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Comunicato n. 54
Data del comunicato 8 marzo 2013

Balduzzi: nessun pericolo cinghiali radioattivi

Il Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi, in relazione alle notizie di contaminazione con cesio 137 di alcuni campioni di cinghiali della Valsesia dichiara che “i livelli di contaminazione riscontrati non costituiscono un rischio per la salute pubblica in considerazione dei limitati consumi di carne di cinghiale e di selvaggina”.

Questa mattina 8 marzo si è tenuta la prima riunione operativa tra i tecnici del Ministero della Salute e i tecnici della Regione Piemonte, alla presenza del comandante dei Carabinieri del Nas, gen. Cosimo Piccinno, e del comandante dei Carabinieri del Noe, gen. Vincenzo Paticchio, sulla questione dei cinghiali della Valsesia sui quali sono stati riscontrati quantità significative di cesio 137. La riunione è durata due ore. Le autorità regionali piemontesi hanno fornito la mappa con le coordinate precise dei luoghi di tutti gli abbattimenti dei cinghiali risultati contaminati. Si tratta di capi abbattuti dai cacciatori tra il 27 settembre 2012 e il 18 novembre 2012. Di ogni animale si conosce l’età e il peso. In allegato la cartina con i luoghi degli abbattimenti.

La legenda per leggere i dati è la seguente:

colore bianco 0-600 becquerel/kg

colore blu 600-1000 becquerel/kg

colore giallo 1000-3000 becquerel/kg

colore rosso >3000 becquerel/kg.

La soglia ammessa è 600b/kg

Nel corso della riunione i tecnici dell’Arpa e dell’IZS di Torino hanno ribadito che la radioattività è stata riscontrata in 27 capi ed è stata finora confermata dalle analisi dell’Izs di Foggia, Centro di referenza nazionale per la ricerca della radioattività nel settore zootecnico e veterinario, a cui sono stati inviati finora nove campioni.

Nel quadriennio 2006-2010, sono stati sottoposti a esami di ricerca del Cesio 137 latte, formaggi, acqua, terra  e fieno riscontrando livelli non trascurabili di radioattività, anche se ampiamente al di sotto dei limiti di legge, con eccezione dei campioni di terra, che hanno evidenziato picchi elevati a seconda dei punti di prelievo, confermando la contaminazione a “macchia di leopardo” già osservata in altre zone d’Italia al momento dell’incidente di Chernobyl. I valori dei campioni prelevati nel 2011 - solo per latte e formaggi - erano nella norma. Al termine della riunione, si è deciso di procedere al campionamento da parte del NOE di terra ed acqua e da parte del NAS di matrici alimentari (selvaggina, frutti di bosco, funghi, latte e formaggi) da sottoporre ad analisi di laboratorio in Istituti nazionali.

L’esito della riunione è stato riferito al dott. Paolo Tamponi – Procuratore della Repubblica di Vercelli – che aveva già aperto un fascicolo processuale contro ignoti per l’articolo 439 c.p. (Avvelenamento di acque e di sostanze alimentari).

Una relazione preliminare  sarà prospettata al  Procuratore il 13 marzo a Vercelli nel corso di incontro con ufficiali del NAS e del NOE.

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Data di pubblicazione: 8 marzo 2013, ultimo aggiornamento 11 marzo 2013