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Paratubercolosi o Johne’s Disease

Malattia

Che cos’è

Eziologia

La Paratubercolosi è una malattia cronica, debilitante, infettiva e contagiosa dell’apparato gastroenterico, sostenuta da un batterio gram positivo di forma bastoncellare: Mycobacterium avium subsp. Paratubercolosis (Map).

Studiata e descritta per la prima volta nel 1895 da Johne e Frothingham, è nota anche come malattia di Johne (Johne's Disease) e colpisce in particolare i ruminanti, domestici e selvatici.

Inizialmente classificato come specie a se stante (M. paratuberculosis o M. Johnei), oggi è considerato una sottospecie di M. avium, appartenente al Mycobacterium avium complex, che comprende numerose specie di micobatteri a lenta crescita (patogeni, opportunisti e saprofiti ambientali).

Map è dotato di elevata resistenza nell'ambiente, dove può sopravvivere per periodi prolungati:

  • 163 giorni nelle acque di fiume
  • 270 giorni nelle acque stagnanti
  • 11 mesi nelle feci bovine e nel suolo

Specie colpite e trasmissione

Map non si moltiplica nell'ambiente, ma solo all'interno delle specie animali recettive, dove trova un habitat favorevole all'interno dei macrofagi. La Paratubercolosi è una malattia tipica dei ruminanti, ma anche altre specie animali non ruminanti sono recettive all'infezione naturale e sperimentale. Mentre il ruolo epidemiologico dei ruminanti selvatici è dimostrato, altrettanto non si può dire per le specie animali non ruminanti, non essendo ancora completamente chiarita la loro capacità di diffondere Map nell'ambiente a dosi infettanti.

Poichè l'infezione è localizzata elettivamente a livello intestinale, la principale via di eliminazione è rappresentata dal materiale fecale. Di conseguenza il ciclo oro-fecale è la via di trasmissione d’elezione: una volta introdotto nella mandria un animale infetto, questo può eliminare con le feci, in maniera continua o intermittente, notevoli quantità di micobatteri e, attraverso la contaminazione di ambienti e alimenti, Map riesce a raggiungere un altro ospite recettivo.

Nelle fasi avanzate di infezione, Map diffonde a vari organi ed apparati e può essere presente in altri liquidi biologici come il latte, il materiale seminale e l'espettorato.

La recettività all'infezione è massima nel vitello (approssimativamente fino ai 6 mesi di età) e diminuisce con l'aumentare dell'età; generalmente nei soggetti infettatisi da giovani con elevate quantità di Map si manifestano più frequentemente i sintomi di malattia. L'infezione quindi si realizza solitamente nel vitello per via congenita, oppure per ingestione di colostro o latte infetto, o per contatto con ambienti contaminati.

Ruolo di Map come possibile agente patogeno per l'essere umano

Da molto tempo la comunità scientifica discute di un possibile ruolo zoonosico di Map nel Morbo di Crohn dell’essere umano, viste le apparenti similitudini dei sintomi e delle lesioni.

Al momento non esistono elementi tali da confermare definitivamente questa ipotesi, poiché esistono studi che riportano un legame apparentemente evidente tra il Morbo di Crohn e  Map e invece altri che lo escludono.

Map è stato inoltre sospettato di essere l'agente causale di altre patologie umane, come:

  • Scrofula (adenite tubercolare)
  • Sarcoidosi,
  • Colite Ulcerativa
  • Diabete tipo 1

Map è un microrganismo il cui serbatoio naturale è rappresentato dai bovini. L'esposizione dell'uomo è quindi di origine alimentare, in particolare per il latte e i prodotti derivati.

Diagnosi

Aspetti clinici

Il periodo di incubazione della malattia può variare da alcuni mesi a diversi anni. La malattia compare generalmente in animali di 3-5 anni di età, più frequentemente in prossimità del parto.

I sintomi iniziali sono generalmente aspecifici:

  • diminuzione dell'incremento ponderale
  • pelo ruvido e opaco
  • cute secca e anelastica
  • segnalati calo della produzione di latte, ipofertilità, anemia, febbre intermittente, edema intermandibolare

Nel bovino in seguito compare la diarrea, cronica o intermittente, con periodi di remissione di settimane o mesi; in questa fase l'appetito è conservato.

Negli stadi terminali si ha anoressia, diarrea talvolta emorragica, edema nella regione dell'addome, depressione del sensorio, grave e progressivo scadimento delle condizioni generali, fino alla morte.

Un reperto patognomonico della malattia in sede autoptica è sicuramente l’aspetto cerebroide che assume la mucosa intestinale in prossimità della valvola ileo-ciecale.

DIAGNOSI DI LABORATORIO

Uno degli ostacoli maggiori al controllo della Paratubercolosi è rappresentato dalla difficoltà di una diagnosi certa d'infezione, legata alla scarsa sensibilità dei test diagnostici.

La diagnosi diretta si può fare tramite: esame colturale delle feci, osservazione microscopica diretta delle feci mediante colorazione di Ziehl-Neelsen, oppure PCR.

La diagnosi indiretta si può realizzare tramite l’utilizzo di diverse metodiche: ELISA, test di immunodiffusione in gel di agar (AGID), oppure i test di valutazione dell'immunità cellulo-mediata (skin test e test del gamma-interferon).

Terapia e profilassi

Al momento non esiste una terapia efficace in grado di eliminare l'infezione.

La vaccinazione, nonostante sia un mezzo economico per ridurre la percentuale di casi clinici di malattia, presenta numerosi inconvenienti, come:

  • interferenza con la reazione della tubercolina bovina; per tale motivo in Italia il suo utilizzo è vietato
  • sensibilizzazione ai test allergici e sierologici che divengono inapplicabili sul soggetto vaccinato; gli unici metodi diagnostici utilizzabili rimarrebbero la coltura fecale e la PCR
  • possibilità di lesioni al punto di inoculo
  • patogenicità del vaccino per l'uomo in caso di inoculazione accidentale
  • incompatibilità con un'ottica di eradicazione dell'infezione, oggi ancor più motivata dalle recenti ipotesi di coinvolgimento di MAP nel Morbo di Crohn dell'uomo

Prevenzione

L’unica prevenzione quindi, consiste nel controllare lo stato sanitario o qualifica dell’allevamento da dove provengono i capi che si vogliono introdurre nella propria mandria, al fine di evitare l’ingresso dell’agente eziologico nella propria mandria.

Dati epidemiologici

Uno dei principali ostacoli al controllo della paratubercolosi è sicuramente la difficoltà di identificazione degli animali infetti che non mostrano ancora segni clinici di malattia, che fondamentalmente è dovuto alla scarsa sensibilità dei test diagnostici attualmente disponibili.

Nel settore italiano delle bovine da latte, l’infezione da MAP è diffusa con una prevalenza d’allevamento di oltre il 50%.

In Italia sono state condotte indagini sierologiche, basate su test ELISA, in diverse regioni del nord e centro Italia e i risultati hanno mostrato una prevalenza apparente di allevamento che va dal 42% al 65%.

Piani di eradicazioni e azioni di controllo

L’organizzazione Mondiale per la sanità Animale (OIE) ha inserito la Paratubercolosi nella lista delle malattie denunciabili: qualunque caso sospetto deve essere denunciato all’autorità competente. La paratubercolosi è stata inoltre inserita in Allegato II del regolamento 429/2016 (Animal Health Law).

Attività di sorveglianza in Italia

In data 17 ottobre 2013 sono state approvate in Conferenza Stato Regioni le “Linee guida per il controllo e l’attribuzione della qualifica sanitaria nei confronti della paratubercolosi”, redatte dal Centro di Referenza Nazionale per la paratubercolosi e condivise con le Regioni e le Associazioni di produttori.

Gli obiettivi delle linee guida sono di creare un sistema di notifica obbligatoria dei casi clinici e stimolare i proprietari di allevamenti infetti ad attuare un programma di controllo per ridurre la prevalenza della malattia (figura 1) attraverso l'applicazione di test diagnostici e piani di biosicurezza.

Diagramm di flusso in seguito a segnalazione di caso clinico di Paratubercolosi

Inoltre le linee guida permettono di certificare la probabilità di indennità da paratubercolosi attraverso un sistema a più livelli (figura 2), allo scopo di garantire la compravendita di prodotti (latte, animali da rimonta, sperma). Ad un livello crescente di certificazione corrisponde una maggiore probabilità di indennità dell’allevamento.

Diagramm di flusso delle linee guida per il controllo e l'assegnazione delle qualifiche sanitarie nei confronti della paratubercolosi

Le strategie di controllo si basano sull'adozione contemporanea di misure tendenti a:

  • eliminare i soggetti infetti, in particolare quelli con alta escrezione fecale di Map
  • proteggere i vitelli dall'infezione

La diminuzione della prevalenza in allevamento si effettua mediante l'eliminazione dei soggetti infetti e della loro prole.

La periodicità dei controlli da eseguire sugli animali è in funzione della prevalenza dell'infezione in allevamento, oltre che degli obbiettivi dell'allevatore.

Le misure di protezione dei vitelli, analogamente alle norme di profilassi contro le enteriti neonatali, mirano ad evitare il contatto diretto o indiretto del vitello con le feci potenzialmente infette degli adulti. A tale scopo si raccomanda il precoce isolamento del vitello, la sua alimentazione con colostro di vacche negative, l'allevamento in gruppi omogenei di età fino all'età adulta, la protezione delle mangiatoie e degli abbeveratoi dalla contaminazione fecale.

La situazione attuale in UE e nel mondo

La malattia è oggi diffusa in tutto il mondo. L’interesse verso la patologia è in aumento, in particolare perché Paesi Extra UE (Cina, Russia) richiedono garanzie sanitarie nei confronti della paratubercolosi agli allevamenti che producono latte per la trasformazione in formaggi destinati all’esportazione. A tale proposito è da segnalare come alcuni paesi UE (Danimarca e Olanda) abbiano messo in atto piani di controllo, per ridurre il rischio della contaminazione del latte ai fini di una certificazione.

Per approfondire:

Normativa:

Raccomandazioni

Per gli allevatori

L'introduzione di animali infetti è il più frequente veicolo di ingresso dell'infezione in allevamento. I vari test diagnostici a disposizione non danno la certezza che il soggetto negativo sia sano; per questo motivo è sempre opportuno che le garanzie riguardino l'intero allevamento di provenienza dell'animale cioè lo stato sanitario dell’allevamento di origine, al fine di evitare l’introduzione della malattia in un allevamento indenne.

Nel caso invece in cui si sia in presenza di un allevamento infetto, le strategie di controllo si basano sull'adozione contemporanea di misure tendenti a eliminare i soggetti infetti e proteggere i vitelli dall’infezione, al fine di ridurre progressivamente la prevalenza dell’infezione nell’allevamento.


Data di ultimo aggiornamento: 25 novembre 2021


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