La setticemia emorragica virale è una delle malattie a maggior impatto nel settore dell’acquacoltura per la sua capacità di colpire le specie più allevata in Italia quale la trota (es trota iridea , trota marmorata). Non sono comunque esenti altre specie di acqua dolce come i lucci e salmerini e di acqua salata come il merluzzo del pacifico (Gadus macrocephalus) , il salmone del Pacifico Oncorhynchus spp. o il rombo
Il virus responsabile di questa malattia è un virus a RNA appartiene al genere Novirhabdovirus , famiglia Rhabdoviridae
Considerata la sua importanza per il settore produttivo, qualora diagnosticata, sia in allevamento che nelle specie selvatiche deve essere obbligatoriamente denunciata sia alle Autorità sanitarie competenti nazionali ma anche alla Commissione europea e all'Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE).
La malattia può presentarsi nelle fasi inziali senza specifici segni clinici tra cui rientrano fenomeni di mortalità improvvisa (che può raggiungere anche il 100% negli avannotti). Altri segni sono rappresentati da letargia, iscurimento della cute esoftalmia e anemia.
All'esame visivo si rilevano emorragie alla base delle pinne , branchie occhi e pelle e distensione dell’addome dovuto ad edema della cavità peritoneale.
A volte possono comparire forme nervose caratterizzate da difficoltà natatorie caratterizzate da rotazioni del corpo. Sono presenti anche forme croniche senza la presenza di sintomi caratteristici. La sopravvivenza del virus dipende dalle condizioni chimico fisiche dell’acqua e della temperatura.
Il virus sopravvive per lunghi periodi a 4°C per 28-35 giorni in acqua dolce e può rimanere infettante sempre a 4°C per un anno nell'acqua filtrata. A 15°C il virus si inattiva in 15 giorni e nell'acqua salata in 4 giorni.
I serbatoi del virus sono pesci clinicamente malati o vettori che non presentano sintomi clinici. I soggetti più giovani hanno livelli elevati di mortalità che diminuiscono con l'aumentare dell'età.
Diagnosi
Può essere utilizzata
Il sequenziamento ha messo in evidenza 4 genotipi principali (I-II-III-IV) che sono connessi a zone geografiche specifiche.
Terapia e profilassi
Ad oggi non sono disponibili sul mercato vaccini contro la SEI. Il controllo delle epidemie si basa sulla diagnosi precoce e, dove possibile, sull'eliminazione degli animali malattia e sulla disinfezione dell'azienda infetta.
Prevenzione
La prevenzione è strettamente connessa alla corretta e costante implementazione delle buone pratiche in azienda con particolare riguardo ai fattori di rischio connessi alla introduzione di animali da altre aziende, alla gestione separata delle diverse strutture funzionali (avannotteria, ingrasso ect), alla gestione dell’acqua in entrata ed uscita fino ad arrivare all'attività di sorveglianza per la ricerca di sintomi clinici di malattia o fenomeni di mortalità anomala.
Inoltre l'allevatore può acquistare da aziende in categoria I che risultano indenni da una o più malattie non esotiche.
La malattia è diffusa in tutta Europa (sono colpiti, oltre l’Italia, l’Austria, la Polonia, la Germania e la Repubblica Ceca).
Dal 2017 in Italia è stato diagnosticato un solo caso di SEV in un'azienda di trote in provincia di Bergamo.
Tutte le aziende di acquacoltura (deroghe sono previste solo per il laghetti di pesca sportiva e le aziende che cedono piccoli quantitativi di pesce per consumo umano) devono essere registrate nell'anagrafe dell'acquacoltura e in possesso di una specifica autorizzazione sanitaria. L’autorizzazione viene rilasciata solo se l’azienda dispone di un piano di biosicurezza , ha un sistema di tracciabilità (registri) e rientra in una categoria sanitaria con un determinato livello di rischio.
Inoltre tutte le aziende sono sottoposte ad una attività di sorveglianza i cui obiettivi sono il rilevamento delle malattie esotiche e il rilevamento di casi di mortalità anomale che potrebbero essere causati da malattie emergenti.
L'Unione europea ha utilizzato un diverso approccio nei confronti delle malattie che interessano il settore dell’acquacoltura accorpando in un'unica Direttiva (2006/88/CE) tutte le misure di carattere preventivo e di controllo necessarie per prevenire e controllare le malattie ritenute a maggiore impatto economico sanitario. Tale approccio innovativo si è pertanto differenziato da quello adottato per le malattie degli animali terrestri dove le misure di prevenzione e controllo sono state riportate in singoli atti normativi specifici per ogni malattia.
Parlare pertanto delle singole malattie che interessano il settore dell’acquacoltura risulta riduttivo rispetto alla portata dei provvedimenti previsti che contengono un insieme di misure che interessano tutte le fasi della filiera produttiva.
La Direttiva 206/88/CE recepita con il decreto legislativo 4 agosto 2008 n.148 “ attuazione della Direttiva 2006/88/CE relativa alle condizioni di polizia sanitaria applicabili alle specie animali di acquacoltura e ai relativi prodotti, nonché alla prevenzione di alcune malattie degli animali acquatici e alle misure di lotta contro tali malattie” prevede nello specifico misure che vanno dall'obbligo di autorizzazione sanitaria delle aziende, alla tracciabilità delle movimentazioni per arrivare alle modalità di attuazione della sorveglianza e alla gestione di alcune malattie esotiche e non esotiche ritenute di maggiore impatto economico in acquacoltura.
Le malattie ritenute di interesse per il settore sono sia esotiche (non presenti sul territorio nazionale) sia non esotiche:
Malattie esotiche non presenti sul territorio della UE
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Malattia |
PESCI |
Necrosi ematopoietica epizootica |
PESCI |
Sindrome ulcerativa epizootica |
MOLLUSCHI |
Infezione da Bonamia exitosa |
MOLLUSCHI |
Infezione da Perkinsus marinus |
MOLLUSCHI |
Infezione da Microcytos |
CROSTACEI |
Sindrome di Taura |
CROSTACEI |
Malattia della testa gialla |
Malattie non esotiche: presenti sul territorio della UE
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Malattia |
PESCI |
Setticemia emorragica virale (VHS) |
PESCI |
Necrosi ematopoietica infettiva (IHN) |
PESCI |
Malattia da Virus erpetico |
PESCI |
Anemia infettiva del salmone (ISA) |
MOLLUSCHI |
Infezione da Marteilia refringens |
MOLLUSCHI |
Infezione da Bonamia Ostrae |
CROSTACEI |
Malattia dei punti bianchi |
Normativa
La normativa sanitaria relativa all’acquacoltura obbliga le aziende a conformarsi a una serie di misure ritenute irrinunciabili per realizzare una efficacie attività di prevenzione e controllo delle malattie.
Queste possono essere così riassunte:
Obbligo di Autorizzazione sanitaria
Tutte le aziende di acquacoltura (deroghe sono previste solo per il laghetti di pesca sportiva e le aziende che cedono piccoli quantitativi di pesce per consumo umano) debbano essere registrate nell’anagrafe dell’acquacoltura ma anche in possesso di una specifica autorizzazione sanitaria. L’autorizzazione viene rilasciata solo se l’azienda dispone di un piano di biosicurezza , adotta un sistema di tracciabilità (registri) abbia una classifica sanitaria accompagnata a un determinato livello di rischio.
Categorie sanitarie
Sorveglianza
Tutte le aziende devono effettuare un'attività di sorveglianza sanitaria. La sorveglianza viene svolta da un laureato esperto in malattie degli animali acquatici sotto controllo del veterinario ufficiale.
Gli obbiettivi della sorveglianza sono i seguenti:
Tracciabilità
Le aziende di acquacoltura sono obbligate a detenere un registro di carico e scarico in cui riportare l’origine e la destinazione delle partire acquistate e vendute. Le partite devono inoltre essere accompagnate dal Mod 4 riportante tutte le informazioni della azienda quali la categoria sanitaria di appartenenza.
Riconoscimento comunitario delle aziende indenni
Le aziende o le zone che intendo essere riconosciute come indenni per una delle malattie non esotiche devono seguire un iter particolare che prevede la presentazione di uno specifico dossier alla Commissione europea e agli stati membri previa valutazione del Ministero della Salute. Le aziende oltre ad avere determinati requisiti strutturali e specifiche misure di biosicurezza devono avere completato il programma di campionamento biennale o quadriennale previsto dalla decisione 2015/1554/UE con esito favorevole. Il dossier viene esaminato nell'ambito dei comitati PAFF - Plant animal, che si tengono regolarmente a Bruxelles e in cui sono presenti la Commissione europea e gli Stati membri della UE. In caso di parer favorevole la richiesta viene lasciato per 60 giorni sul portale del Ministero ella salute per consentire agli SM di fare eventuali richieste di chiarimento.
Una corretta gestione sanitaria delle aziende non può prescindere dall'adozione delle corrette misure di biosicurezza, delle acque in entrata e in uscita dall'azienda ed in particolare dallo status sanitario delle partite di pesce vivo acquistate.
Le aziende poste in categoria I offrono le migliori condizioni sanitarie essendo indenni da uno o più delle malattie previste nell'allegato III parte 2 del D. gls n.148.
Va pertanto effettuata l’attività di sorveglianza prevista per rilevare l’eventuale presenza di sintomi di malattia. Vanno adottate con scrupolo le buone pratiche previste nel piano aziendale per ridurre i rischi di introduzione e diffusione.
Infine occorre prediligere l’acquisto di partite di animali provenienti da aziende indenni (categoria I).
Data di ultimo aggiornamento: 25 novembre 2021