
Afta epizootica
Afta epizootica
Che cos’è
L’afta epizootica è una malattia virale estremamente contagiosa che colpisce gli ungulati. Tutti gli ungulati domestici sono suscettibili, inclusi bovini, suini, pecore, capre e bufali. Sono inoltre suscettibili tutti gli ungulati selvatici (cervi, antilopi, elefanti, camelidi…)
La trasmissione può avvenire attraverso il contatto diretto tra animali infetti e quelli suscettibili, il contatto diretto di animali sensibili con oggetti inanimati contaminati (mani, scarpe, abbigliamento, mezzi di trasporto…), il consumo, in particolar modo per la specie suina, di rifiuti di cucina contaminati non trattati, l’ingestione di latte contaminato (vitelli), l’inseminazione artificiale con seme contaminato, l’inalazione di aerosol infetto, attraverso il vento che, in determinate condizioni meteorologiche, è in grado di trasportare il virus a notevole distanza.
Caratteristiche di resistenza del virus:
- Agenti fisici
- resistente alla refrigerazione e al congelamento
- progressivamente inattivato da temperature superiori a 50°C
- inattivato da una temperatura a ‘cuore’ minima di 70°C dei prodotti per almeno 30 minuti
- resistenza in condizioni naturali
- sopravvive grazie all’essiccamento, ma persiste per giorni in sostanze organiche a temperature umide e fredde
- pu ò persistere nel foraggio contaminato e nell’ambiente oltre 1 mese, in base alla temperatura e alle condizioni di pH
- Resistenza in tessuti e materiali biologici
- sopravvive nei linfonodi e nel midollo osseo a pH neutro, ma è distrutto nei muscoli a pH <6.0 a seguito del ‘rigor mortis’
- sopravvive nei linfonodi e nel midollo osseo congelati
- residui virali possono permanere nel latte e nei prodotti a base di latte durante la regolare pastorizzazione, ma è inattivato dalla pastorizzazione ‘by ultra high-temperature’
L’agente eziologico è un virus della famiglia Picornaviridae, genere Aphtovirus.
Esistono in natura 7 tipi immunologici di virus aftosi:
- A
- O
- C
- SAT-1
- SAT-2
- SAT-3
- ASIA-1
Quando animali delle specie sensibili vengono messi a contatto con animali infetti, la trasmissione si verifica piuttosto rapidamente e negli animali esposti la sintomatologia clinica viene solitamente messa in evidenza in 3-5 giorni nei bovini ed in 4-9 giorni nei suini.
La malattia si trasmette per contatto diretto ed indiretto e l’infezione si può instaurare attraverso la via respiratoria (più comune nei ruminanti) o quella digerente (più comune nei suini).
Sintomatologia
Bovini:
durante la viremia si osservano sintomi di carattere generale come:
- febbre
- abbattimento
- anoressia
- arresto della ruminazione
- diminuzione della produzione di latte
In un paio di giorni iniziano le manifestazioni eruttive tipiche, che si evidenziano principalmente a livello di tre sedi elettive:
- bocca
- piedi
- mammella.
C’è ipersalivazione con saliva vischiosa, accompagnata da movimenti anormali delle labbra e della lingua, che provocano un rumore caratteristico “di suzione” o “di bacio”. Le vescicole sono presenti sulla lingua, sulla faccia interna delle labbra, sulle gengive, sul palato, sulla parte interna delle guance, a volte possono essere interessate anche la parte esterna delle labbra, il musello, le palpebre, la base delle corna e le orecchie. Le lesioni vescicolari sono presenti anche sulla cute della mammella, sul cercine coronario, nello spazio interdigitale. Quando le vescicole si rompono rimane al loro posto un’area erosa.
La localizzazione mammaria del virus può determinare micromastite.
Il virus,inoltre è in grado di colpire anche diversi organi, dando luogo a forme atipiche della malattia. Fra queste di rilievo la forma cardiaca, in grado di causare morte improvvisa, soprattutto negli animali giovani.
Suini:
il decorso e le manifestazioni cliniche sono simili a quelle dei bovini. Le lesioni vescicolari sono più frequenti sul grugno ed ai piedi. Le lesioni ai piedi possono essere così gravi da portare alla perdita degli unghielli e degli unghioni e la zoppia spesso costituisce il primo e più evidente sintomo.
Ovi-caprini:
la malattia assomiglia a quella dei bovini, sono abbastanza frequenti però le forme asintomatiche. Le lesioni buccali sono rare nella pecora e quando sono presenti assumono l’aspetto di aree erosive.
Diagnosi
Avviene tramite diversi esami di laboratorio (ELISA, fissazione del complemento, RT-PCR, sieroneutralizzazione virale, probang test …) su epitelio di vescicole integre (prelevando anche il contenuto liquido), epitelio di vescicole aperte, sangue, fluido oro-faringeo e/o saliva, cuore.
Terapia e profilassi
Nella UE vige il divieto di vaccinazione ai fini profilattici dal 1990, pur ricordando che sussiste la possibilità di ricorrere alla vaccinazione d’urgenza in caso insorgano focolai e dopo una valutazione della situazione che tenga conto di svariati fattori (vedi tabella).
La UE mantiene una delle più grandi ‘banche di antigene’ al mondo per la rapida preparazione di vaccino: l’Italia contribuisce a questo scopo con una banca antigene nazionale, che può essere attivata in caso di emergenza.
Fattori pro o contro la vaccinazione d’urgenza
Criteri | Decisione | |
A favore della vaccinazione | Contro la vaccinazione | |
Densità della popolazione di animali sensibili | Elevata | Bassa |
Specie prevalenti clinicamente affette | Suini | Ruminanti |
Movimenti di animali o di prodotti potenzialmente infetti in uscita dalla zona di protezione | Elementi di prova | Nessun elemento di prova |
Probabilità di diffusione del virus per via aerea dalle aziende infette | Elevata | Bassa o assente |
Vaccino idoneo | Disponibile | Non disponibile |
Origine dei focolai (rintracciabilità) | Sconosciuta | Nota |
Curva di incidenza dei focolai | Fortemente ascendente | Stabile o leggermente ascendente |
Diffusione dei focolai | Estesa | Limitata |
Reazione pubblica alla politica di abbattimento | Forte | Moderata |
Accettazione della regionalizzazione dopo la vaccinazione | Sì | No |