L’inquinamento indoor è responsabile del 2,7% del carico globale di malattia nel mondo (Global Health Risks: Mortality and burden of disease attributable to selected major risks WHO, 2009).
In generale i bambini sono i gruppi più colpiti dalle conseguenze dell’inquinamento dell’aria indoor, specialmente in ambito domestico. In Europa l’inquinamento indoor è responsabile del 4,6% delle morti per tutte le cause nei bambini da 0 a 4 anni, per infezioni respiratorie acute. In alcuni Paesi europei il 20-30% delle famiglie ha problemi di umidità nelle abitazioni con un conseguente aumento del 50% del rischio di disordini respiratori e il 13% di casi di asma infantile (OMS 2009).
Tra le patologie correlate agli edifici, le malattie allergiche respiratorie hanno un grande rilievo per il loro impatto sulla salute e la loro incidenza sta aumentando in tutta Europa. L’asma colpisce la popolazione adulta europea nella misura del 3-8%, mentre la prevalenza nella popolazione pediatrica è ancora maggiore.

Evidenze scientifiche

Lo studio multicentrico (ISAAC) ha indicato che la prevalenza di sintomatologia asmatica nei bambini si colloca tra il 2,5 e il 37%. Il recente Studio “Worldwide burden of disease from exposure to second-hand smoke: a retrospective analysis of data from 192 countries” (2010), finalizzato a stimare l'esposizione in tutto il mondo al fumo passivo e i suoi effetti su bambini e adulti non fumatori, ha dimostrato che nel 2004 più di 600 mila morti l’anno nel mondo sono stati causati dal fumo passivo, pari all'1% di tutti i decessi; 165 mila di queste morti hanno riguardato bambini.
Nel 2004, nel mondo erano esposti al fumo passivo il 40% dei bambini, il 33% dei maschi non fumatori e il 35% delle donne non fumatrici. Nello specifico, questa esposizione ha causato:379 mila decessi per malattie ischemiche del cuore, 165.000 decessi per infezioni delle basse vie respiratorie, 36.900 decessi per asma, 21.400 decessi per tumore ai polmoni.

Una recente indagine dell’OMS evidenzia, inoltre, che nel 2012 si sono verificati 4,3 milioni di decessi prematuri nelle famiglie in cui esisteva la consuetudine di cucinare con stufe  o camini a carbone, a legna o a combustibile di biomasse. Si tratta di prodotti che producono fumo e che spesso comportano un’ampia quantità di inquinamento domestico, soprattutto quando l’ambiente è scarsamente ventilato.
La maggior parte dell’esposizione indoor a composti derivanti dalla combustione di biomasse avviene in Paesi in via di sviluppo dove è ancora comune l’uso di fuochi aperti per cucinare e riscaldarsi. Nei Paesi occidentali l’esposizione avviene a seguito di un uso non corretto delle apparecchiature di combustione soprattutto in zone rurali, dove la biomassa è ancora uno dei principali combustibili per il riscaldamento e, in alcuni casi, anche per la cottura dei cibi.

Uno studio della Commissione Europea (JRC, 2011) ha analizzato l’impatto  economico della qualità dell’aria indoor, valutando le principali patologie attribuibiliall’esposizione a inquinanti indoor (asma, carcinoma polmonare, bronchite cronica ostruttiva, infezioni/sintomi respiratori, intossicazione acuta). Lo studio ha quantificato l’impatto attribuibile all’inquinamento indoor in circa 2 milioni di DALY (Disability-Aadjusted Life Year) per anno.

Situazione in Italia

Molte malattie croniche sono correlate a diversi aspetti della qualità dell'aria indoor - IAQ, per cui il danno economico e sociale attribuibile all’inquinamento indoor in Italia è verosimilmente rilevante.
Una prima “Valutazione quantitativa dell’impatto sulla salute e dei costi diretti/anno attribuibili all’inquinamento indoor in Italia”, è stata condotta dalla Commissione indoor (2001).
L'indagine ha tenuto conto solo degli effetti diretti e ha focalizzato l'attenzione solo sugli inquinanti che causano un effetto più grave sulla salute e per i quali, all'epoca, esistevano delle evidenze molto concrete sulla relazione esposizione/effetto e cioè: gli allergeni indoor (acari, muffe, forfore animali), il radon, il fumo passivo, il benzene e il monossido di carbonio. Il costo complessivo annuo, così calcolato, è risultato superiore a 152 -234 milioni di euro. Nella realtà il danno economico e sociale attribuibile all’inquinamento indoor in Italia è verosimilmente più elevato di quello riportato nell’indagine, che non ha valutato i costi indiretti, come il calo della produttività.
Si consideri, ad esempio, l’asma bronchiale in bambini e adolescenti attribuibile all'esposizione ad allergeni indoor (acari, muffe, forfore animali), per i quali la Commissione indoor indica un impatto sanitario superiore a 160.000 casi prevalenti /anno, con costi diretti superiori a 8.000.000 euro, ma trascura i costi indiretti (legati ai giorni di scuola o di lavoro persi) che per questa patologia sono circa il 60% dei costi totali. 

Riguardo l'esposizione al fumo passivo nelle famiglie italiane gli ultimi dati Istat disponibili riportano che il 49% dei neonati e dei bambini fino a 5 anni è figlio di almeno un genitore fumatore e il 12% ha entrambi i genitori fumatori. Circa un neonato su 5 ha una madre fumatrice. Si stima che in Italia il fumo passivo sia responsabile di circa 1.000 decessi l'annoe che il fumo dei genitori sia responsabile del 15% dei casi di asma nei bambini e dell’11% di respiro sibilante negli adolescenti.

In questi ultimi decenni, i miglioramenti delle conoscenze scientifiche sulle associazioni tra inquinanti indoor e effetti sulla salute evidenziano che l’inquinamento indoor può causare una vasta gamma di effetti indesiderati quali disagio sensoriale, irritazione, cefalea e astenia, fino a gravi danni alla salute, comprese malattie croniche ed effetti di tipo cancerogeno. La maggiore morbosità nella popolazione italiana causata dall’inquinamento ambientale indoor incide sulla collettività in termini di costi diretti elevati per ricorso a visite mediche, ricoveri ospedalieri e consumo di farmaci, ma anche costi indiretti dovuti al calo del benessere e della produttività.

 

 

 


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Data di pubblicazione: 16 dicembre 2015, ultimo aggiornamento 16 dicembre 2015

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