PCR), sebbene esse non siano accettate come prove di riferimento per atti di polizia veterinaria.
Terapia e profilassi
Al momento non esiste un vaccino per LEB. In caso di sospetto, occorre darne comunicazione ai servizi veterinari competenti per territorio.
Prevenzione
Poiché il virus è presente nei linfociti circolanti del sangue periferico dei capi infetti, la malattia si trasmette essenzialmente per via orizzontale (sangue, colostro latte). Anche la trasmissione in utero è stata dimostrata, ma in una bassa percentuale di casi e con rischio maggiore per i vitelli che nascono da madri con linfocitosi persistente. Inoltre, il virus ha caratteristiche di resistenza piuttosto bassa: diffonde lentamente tra gli animali e viene facilmente inattivato nell’ambiente esterno ad opera di comuni disinfettanti. Pertanto, nelle zone indenni, la profilassi di tipo sanitario si basa su norme basilari di biosicurezza, da implementarsi soprattutto nelle situazioni considerate a rischio (mungitura, parto, somministrazione del colostro); queste, associate al controllo sierologico periodico dell’allevamento, rappresentano un efficace mezzo di prevenzione della malattia. Nei cluster di infezione, l’eradicazione si effettua attraverso l’abbattimento dei capi positivi e il controllo sierologico periodico di tutti gli altri presenti in allevamento. Fondamentale è l’implementazione di misure specifiche (per esempio, corretta identificazione, registrazione delle attività e controllo sanitario delle popolazioni bovine che praticano il pascolo brado in zone marginali e disagiate).