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Febbre catarrale degli ovini - Blue tongue (BT)

Malattia

Che cos’è

La Blue tongue è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti, trasmessa da insetti vettori ematofagi (culicoidi) causata da un RNA virus della famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si conoscono 27 diversi sierotipi.

Il ciclo biologico del BTV prevede la trasmissione da un animale ad un altro attraverso la puntura degli insetti vettori, la cui riproduzione e la successiva deposizione di uova avviene in habitat con caratteristiche specifiche, come ambienti fangosi, naturali (pozze piovane, margini di corsi d’acqua) e artificiali (campi irrigati, scoli di abbeveratoi). È questo l’ambiente preferito dal C. Imicola, il principale vettore del BTV in Italia. Sono insetti ad attività crepuscolare, anche se alcune specie possono volare attivamente di giorno. Solo la femmina adulta può infettarsi tramite il pasto di sangue da animali in fase viremica, ossia con il virus presente nel sangue. Una volta infettatisi i Culicoides rimangono infetti per il resto della loro vita.

Anche se tutte le specie di ruminanti sono recettive alla malattia, il virus colpisce prevalentemente gli ovini con una sintomatologia molto grave con febbre, scolo nasale ed edema della testa e congestione delle mucose della bocca. Nei casi più gravi la lingua, ingrossata e cianotica, fuoriesce dalla bocca, da qui il nome di lingua blu dato alla malattia. L’infezione è anche responsabile di malformazioni fetali e aborti e può portare a morte gli animali.

Nei bovini, sia domestici che selvatici, l’infezione può mostrarsi con forme cliniche più o meno evidenti. Il bovino, una volta infettato dall’insetto vettore, presenta una fase viremica molto lunga, fino a 60 giorni post infezione. In tal modo rappresenta un serbatoio di virus in grado di garantire all’infezione il superamento dei periodi di freddo invernale nelle zone temperate. Ciò giustifica le severe misure di restrizione previste dalla normativa vigente circa il divieto di movimentazione degli animali sensibili.

Diagnosi

La diagnosi di malattia è effettuata tramite esami di laboratorio e può essere:

  • diretta, evidenzia direttamente il virus o l'antigene virale
  • indiretta, evidenzia gli anticorpi nei confronti del virus

Attualmente la diagnosi viene eseguita tramite l’esecuzione di diversi esami di laboratorio:

  • diagnosi diretta:
    • PCR
    • Virus neutralizzazione
  • diagnosi indiretta:
    • ELISA
    • Sieroneutralizzazione

Terapia e profilassi

Non esiste alcuna terapia in grado di eliminare il virus e far guarire gli animali malati. La sola terapia applicabile è di tipo sintomatico, cioè volta a risolvere o attenuare i sintomi causati dalla malattia.

La profilassi diretta si attua tramite il controllo delle movimentazioni degli animali sensibili. Le norme vigenti in materia contemplano, infatti, restrizioni alla movimentazione degli animali e allo scambio di sperma o embrioni destinati alla riproduzione artificiale, dalle aree infette alle aree libere, e in base alla tipologia di movimentazione, se da vita o da macello, età e specie degli animali da movimentare.

Oltre a ciò, è previsto il controllo dei vettori, che mira alla verifica della distribuzione dei vettori sul territorio e alla definizione delle mappe di rischio.

La profilassi indiretta attraverso la vaccinazione degli animali delle specie sensibili ha lo scopo non solo di proteggere gli animali dall’infezione, ma anche di ridurre o prevenire la fase viremica, ossia la fase di presenza del virus nel sangue, riducendo di fatto la circolazione virale.

L’effettuazione della vaccinazione di massa, considerata uno dei pilastri per la prevenzione e la lotta all’infezione e per la sicurezza degli scambi commerciali di animali vivi, è consentita solo all’interno delle zone sottoposte a restrizioni sanitarie.

La vaccinazione di tutti gli animali recettivi ha lo scopo primario di diminuire le perdite legate alla malattia, unitamente all’obiettivo di abbassare la probabilità di diffusione dell'infezione dalle aree infette verso il rimanente territorio attraverso la costituzione di una fascia di popolazione resistente all'infezione.

La protezione vaccinale nei confronti del BTV è sierotipo-specifica, ossia per ogni sierotipo è necessario uno specifico vaccino. Pertanto, monitorare i diversi sierotipi circolanti sul territorio è fondamentale, tenuto conto che gli anticorpi prodotti a seguito dell’infezione da parte di un sierotipo o di una vaccinazione nei confronti di un sierotipo non proteggono da un’eventuale successiva infezione da parte di un sierotipo virale differente. È utile segnalare che in commercio non esistono vaccini per tutti i sierotipi.

Prevenzione

La profilassi diretta si attua tramite il controllo delle movimentazioni degli animali sensibili. Le norme vigenti in materia contemplano, infatti, restrizioni alla movimentazione degli animali e allo scambio di sperma o embrioni destinati alla riproduzione artificiale, dalle aree infette alle aree libere e in base alla tipologia di movimentazione, se da vita o da macello, età e specie degli animali da movimentare.

Inoltre, è previsto il controllo dei vettori, che mira alla verifica della distribuzione dei vettori sul territorio e alla definizione delle mappe di rischio.

Dati epidemiologici

In Europa

La situazione attuale in UE e nel mondo

La Blue tongue è attualmente diffusa nel bacino del Mediterraneo, in Africa, Europa, Nord e Sud America, Australia, Estremo e Medio Oriente.

Per approfondire, si rimanda alle pagine dedicate alla malattia del sito web dell’OIE e della Commissione europea, e al link relativo all’attuale distribuzione della malattia in Europa:

In Italia

In Italia circolano da oltre un decennio diversi sierotipi del virus della Blue tongue (BTV). Ad oggi circolano attivamente sul territorio i sierotipi BTV 1,3,4,16. Come già accennato, il nostro paese, in virtù della sua posizione geografica, al centro del bacino del mediterraneo, è costantemente esposta all’ingresso sul proprio territorio dei sierotipi provenienti dal continente africano, pertanto l’approccio della strategia di controllo della malattia è sempre stato finalizzato alla definizione delle aree libere e di quelle infette, al monitoraggio dello stato sanitario degli animali delle specie sensibili.

Nel caso di rilevamento di un nuovo sierotipo, precedentemente assente, sono immediatamente disposte le attività di monitoraggio e controllo straordinario sulle aziende ricadenti nel circondario della azienda con la positività al fine di monitorare la reale diffusione del sierotipo virale in questione.

Come previsto dalle norme in vigore, nei territori in cui è accertata la presenza del virus, viene disposto il blocco delle movimentazioni degli animali appartenenti alle specie sensibili. Pertanto in tutti questi anni di gestione della malattia, le misure intraprese dal ministero della Salute sono state finalizzate principalmente ad evitare il blocco del settore degli scambi commerciali, e tenuto conto della evoluzione epidemiologica della malattia, sono state di volta in volta modulate. Periodicamente quindi sono emanati provvedimenti di aggiornamento della mappa relativa alle zone di restrizione, in conseguenza dei focolai e dei sierotipi virali coinvolti, e che dettano istruzioni sulle possibilità e modalità di movimentazione in deroga dei capi sensibili alla malattia e provenienti dalle zone sottoposte a restrizione.

Le diverse condizioni per la movimentazione prendono in considerazione molteplici fattori: età dei capi da movimentare, sierotipo che ha determinato la restrizione, livello dell’attività di sorveglianza effettuata, destinazione dei capi (vita o macello), qualifica sanitaria della zona di provenienza e della zona di destinazione, temperature medie stagionali in relazione all’attività dei vettori, etc… I criteri di volta in volta individuati per la gestione delle movimentazioni vengono elaborati di concerto con il Centro di Referenza Nazionale, deputato alla valutazione del rischio, al fine di mantenere sempre elevati i livelli di sicurezza di dette movimentazioni.

Piani di eradicazioni e azioni di controllo

Sorveglianza

La gestione di una malattia trasmissibile da vettori quale la Blue tongue prevede esclusivamente il mantenimento costante di un elevato livello di sorveglianza attraverso il monitoraggio sierologico degli animali sentinella, nonché attraverso la cattura e l’esame degli insetti vettori. La sorveglianza si applica in accordo con le conoscenze epidemiologiche dell’infezione e della biologia del vettore, e tenendo in considerazione i fattori ambientali (geografici e climatici) di un determinato territorio.

In caso di conferma di infezione, come previsto dalle norme vigenti in materia, l’area in cui ha sede l’azienda riscontrata positiva viene dichiarata area infetta, con un raggio di 20 km, viene quindi disposta un’area di protezione (ZP) del raggio di 100 km attorno all’azienda infetta, ed un’ulteriore zona di sorveglianza del raggio di 50 km attorno alla ZP. Viene inoltre istituito il divieto di movimentazione degli animali da queste zone. Al fine di evitare i blocchi commerciali, sono previste deroghe al divieto di movimentazione nel rispetto di specifiche condizioni e misure sanitarie da applicare.

Attività in Italia

In Italia è in vigore da anni un Piano Nazionale di sorveglianza e controllo della Blue tongue, che ha lo scopo di rilevare/escludere/ridurre la circolazione di uno o più sierotipi del virus sul territorio nazionale, impedendo la ulteriore diffusione dei sierotipi circolanti alla parte del territorio non interessata dall’infezione. È un fondamentale strumento di monitoraggio dello stato sanitario delle aree libere da infezione e, contestualmente, è fondamentale per individuare le aree stagionalmente libere da infezione, ossia quelle aree in cui, in determinati periodi dell’anno, in base alle temperature, l’attività dei vettori è ridotta o assente.

Il piano prevede l’effettuazione di controlli sierologici e virologici su una rete di animali sentinella e la ricerca degli insetti vettori.

Ogni tre mesi vengono esaminati almeno 59 animali sentinella per ciascuna unità geografica di riferimento, ossia una ‘cella’ di 20km2 in cui è stato suddiviso il territorio nazionale, distribuendo il più possibile il campionamento nel corso dei trimestri gennaio – marzo, aprile – giugno, luglio – settembre, ottobre – dicembre.

La sorveglianza entomologica, ossia quella effettuata sugli insetti vettori, ha una cadenza settimanale e viene effettuata tutto l’anno mediante collocazione di trappole ad attrazione luminosa (black-light traps). Le catture di insetti vengono analizzate per quantificare la presenza di insetti totali, di culicoidi totali (e loro percentuale), e per determinare presenza/assenza di C. Imicola, tanto nelle zone sottoposte a restrizione (zone di protezione e di sorveglianza) quanto nelle zone ad alto rischio.

Il piano nazionale prevede anche l’effettuazione di una sorveglianza clinica, per cui tutti gli allevamenti ovi-caprini dei territori con circolazione virale in atto sono periodicamente controllati clinicamente da parte dei Servizi Veterinari per escludere la presenza di sintomi riferibili a BT.

Le informazioni e i dati epidemiologici derivanti dall’effettuazione delle attività del piano sono raccolte ed elaborate nell’apposito Sistema Informativo Nazionale della BT (SINBT) presso il CESME al fine di fornire una base di dati necessaria per assicurare un sistema di allerta rapido.

Relativamente alla vaccinazione, nei primi anni della gestione della BT la predisposizione dei programmi di vaccinazione era in capo all’Autorità centrale, ad oggi è invece in capo alle singole Regioni che possono disporre programmi di vaccinazione obbligatori ed accedere in tal modo al cofinanziamento europeo, oppure su base volontaria, limitatamente ai capi da movimentare.

Per approfondire:

Consulta la normativa

  • Regolamento (UE) 2016/429
  • Regolamento Delegato (UE) 2020/687
  • Regolamento Delegato (UE) 2020/689
  • Dispositivo dirigenziale DGSAF prot. 17522 del 26/06/2019
  • Dispositivo dirigenziale DGSAF prot. 5809 del 5 marzo 2021

Consulta tutte le disposizioni del Ministero della salute

Raccomandazioni

La blue tongue non è una zoonosi e pertanto non infetta l’uomo. Non esiste alcun pericolo di infezione né per contatto né attraverso il consumo del latte e della carne.

Data di ultimo aggiornamento: 28 maggio 2021


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