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Dalla loro scoperta, gli antibiotici hanno giocato un ruolo essenziale nel trattamento di numerose malattie infettive, contribuendo a migliorare significativamente lo stato di salute delle persone e degli animali. Questo miglioramento rischia, oggi, di essere vanificato dalla crescente diffusione di patogeni ad essi resistenti.

Negli ultimi anni, il fenomeno della resistenza risulta amplificato e accelerato dall'uso eccessivo e improprio, sia in medicina umana che veterinaria, degli antibiotici. Questi ultimi, esercitando forti pressioni selettive sulla popolazione microbica, possono produrre effetti deleteri sulla salute degli esseri umani e degli animali, a causa della perdita di efficacia delle terapie, con conseguente rischio di maggior gravità e diffusione delle malattie.

Rischi nel settore veterinario

L’utilizzo non corretto degli antibiotici in medicina veterinaria, oltre a comportare un aumento del potenziale rischio sanitario per gli allevatori, può essere responsabile della riduzione sia dell’efficienza degli allevamenti sia della sicurezza delle produzioni. Se da un lato, infatti, sono già noti il rischio di contaminazione ambientale, dovuto alla presenza di germi resistenti nelle deiezioni degli animali trattati, e il rischio diretto per veterinari, allevatori e addetti ai lavori di acquisire resistenza agli antibiotici attraverso l’esposizione protratta o ripetuta a essi (ad esempio, attraverso la preparazione di mangimi medicati), dall’altro, l’impatto che l’impiego di antimicrobici nel settore zootecnico ha sul rischio di trasmissione di batteri resistenti all’uomo, in particolare attraverso il consumo di alimenti di origine animale, necessita di ulteriori approfondimenti.

Approccio integrato e benessere animale

L’utilizzo prudente degli antibiotici, inoltre, non può che essere strettamente connesso all’applicazione di elevati standard di benessere in allevamento e di biosicurezza aziendale. Ne consegue che un approccio integrato al fenomeno dell’ABR rappresenta un elemento fondamentale per contrastarne l’insorgenza.

Azioni cardine in veterinaria

Tra le principali azioni in veterinaria ci sono:

  • sistema informatizzato di tracciabilità del medicinali veterinari, compresa la Ricetta elettronica veterinaria, obbligatoria dal 16 aprile 2019
  • sistema di Classy Farm per la categorizzazione del rischio all’interno degli allevamenti
  • attività di farmacosorveglianza
  • formazione degli stakeholders (medici veterinari, farmacisti, operatori)
  • linee guida per l’uso prudente degli antibiotici
  • finanziamento della ricerca in materia di antibiotico-resistenza in campo veterinario
  • partecipazione al progetto europeo ESVAC (sistema di sorveglianza europea sulle vendite di antimicrobici nel settore veterinario)

Per approfondire

immagine di un veterinario

Il settore veterinario concorre alla riduzione della frequenza delle infezioni da microrganismi resistenti agli antibiotici, prefissandosi obiettivi specifici in diverse aree di interesse. È ormai noto che l’uso prudente e responsabile degli antibiotici è essenziale per limitare la comparsa della resistenza antibiotica nel settore veterinario.

Secondo i dati ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption) in Italia, nel periodo 2010-2021, si osserva una riduzione del 58,8% delle vendite di antibiotici per animali produttori di alimenti che rimangono comunque elevate rispetto agli obiettivi di riduzione che il settore mira a raggiungere.

Un rafforzamento della sorveglianza delle vendite e dell’uso dei medicinali veterinari in generale, e di quelli contenenti agenti antibiotici in particolare, ha rappresentato uno dei punti di forza della strategia veterinaria, pienamente inglobata nel Piano Nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza - PNCAR 2017-2020, prorogato a tutto il 2021 con impegni governativi di riduzione di:

  • ≤ 30% consumo di antibiotici totali
  • ≤ 30% consumo di antibiotici somministrati per via orale
  • ≤ 10% consumo di Antimicrobici di Importanza Critica (Critically Important Antimicrobial - CIA)
  • consumo di colistina a un livello di 5 mg/PCU.

Risultati 2021

Facendo riferimento agli obiettivi ecco i target raggiunti riferiti all’anno 2016

  • riduzione del 41,1% del consumo di agenti antibiotici totali negli animali produttori di alimenti  
  • riduzione del 42,8% del consumo di agenti antibiotici da somministrare per via orale 
  • riduzione del 86,9% del consumo dei CIA 
  • riduzione del consumo di colistina a livelli di 0,65 mg/PCU.

Per approfondire:


Veterinario che visita una mucca

Ministero della salute

In linea con i principi del Piano d’Azione Globale sull’Antimicrobico-Resistenza (GAP) predisposto nel 2015 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e supportato da FAO (Food and Agriculture Organization) e OIE (World Organisation for Animal Health), il Ministero della salute si è dotato di un Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-resistenza (PNCAR) con un approccio "One Health", all’interno del quale si delinea anche la strategia veterinaria per la salute animale e la sicurezza alimentare.

Il Ministero della salute, in conformità con le linee di indirizzo della UE sul controllo dell’antibiotico-resistenza nel settore veterinario:

  • garantisce l’applicazione dei requisiti richiesti dalla legislazione europea nell’ambito dello sviluppo e della produzione dei medicinali veterinari contenenti sostanze antibatteriche
  • provvede all’implementazione dei foglietti illustrativi dei prodotti antimicrobici utilizzati in medicina veterinaria richiedendo l’inserimento di specifiche avvertenze atte a garantirne l’uso prudente; consulta Banca dati dei medicinali veterinari e il Prontuario dei Medicinali veterinari
  • sviluppa linee guida nazionali e fornisce orientamenti sull'uso corretto e razionale degli antibiotici; ne è un esempio il Manuale Biosicurezza e uso corretto e razionale degli antibiotici in zootecnia 
  • coordina le attività di raccolta dei dati sui volumi delle vendite e sull'impiego dei medicinali veterinari che trasmette all’EMA per il progetto ESVAC
  • predispone, coordina e supervisiona il Piano di  monitoraggio armonizzato sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonosici e commensali ed elabora annualmente una relazione: Relazione sulle tendenze e le fonti delle zoonosi, degli agenti zoonotici e della resistenza agli antimicrobica (decisione 2003/99/CE)
  • supporta le Associazioni di categoria nella predisposizione di piani volontari per l’uso responsabile degli antibiotici per la lotta antibiotico-resistenza in specifici settori produttivi
  • monitora le iniziative formative e divulgative per gli allevatori e i veterinari sull’uso consapevole degli antibiotici e dei chemioterapici promosse dalle Organizzazioni e dalle Associazioni degli allevatori e dei veterinari e promuove campagne di sensibilizzazione
  • Gestisce il Sistema informativo di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati (D.M. 8 febbraio 2019 e D.M.31 maggio 2022)

Sistema di farmacosorveglianza

Tracciare il medicinale veterinario, sia in termini di vendita - dal produttore al destinatario finale (allevatore, ambulatorio veterinario, ecc.) - che di impiego - dal medico veterinario alla somministrazione al singolo animale/gruppo di animali - permette di incrociare le informazioni per garantire un più efficace sistema di farmacosorveglianza e un quadro molto più preciso del reale consumo di agenti antibiotici (es. per tipologia di allevamento, ovvero per specie animale e tipologia di produzione). Ciò rappresenta uno strumento essenziale per una valutazione del rischio e di gestione del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, permettendo di intervenire in maniera quanto più mirata ed efficace per ridurne l’uso improprio degli antibiotici.

Istituti zooprofilattici

Gli Istituti zooprofilattici sperimentali, tra i vari compiti, si occupano di diagnosi delle malattie degli animali e di quelle trasmissibili all’uomo (zoonosi), rappresentando un importante supporto per il veterinario libero professionista, nell’ambito della sua attività clinica fornendo, su richiesta, servizi diagnostici specifici per la valutazione dell’antimicrobico-resistenza (antibiogramma). Presso l’IZS del Lazio e della Toscana è attivo il Centro di Referenza Nazionale/Laboratorio Nazionale di Riferimento (CNR-LNR) per l’antibioticoresistenza al quale afferiscono dal territorio le informazioni integrate di antibiotico-resistenza in agenti batterici di origine animale richieste dalle direttive comunitarie. 

Tali dati alimentano il database gestito dal laboratorio e vengono utilizzati per la produzione dei report annuali previsti dall’EFSA e per le altre esigenze nazionali.

Sul portale del Centro di Referenza Nazionale sono a disposizione dei medici veterinari anche una serie di “pillole” pensate per fornire informazioni indipendenti su aspetti critici relativi ad alcune classi di antibiotici registrati per uso veterinario, con lo scopo di favorire la sensibilizzazione sui “principi di uso prudente” negli animali.

Per approfondire:


L'antibiotico-resistenza può propagarsi da paese a paese con lo spostamento di persone e animali o con gli scambi di alimenti, mangimi o altri possibili veicoli di resistenza antibiotica. È quindi necessario coordinare gli sforzi a livello europeo e mondiale.

L'antibiotico-resistenza non può essere risolta con sforzi isolati e settoriali ma va affrontata con un approccio attivo e olistico fondato sui rischi, in una prospettiva "One Health", che vede la cooperazione intersettoriale (medicina umana e veterinaria, agricoltura, ambiente e commercio) a livello nazionale e internazionale.

Questi i principali organismi coinvolti:

Commissione Europea

Nel 1999, con l’emergere di forti preoccupazioni riguardo all’aumento dei rischi per la salute derivanti dalla resistenza agli antimicrobici, la Commissione europea ha imposto il divieto di utilizzare taluni agenti antimicrobici per incrementare la crescita ponderale.

Dal 1 gennaio 2006, con il Regolamento (CE) N. 1831/2003, l’Unione Europea ha vietato l’utilizzo dei restanti antimicrobici utilizzati come promotori della crescita ponderale animale. Tale divieto è stato sottolineato con il Regolamento (UE) 2019/6 e il Regolamento (UE) 2019/4.

Piano d’azione contro i crescenti rischi di resistenza antimicrobica (2011 – 2016)

Nel 2017, la Commissione ha adottato il Piano d’azione dell'UE "One Health"  contro la resistenza antimicrobica, che si basa sul piano d'azione 2011.

Gli obiettivi principali del piano si basano su tre pilastri essenziali:

  • fare dell'UE una regione in cui si applicano le migliori pratiche
  • promuovere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione
  • definire l'agenda mondiale

Agenzia europea del medicinali - EMA

Per l’EMA combattere l’antimicrobico-resistenza rappresenta una priorità assoluta.

L’EMA supporta la Commissione europea e gli Stati membri per la promozione dell’uso prudente degli antimicrobici negli animali, coordina le attività di sorveglianza delle vendite e dell’impiego degli antimicrobici e fornisce parere e raccomandazioni scientifiche sull'uso di specifici antimicrobici negli animali.

L'Ema coordina il progetto  ESVAC dal 2010.

Autorità europea per la sicurezza alimentare - EFSA

Anche l'EFSA è coinvolta negli sforzi di sorveglianza dell’antimicrobico-resistenza. Raccoglie dati relativi alla resistenza agli antimicrobici di batteri zoonosici e commensali isolati da alimenti e da animali in tutta l'Europa, e li analizza fornendo ai gestori del rischio supporto e consulenza scientifica indipendente sui rischi per la salute dell’uomo e degli animali derivanti dalla comparsa, diffusione e trasmissione di resistenza agli antimicrobici nella filiera alimentare e nelle popolazioni animali.

I dati relativi al flusso delle zoonosi vengono inviati annualmente all’EFSA che provvede ad aggregarli in una relazione di sintesi annuale dell’Unione europea sia come Report riassuntivi comunitari che come singoli Report annuali nazionali.

Leggi:

Dal 2011, l’EFSA elabora anche, in collaborazione con l’ECDC, una relazione annuale sulle zoonosi, sui focolai di origine alimentare e sulla resistenza agli antimicrobici, che illustra l’andamento della situazione in Europa, presentando i dati di resistenza anche di batteri zoonosici isolati da casi umani.

Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie - ECDC

L'ECDC è un’Agenzia Europea istituita nel 2005 con lo scopo di identificare, valutare e comunicare i pericoli per la salute pubblica connessi a tutte le malattie infettive, conosciute ed emergenti, incluse quelle provocate da agenti zoonosici.

Leggi:

Organizzazione mondiale per la sanità animale - WOAH

L’WOAH promuove l'uso responsabile e prudente degli agenti antimicrobici negli animali terrestri e acquatici, in modo da preservarne l'efficacia terapeutica e prolungarne l'uso sia negli animali che nell'uomo.

Tra i suoi obiettivi, vi è lo sviluppo di una vasta gamma di standard e linee guida internazionali in questo campo per l'uso responsabile e prudente dei prodotti antimicrobici negli animali e per la sorveglianza e il monitoraggio delle quantità utilizzate.

Organizzazione mondiale della sanità - WHO

Il WHO ha sviluppato un Piano d’Azione Globale (Global Action Plan for antimicrobial resistance) per combattere la resistenza antimicrobica, con l'obiettivo di garantire, il più a lungo possibile, la continuità del successo dei trattamenti terapeutici e la prevenzione delle malattie infettive con medicinali efficaci e sicuri, di qualità garantita, utilizzati in modo responsabile e accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Esso individua cinque obiettivi strategici:

  1. migliorare la consapevolezza e la comprensione della resistenza agli antimicrobici attraverso programmi di comunicazione pubblica e un’adeguata formazione del personale sanitario
  2. rafforzare la conoscenza attraverso la sorveglianza continua e attenta del fenomeno, per conoscerne la diffusione e lo sviluppo e individuare tempestivamente misure correttive adeguate
  3. ridurre l’incidenza delle infezioni attraverso la loro prevenzione, così da limitare l’uso degli antimicrobici
  4. ottimizzare l’uso di agenti antimicrobici
  5. aumentare gli investimenti nello sviluppo di nuovi farmaci, strumenti diagnostici e vaccini, tenendo conto delle esigenze di tutti i Paesi

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Data di pubblicazione: 13 dicembre 2019, ultimo aggiornamento 15 gennaio 2024

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