Il Ministero della salute trasmette alla Commissione europea una rendicontazione triennale dei dati sulla qualità delle acque destinate al consumo umano in Italia (in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 17 del D.Lgs n. 31/2001 e s.m.i.), acquisendo dal territorio nazionale le informazioni riepilogative regionali/provinciali sulla qualità dell’acqua potabile nelle zone di approvvigionamento idrico superiori a 1.000 mal giorno come media o che servono almeno 5.000 persone. L’ultima rendicontazione è relativa al triennio 2017-2019.

I controlli per la qualità delle acque

In Italia la qualità delle acque destinate al consumo umano è assicurata mediamente per l’80,5% da acque sotterranee, naturalmente protette, su cui si innesta un esteso sistema di controlli da parte dei gestori dei servizi idrici e delle Autorità Sanitarie Locali.

Le figure 1, 2 e 3 riportano i risultati dei controlli effettuati nel corso degli anni 2017, 2018 e 2019 per i parametri microbiologici, chimici e indicatori che sono oggetto di controllo ordinario, per approvvigionamenti idro-potabili superiori a 1.000 m3 al giorno come media o che servono almeno 5.000 persone.

Figura 1

Figura 1

Figura 1

Di seguito una sintesi di quanto emerso:

  • parametri microbiologici: ottimi valori di conformità (98-99%), in miglioramento nell’arco del triennio 2017-2019;
  • parametri chimici: qualche leggera criticità per antimonio e arsenico, comunque non significativa e ragionevolmente imputabile a oscillazioni del fondo ambientale (soprattutto per le aree a maggiore rischio di contaminazione da elementi geogenici);
  • parametri indicatori: qualche leggera criticità per il conteggio delle colonie a 22° per il 2018 e per i batteri coliformi, in trend di progressivo miglioramento nel corso del triennio.

La previgente normativa non faceva riferimento alla protezione delle risorse idriche utilizzate per la produzione di acqua potabile, inoltre il giudizio di idoneità al consumo delle acque potabili considerava solo in misura limitata, e a titolo preventivo, la pianificazione della sicurezza e gli elementi basati sul rischio.

Dunque è stato necessario colmare questo vuoto con il DM del 14 giugno 2017che modifica gli allegati II e III del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 e che ha potenziato sostanzialmente le azioni di prevenzione in materia di qualità delle acque attraverso l'introduzione, con carattere di obbligo, dei Piani di Sicurezza delle Acque (PSA), ossia di un approccio generalizzato alla sicurezza dell’acqua basato sul rischio, che copra l’intera catena di approvvigionamento, dal bacino idrografico all’estrazione, al trattamento, allo stoccaggio e alla distribuzione, fino al punto in cui i valori devono essere rispettati.

Tale approccio è stato anche introdotto a livello di Unione europea con la Direttiva (UE) 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 23 dicembre 2020.

Le regole sulla trasparenza e sull’accesso da parte dei cittadini alle informazioni sull'acqua potabile

Un aspetto importante nel rapporto tra gestore idrico, autorità pubbliche e consumatori riguarda la comunicazione per garantire un’informazione esaustiva, tempestiva e fruibile nonché il coinvolgimento dei consumatori nelle decisioni sulla sicurezza delle acque. Per rispondere alla necessità, avvertita dai cittadini stessi, di disporre di maggiori informazioni e trasparenza sulla qualità, produzione e gestione dell'acqua potabile, la direttiva (UE) ha migliorato le regole sulla trasparenza e sull’accesso del pubblico alle informazioni sull'acqua potabile, informazioni che i fornitori di acqua dovranno fornire agli utenti sia attraverso mezzi digitali (pubblicazione online), sia per comunicazione diretta (ad es. in bolletta).

La condivisione dei dati

A tale esigenza si risponderà anche con l’istituzione di un sistema informativo centralizzato contenente un insieme di dati sanitari e ambientali sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, denominato Anagrafe Territoriale dinamica delle Acque potabili (AnTeA), per garantire sia la comunicazione e la condivisione dei dati tra le Autorità pubbliche e con gli operatori del settore idropotabile, sia un idoneo accesso al pubblico.

Il cittadino può trovare informazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque distribuite nelle aree di suo interesse nelle pubblicazioni a cura delle Autorità Sanitarie Locali, dei Comuni o nei siti regionali/provinciali, nelle comunicazioni periodiche e/o nei siti web del gestore idrico.





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Data di pubblicazione: 7 ottobre 2016, ultimo aggiornamento 25 agosto 2021

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