L'arterite virale equina (AVE) è causata da un virus a RNA del genere Arterivirus (fam. Arteriviridae) con un grave impatto sanitario ed economico, soprattutto a causa degli aborti che provoca. Interessa principalmente i cavalli, ma anche altri equidi domestici come gli asini e selvatici come zebre, nonché i camelidi (alpaca e lama). Non riconosciuto pericoloso per l’uomo, l’Arterivirus si trova nelle popolazioni di cavalli di molti paesi e l’infezione pare in aumento negli ultimi anni in relazione alla maggior frequenza di movimentazione di cavalli ed alla commercializzazione del seme equino. L’AVE è stata inclusa con l’O.M. 12/08/1970 tra le malattie denunciabili nel territorio nazionale presenti nel Regolamento di Polizia Veterinaria (D.P.R. 320/54) ed è presente nella lista delle malattie notificabili all’OIE.
La varietà e la gravità dei sintomi clinici associati all’AVE è molto ampia e spesso l’infezione decorre in forma asintomatica; spesso la prima ed unica manifestazione è l’aborto.
Molti cavalli presentano una sintomatologia simil-influenzale per un breve periodo di tempo, ma possono comparire diversi sintomi da soli o in combinazione tra loro come:
In genere, i soggetti adulti e sani recuperano facilmente senza conseguenze, mentre la malattia può assumere caratteristiche di maggiore gravità nei soggetti giovani, dove può provocare la morte per polmonite e/o enterite gravi.
L'aborto si può verificare durante o subito dopo l’infezione ed è dovuto alla necrosi del miometrio ed all’edema che portano al distacco della placenta e alla morte del feto.
Negli stalloni, in seguito all’infezione in età pubere, il virus si localizza a livello delle ghiandole sessuali accessorie senza dare alcun sintomo e può essere eliminato con il seme per settimane o mesi e a volte per tutta la vita dell’animale, senza comprometterne la fertilità. Una volta che si instaura lo stato di eliminatore, questo può durare per tutta la vita e l’eliminazione del virus non avviene in maniera intermittente. Il riposo sessuale favorisce l’interruzione dell’eliminazione del virus, che è legata alla produzione di testosterone.
Trasmissione
L'infezione può essere trasmessa tra i cavalli in uno dei seguenti modi:
Un ruolo centrale nella diffusione del contagio lo svolgono gli stalloni sieropositivi durante l’accoppiamento infettando le cavalle che possono, a loro volta, infettare altri soggetti anche attraverso la via respiratoria.
È possibile anche la diffusione meccanica del virus attraverso strumenti (medici e non) e operatori del settore, anche se di minore rilevanza. Infine, il virus dell’AVE può essere trasmesso verticalmente da una cavalla gravida infetta al suo puledro attraverso la placenta. L’elevata densità di animali (es. gare, fiere e mercati) e l’impiego di seme prelevato da riproduttori non controllati favoriscono la propagazione dell’infezione.
Diagnosi
La diagnosi clinica di AVE è difficile per la grande variabilità o l’assenza di segni clinici tipici, quindi è essenziale la diagnosi di laboratorio. Le matrici da prelevare sono sangue senza anticoagulante (due prelievi a distanza di due/tre settimane) per la ricerca degli anticorpi ed una valutazione di una sieroconversione tramite la prova di sieroneutralizzazione.
Per la ricerca diretta del virus è opportuno prelevare tamponi nasofaringei e congiuntivali, sangue con anticoagulante (EDTA) e seme dagli stalloni.
In caso di aborto o natimortalità, matrici utili per la diagnosi sono la placenta e i tessuti del feto (in particolare il polmone), da conferire al laboratorio.
La presenza del virus dell’AVE è stata segnalata in molti paesi in tutto il mondo ma non risultano segnalazioni relative ad Islanda e Nuova Zelanda.
Dal punto di vista epidemiologico, la diffusione è lenta e varia in funzione della densità degli animali portatori silenti (in particolare stalloni riproduttori). Uno stallone può essere portatore a breve termine (2-5 settimane), a tempo intermedio (3-8 mesi) o per anni o per tutta la vita (portatore cronico), questi soggetti eliminano il virus con il seme. Le perdite economiche sono dovute agli aborti, alle ridotte attività sportive degli animali colpiti.
Sul sito Wahis interface è presente un quadro aggiornato della situazione epidemiologica mondiale.
L'aspetto più importante nella prevenzione dell'AVE è la riduzione della sua diffusione nelle stazioni di monta. Uno degli strumenti efficaci per la prevenzione dell’AVE è la vaccinazione, attualmente non disponibile in Italia. Nel Regno Unito e negli USA è disponibile un vaccino a virus vivo modificato, che viene usato negli stalloni, nelle cavalle non gravide, nei castroni e nei puledri, mentre è sconsigliato l’impiego nelle cavalle gravide e nei puledri al di sotto delle 6 settimane di età. In Italia il vaccino non è registrato il controllo dell’infezione è attuato mediante un piano nazionale (O.M. 13 gennaio 1994) basato sull’individuazione degli eliminatori fra gli stalloni adibiti alla riproduzione e sulla loro sospensione dalla monta.
Per gli stalloni sieropositivi eliminatori di virus riconosciuti di particolare pregio zootecnico, il Ministero della Salute può autorizzarne l’impiego ai fini riproduttivi su richiesta del proprietario in condizioni volte ad impedire la diffusione del virus.
Nel caso di equidi sospetti per AVE si raccomanda di adottare le seguenti misure di biosicurezza:
Per approfondire:
Data di ultimo aggiornamento: 25 novembre 2021