Ministero della Salute

FAQ - Corretta alimentazione in gravidanza

Ultimo aggiornamento:  19 aprile 2017

1. Durante il periodo di gravidanza bisogna “mangiare per due”?

L’alimentazione in gravidanza non è molto diversa da quella dei periodi normali. In questa fase è necessario coprire, non solo i bisogni nutritivi della madre, ma anche quelli del nascituro. Questo porta a pensare che la gestante debba “mangiare per due”, affermazione certamente esagerata.
In gravidanza il fabbisogno aggiuntivo è, infatti, di 350 kcal al giorno per il secondo trimestre e 460 kcal al giorno per il terzo trimestre.
Questo leggero aumento in energia giornaliera consente di coprire anche i bisogni del feto, permettendo un normale sviluppo del bambino ed evitando di intaccare le riserve materne di nutrienti.
L’aumento di peso consigliato durante la gravidanza dipende dal peso della donna prima di restare incinta. Un adeguato aumento di peso influisce sulla durata della gravidanza e sul peso del neonato. Per questo, occorre seguire un’alimentazione equilibrata che comprenda diversi pasti suddivisi nell’arco della giornata.

2. Che funzione hanno le “voglie”? Bisogna assecondarle o assumere solo gli alimenti di cui l’organismo ha bisogno?

Le famose “voglie” non vanno demonizzate, ma non sono un indicatore delle esigenze nutrizionali delle donne in gravidanza. L’alimentazione della gestante richiede qualche attenzione in più nella scelta degli alimenti.
In gravidanza aumenta il fabbisogno di proteine, mentre è pressoché invariato quello di carboidrati e di grassi.
Se la donna segue un’alimentazione varia, consumando alimenti quali frutta, verdura, legumi, tutti i fabbisogni di vitamine sono garantiti e perciò non necessita di particolari supplementazioni, con l’eccezione dell’acido folico. Come per le vitamine, anche per i minerali una corretta alimentazione permette di coprire i fabbisogni nutrizionali in gravidanza, ponendo particolare attenzione al fabbisogno in calcio, ferro e iodio.
È consigliata, quindi, un’alimentazione varia, che includa, ogni giorno, i diversi gruppi di alimenti.

3. Si può bere il caffè durante la gravidanza?

Il caffè, come tutte le bevande contenenti le cosiddette sostanze “nervine” (tè, bibite tipo cola, cioccolato), va assunto con moderazione perché la caffeina attraversa la placenta. Bisogna anche tener presente che durante questo particolare periodo il metabolismo della caffeina è rallentato di 15 volte e quindi le future mamme sono più sensibili ai suoi effetti.
Sono da preferire, eventualmente, i prodotti decaffeinati o deteinati.

4. Esistono alimenti sconsigliati durante la gravidanza?

In Italia e in Europa esiste un sistema di garanzia della sicurezza alimentare efficace e diffuso capillarmente lungo tutta la filiera, basato sulle procedure di autocontrollo degli operatori del settore alimentare e sui controlli ufficiali delle Autorità competenti, teso a minimizzare o eliminare i rischi microbiologici, chimici e fisici associati agli alimenti. Tuttavia, per le loro specifiche caratteristiche alcuni prodotti sono meno adatti alle gestanti  o devono essere consumati adottando particolari accortezze. Occorre prestare particolare attenzione alle produzioni domestiche che per loro natura non è possibile assoggettare ai controlli ufficiali.
Consulta la tabella con i pericoli microbiologici associati a determinate tipologie di alimenti.

5. Perché ridurre il sale in gravidanza?

Un consumo elevato di sale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e di ipertensione. In questo periodo è ancora più importante ridurne l’assunzione e preferire quello iodato. Infatti, durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno di iodio è maggiore ed è estremamente importante che le donne ne assumano quantità sufficienti.

5. Quando bisogna assumere l’acido folico?

Un basso livello di folati nella madre è un fattore di rischio per lo sviluppo di difetti del tubo neurale nel feto. L’incremento dell’apporto di acido folico in gravidanza, che deve raggiungere almeno i 400 microgrammi al giorno, si è dimostrato efficace per la prevenzione della spina bifida e dell’anencefalia.
L’integrazione con acido folico dovrebbe iniziare almeno un mese prima e continuare tre mesi dopo il concepimento.
Consulta il dossier Acido folico in gravidanza... prima è meglio!


Direzione generale per l'igiene, la sicurezza degli alimenti e la nutrizione