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Comunicato n. 150
Data del comunicato 23 settembre 2014

Consiglio informale dei Ministri della Salute dell'UE conclusioni sessioni stili di vita

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha presentato oggi nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio Informale dei Ministri della Salute dell’UE le conclusioni sulla sessione “Stili di vita e prevenzione dei tumori”. Di seguito le conclusioni del Ministro:

Cari colleghi, signor Commissario, signori delegati,

buongiorno e ben ritrovati.

Diamo avvio alla seconda giornata di lavori, che sarà anch’essa intensa ed interessante.

Abbiamo deciso di proporre per questa terza sessione plenaria uno scambio di opinioni sulla prevenzione dei tumori, e vi abbiamo distribuito un documento di background su tale argomento nelle scorse settimane .

Si tratta, a nostro parere, di un argomento di grande importanza ed attualità per i nostri Paesi e per l’Unione tutta, dal momento che il cancro è la seconda causa più comune di morte (29% per gli uomini e 23% per le donne) ed ogni anno oltre 2,5 milioni di persone nell’Unione ricevono una diagnosi di cancro. Le previsioni sono oltretutto in aumento, anche a causa dell’aumento dell’età media della popolazione.

L’impatto sui sistemi sanitari ed i costi per la società sono già importanti, ma aumenteranno ulteriormente, anche per l’aumentata sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore, grazie alle migliori cure.

Questo quadro ci impone di agire per cercare di contenere l’impatto dei tumori, riducendone l’insorgenza attraverso interventi di prevenzione primaria e secondaria; è infatti stimato che circa un terzo di tutte le forme di cancro potrebbe essere prevenuto modificando o eliminando i fattori di rischio quali il fumo, l’obesità e il sovrappeso, l’inadeguato consumo di frutta e verdura, l’eccessivo consumo di sale, grassi, zucchero, alcol e l’inattività fisica.

L’impegno dei responsabili politici e tecnici della sanità pubblica, a mio parere, deve privilegiare un approccio trasversale, nel rispetto del principio della “salute in tutte le politiche”. Alcuni recenti interventi, quali la nuova direttiva sul fumo di tabacco, vanno nella direzione giusta ma devono essere rafforzati e integrati con altri, inclusi i programmi di screening e di vaccinazione, per i tumori che se ne possono beneficiare, come il tumore del collo dell’utero.

A questo proposito ricordo che l’Italia, d urante il precedente Semestre di Presidenza italiana, fece approvare il programma di screening verso i tumori della mammella, della cervice e del colon retto.

Cari colleghi, vi ringrazio per le indicazioni sulle esperienze dei vostri Paesi e per gli elementi che avete introdotto con la discussione.

Sintetizzo, in conclusione, gli aspetti più significativi sul piano politico del nostro dibattito:

Partendo dalle esperienze fatte nel corso di EPAAC (l’European partnership Action Against Cancer) e con l’avvio della JA Cancon (Comprensive Cancer Control), siamo consapevoli che è necessario continuare ad intraprendere azioni atte a modificare i fattori di rischio noti attraverso stili di vita corretti (con piani nazionali e locali, e possibilmente un approccio comune in ambito UE). In tal senso posso ricordare

o        la lotta al fumo: misure ambientali sfavorenti il fumo (come tassazione, divieto di pubblicità e di vendita ai minori, avvertenze sui pacchetti), tutela dei non fumatori (zone senza fumo,..), campagne di comunicazione

o        l’adozione di una dieta sana (frutta e verdura fresca, cibi con contenuto limitato di zuccheri e grassi, limitato uso degli alcolici). Sottolineo il beneficio di una dieta che si ispiri a quella cosiddetta “mediterranea”

o    una buona attività fisica

o    la riduzione del peso

Abbiamo riaffermato la necessità di un approccio trasversale  e conveniamo sull’opportunità di rafforzare le iniziative per la promozione della salute e la prevenzione non solo negli ambienti di vita ma anche in quelli di lavoro.

La discussione ha anche richiamato l’importanza del ricorso ai vaccini per le malattie croniche prevenibili con essi (HPV- ca. della cervice uterina). Ricordo in proposito che la vaccinazione contro HPV è sempre più universale, riguardando ora uomini e donne.

Il Working Party Salute Pubblica del Consiglio sta predisponendo Conclusioni del Consiglio sulle pratiche vaccinali, che vedremo a dicembre, ove questo elemento è enfatizzato.

E’ stato anche evidenziato come dobbiamo assicurarci, non solo per una questione di equità nell’accesso ma anche per la buona riuscita delle iniziative, che sia data giusta attenzione e garantito l’accesso alle misure di prevenzione ai gruppi socio-economici svantaggiati e l’impegno comune a diffondere la conoscenza sui corretti stili di vita e la prevenzione tra la popolazione a tutte le età e di tutte le condizioni.

Dagli interventi ritengo sia anche scaturita la convinzione comune che sia necessario adottare iniziative per monitorare e valutare l’impatto delle nostre scelte. In questo ambito mi sembra si convenga:

•         sull’opportunità di sfruttare il Cancer Information System del Joint Research Center di Ispra;

•         sull’utilità di studiare sistemi e risorse che possono garantire la qualità della programmazione e soprattutto la comparabilità dei prodotti;

•         sull’opportunità di identificare delle piattaforme che consentano il dialogo tra istituzioni e stakeholders, al fine di incidere sul rapporto tra determinanti della salute e cancro, inclusi i registri tumori.

Infine la discussione, con riguardo allo sviluppo e diffusione di strumenti di diagnosi precoce (screening) di buona qualità ha sottolineato l’importanza di procedere a pianificazioni corrette e ad una buna implementazione delle misure previste, seguendo principi di efficienza ed accessibilità.

Si dovrà lavorare per identificare OBIETTIVI COMUNI (ad es. screening con HPV-test e campagne di vaccinazione per HPV) e superare le differenze di approccio (ad esempio sull’offerta pro-attiva anziché l’invito personale) per evitare livelli diversi di performance, CHE CREANO DISUGUAGLIANZE

Sono sicura che queste azioni potranno efficacemente contribuire a mitigare gli effetti negativi dei tumori, non solo sugli individui, ma anche sui sistemi sanitari nel loro complesso, e sul tessuto familiare, sociale ed economico, ricompensandoci dell’impegno che certamente sarà necessario.

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Data di pubblicazione: 23 settembre 2014, ultimo aggiornamento 23 settembre 2014