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Comunicato n. 119
Data del comunicato 5 giugno 2015

Editoriale Ministro Lorenzin Newsletter N.18 del 5 giugno 2015

 Il sistema sanitario nazionale italiano, come tutti voi sapete, ha la peculiarità di essere un sistema universalistico, cioè garantisce a tutti i cittadini, e ai non cittadini presenti  in Italia, accesso alle cure praticamente a titolo gratuito, eccetto alcuni farmaci e prestazioni che sono coperti da ticket. Il Fondo sanitario nazionale ammonta a 112 miliardi di euro e copre circa il 7% del Pil dell’Italia. Come vi potete rendere conto è una cifra ben al di sotto della media dei Paesi assimilabili all’Italia e nonostante questo siamo riusciti ancora oggi a garantire un buon livello di assistenza.

La sfida che tutti noi dobbiamo sostenere è riuscire a garantire la sostenibilità del “welfare state” per assicurare la sostenibilità dei sistemi sanitario e pensionistico. L’altra sfida che l’Europa deve sostenere è quella dell’impatto dell’innovazione e della ricerca sui vecchi modelli di programmazione sanitaria: costo dei farmaci innovativi, costo delle tecnologie e la medicina personalizzata. Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione del sistema grazie alla ricerca scientifica, ma che dobbiamo affrontare con strumenti nuovi sia nell’approccio alle relazioni industriali, sia nella capacità di mantenere in Europa investimenti nella ricerca scientifica, nell’industria farmaceutica e in quella dei medical device, sia in una nuova capacità regolatoria sul prezzo. L’altra questione su cui io sto lavorando fortemente in Italia, è far comprendere che lavorare sull’appropriatezza, l’efficienza, la qualità della prestazione e i risparmi, non significa assimilare la spesa sanitaria a qualsiasi altro costo della pubblica amministrazione. Infatti c’è in ballo la salute delle popolazioni europee e dobbiamo considerare questo come il più grande investimento economico e sociale, equiparabile a quello sull’educazione.

Questo tipo di approccio che si basa su un potenziamento della prevenzione, sugli stili di vita e su un aumento della qualità della vita della popolazione europea, ha nel medio periodo un ritorno economico enorme perché significa risparmiare miliardi di euro per il trattamento e le cure delle malattie croniche non trasmissibili. La grande sfida della sanità del prossimo futuro è non fare ammalare le persone sane.

In Italia ho cercato in questi due anni di far comprendere che il nostro sistema salute è anche un grande motore economico, infatti produce circa il 12% del prodotto interno lordo, e se lo colleghiamo alla sicurezza agroalimentare, che sempre è sotto il controllo del ministero della salute in un approccio One Health, fa comprendere come possa essere volano di un sistema industriale legato all’innovazione, alla qualità, all’alta formazione.

Per supportare l’innovazione abbiamo istituito un fondo speciale per i farmaci innovativi, stiamo incentivando la ricerca, a breve sarà presentata la nuova legge sulla ricerca biomedica in Italia, che mira ad attrarre investimenti e a mettere in rete i nostri istituti scientifici con l’industria e il territorio. Miriamo a operare sul trasferimento tecnologico e riuscire a ottimizzare il lavoro di migliaia di ricercatori italiani che ogni anno brevettano nuove scoperte in campo biomedico. Al momento l’Italia è il secondo Hub europeo dell’industria farmaceutica, il nostro sistema di riforme che punta alla concretezza dell’azione mira a sviluppare due punti percentuali Pil in più. Ritengo che questo possa essere il settore trainante per la ripresa italiana.

I nostri due focus per il futuro sono incentrati sulla prevenzione, primaria e secondaria, abbiamo un nuovo piano sulle vaccinazioni che stiamo proponendo anche a livello internazionale nell’ambito del GHSA. Il calo delle vaccinazioni infatti è un vero allarme sanitario mondiale. Così come siamo concentrati sull’attuazione del nuovo piano nazionale della fertilità per promuovere la preservazione della fertilità nella popolazione e legarlo a nuove strategie per incentivare la natalità.

Governare in tempo di crisi non è semplice, ma chi opera in campo sanitario sa che le scelte che poniamo in essere oggi avranno ripercussioni nei prossimi venti o trenta anni. Per questo bisogna  lavorare ora sulle sfide che già conosciamo, il calo demografico e la sostenibilità. Con la riforma messa in campo in Italia riteniamo di recuperare circa 10 miliardi di euro da reinvestire in prevenzione, innovazione e personale. Cosi come pensiamo di riuscire ad attrarre investimenti nuovi per rendere l’Italia  ancora più accogliente per ricercatori e investitori. L’Europa intera ha le stesse opportunità, dobbiamo lavorare ad armonizzare i nostri sistemi, superare inutili campanilismi e ridare speranza e fiducia all’Europa dei popoli.

Beatrice Lorenzin

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Data di pubblicazione: 5 giugno 2015, ultimo aggiornamento 5 giugno 2015