È una malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici. Questi fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. L’influenza nel pollame si può presentare nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) e da ceppi ad alta patogenicità (HPAI). La malattia è soggetta ad obbligo di denuncia.
Nel 2017 e nei primi mesi del 2018 l’Italia è stata coinvolta nell’epidemia di Influenza Aviaria ad alta patogenicità sottotipo H5 che ha interessato gran parte dell’Europa tra il 2016 e il 2017. Durante questo periodo, l’attività di sorveglianza passiva sulla popolazione selvatica, nell’ambito del piano di sorveglianza nazionale, ha permesso di individuare casi di HPAI sostenuti dai sottotipi H5N8 e H5N5, mentre sono stati confermati 83 focolai nel pollame domestico, coinvolgendo sia il settore rurale che quello industriale. I virus isolati appartenevano tutti al sottotipo H5N8 e sono stati protagonisti di due ondate epidemiche, corrispondenti ai due semestri del 2017. Nel mese di marzo 2018 sono stati confermati tre nuovi focolai di Influenza aviaria H5N8 ad alta patogenicità in Lombardia. L’analisi filogenetica ha rivelato un’elevata similarità con i virus isolati in provincia di Brescia dell’autunno precedente.
Annualmente viene attuato un Piano di sorveglianza per l’Influenza aviaria, definito in base al rischio, tenendo in considerazione i seguenti fattori:
L’influenza aviaria è una malattia altamente contagiosa dei volatili. Benché i virus influenzali umani ed aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, i virus aviari non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente ed in determinate condizioni, che prevedono un’esposizione attraverso il contatto diretto con volatili morti o ammalati, con superfici o materiali contaminati da escreti e secreti infetti (es. feci) o attraverso le mucose (orali, oculari, nasali), con aerosol infetti, o eventualmente attraverso il consumo di carni non ben cotte di volatili infetti. Il personale esposto a rischio deve adottare misure di protezione individuale.