Oggi si celebra la Giornata mondiale del rene. I pazienti in dialisi sono senz’altro tra quelli più esposti a contrarre patologie infettive, come la malattia Covid-19. La Società italiana di nefrologia (Sin) ha quindi steso un protocollo rivolto ai medici specialisti con le norme da seguire per la gestione di pazienti nefropatici che dovessero contrarre l’infezione da Covid-19.
Gestione dei vari casi ipotizzabili
Pazienti emodializzati provenienti da aree così dette “attive” oppure che abbiano avuto contatti con persone poi risultate positive
Se l’infettivologo decide di fare l'accertamento diagnostico tramite l'esecuzione del tampone naso-faringeo, in attesa dell'esito, bisognerà decidere insieme al collega infettivologo se il paziente va contumaciato oppure no. Considerando che il tempo medio per avere l'esito definitivo del tampone si aggira intorno a 48 ore non è possibile procrastinare la dialisi e pertanto il paziente deve essere ricoverato e dializzato in un locale idoneo alla contumacia e all’esecuzione della dialisi. Se usate abitualmente apparecchi mobili di preparazione dell’acqua da dialisi chiedere all’ufficio tecnico di installare attacchi di carico e scarico acqua in una/due stanze contumaciali nel reparto di malattie infettive.
In questo caso e fino a quando non si ha a disposizione l'esito del tampone NF il paziente va considerato come sospetto di SARS-CoV-2 e gli operatori sanitari dovranno indossare:
Se l'esito del tampone è positivo il paziente continua l'isolamento e gli operatori a contatto dovranno indossare:
Nel caso di pazienti che ricadano nella condizione di cui al punto 2 o 3, che effettuano dialisi in un centro periferico che non dispone di strutture contumaciali e/o malattie infettive e/o rianimazione, oppure che il centro non sia nella possibilità di effettuare dialisi fuori dal proprio reparto, i pazienti vanno centralizzati nelle strutture ospedaliere che dispongono oltre che della nefrologia anche di questi requisiti.
Si ricorda che non vi è alcuna necessità o beneficio nell'indossare mascherine di qualsiasi tipo per muoversi nei reparti di degenza o nei corridoi o viali dell’ospedale e che, piuttosto, un utilizzo inappropriato di questi dispositivi può rappresentare uno spreco di risorse che, in caso di reale e giustificata necessità, potrebbe determinarne una carenza importante.
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Data di pubblicazione: 12 marzo 2020 , ultimo aggiornamento 12 marzo 2020