La carie è una malattia infettiva a carattere cronico-degenerativo ad eziologia multifattoriale. Colpisce circa l’80% della popolazione nei Paesi sviluppati e si forma per un iniziale processo di demineralizzazione dei tessuti duri dei denti (smalto, dentina), a causa della produzione acida della placca batterica presente sulle superfici dentarie.

I solchi e le fossette occlusali dei molari e dei premolari e i forami ciechi dei molari e degli incisivi superiori sono le zone dove la placca batterica si accumula e residua più facilmente determinando l’inizio della carie che, se non adeguatamente trattata, comporta l'interessamento progressivo degli strati dentari più profondi fino a coinvolgere il tessuto pulpare contenuto all’interno del dente.
La polpa, allora, va incontro a flogosi irreversibile con conseguente morte dei propri elementi cellulari (necrosi). La necrosi coinvolge il tessuto pulpare contenuto nei canali radicolari, con infiltrazione dell’essudato nel tessuto osseo circostante, gli apici dentari e/o le radici ed insorgenza di reazioni immunitarie a carattere infiammatorio acuto (ascessi periapicali o periradicolari) o cronico (granulomi apicali).
Queste infiammazioni possono manifestarsi con intensi "mal di denti", ascessi ossei alveolari periradicolari e gonfiori gengivali, talvolta, tumefazioni del volto.
Per  evitare la flogosi e la sintomatologia dolorosa, la distruzione dei tessuti duri e la eventuale perdita del dente è necessario, a seconda dell’estensione del processo carioso, rimuovere i tessuti infiltrati (smalto, dentina) e restaurare la cavità residua con un’otturazione, mentre, in caso di interessamento della polpa dentaria, si rende necessaria la terapia canalare (endodontica).

In relazione alla malattia cariosa i dati in possesso, misurati con l’indice DMFT (D=decayed, M=missing, F=filled, T=teeth), evidenziano che a 4 anni questo è pari a 0.81, con una grande componente di lesioni cariose in atto (20.61%), a 12 anni, il 43.99%dei soggetti è affetto da carie, con un DMFT 1.09 [0.65(D) sono le lesioni cariose in atto e 0.35(F) i denti con terapie restaurative già eseguite].

Terapia

Una volta rimossa la carie dentale dall’odontoiatra, con strumenti manuali e/o meccanici, sul dente residuano delle cavità che vanno trattate con otturazioni o con l’inserimento diretto di un materiale da restauro modellabile nella cavità ottenuta (intarsi).
Le otturazioni possono essere eseguite anche a seguito di traumi, usura dei tessuti dentari ed erosione; hanno durata variabile nel tempo. I materiali da otturazione più usati sono l’amalgama e i materiali compositi.
L’amalgama è una lega modellabile di argento, mercurio, e altri metalli come stagno, zinco e rame. Non aderisce al dente, ma è ritenuta meccanicamente dalla cavità, non è dello stesso colore del dente.
Il materiale composito è una combinazione di microparticelle solide miscelate con resine che si solidificano per autopolimerizzazione o mediante esposizione a una particolare luce. Aderiscono alle pareti del dente che vengono pre-trattate prima con acido e poi con resina liquida che serve a sigillare i margini della cavità e favorire la ritenzione del composito.
La durata del composito è legata a vari fattori, in primis il tipo di materiale e le modalità di applicazione (p.es., tecnica di stratificazione e utilizzo della diga di gomma).
Gli intarsi, invece, sono blocchi di materiale di varia natura (metallo, ceramica, composito) che vengono modellati in laboratorio utilizzando il modello ottenuto tramite l’impronta del dente appositamente preparato; vengono intimamente fissati al dente con resine o cementi vari.

Quando la malattia cariosa coinvolge il tessuto pulpare, si rende necessaria, oltre all’asportazione del tessuto duro del dente malato, anche l’asportazione della polpa dentaria contenuta nella corona del dente eseguendo la terapia canalare (endodontica).
Oltre che rimuovere la polpa dentale e i residui vitali o necrotici all’interno dei canali radicolari, si effettua la disinfezione e l'allargamento degli stessi con successivo riempimento con materiali più possibile inerti e biocompatibili al fine di evitare la proliferazione batterica all’interno del dente e nelle strutture periradicolari.
I denti sottoposti a terapia canalare devono essere ricoperti con appositi manufatti protesici o restauri coronali diretti al fine di evitare probabili fratture.
La corona (capsula) è una struttura in lega preziosa o in lega non nobile, rivestita con materiali vari (ceramica, resina, composito)che viene applicata sull’elemento dentario appositamente preparato, a scopo conservativo. Le corone sono, altresì, utilizzate su pilastri implantari a sostituzione di elementi dentari mancanti o fanno parte, sempre a scopo sostitutivo, di protesi "a ponte".


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Data di pubblicazione: 13 dicembre 2007, ultimo aggiornamento 9 marzo 2016

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