I Carabinieri dei NAS sono costantemente impegnati in servizi istituzionali finalizzati alla verifica del rispetto della corretta conduzione zootecnica degli animali da reddito e del benessere degli animali da compagnia. Solo nelle ultime settimane, numerosi sono stati gli interventi ispettivi presso attività e strutture dedicate all’allevamento di bestiame destinato alla produzione di alimenti di origine animale e di canili / rivendite / ambulatori dove siano gestiti animali per qualunque finalità.

Su oltre 80 obiettivi controllati, i NAS hanno rilevato irregolarità su 23 di questi, riconducibili rispettivamente a 9 allevamenti bovi-bufalini e 5 ovi-caprini, una azienda di suini e una di specie ittiche nonché 7 strutture connesse all’allevamento o detenzione di cani.

Le attività ispettive sugli allevamenti di animali da reddito, svolte anche congiuntamente alle locali ASL ed ai reparti dei Carabinieri Forestali, hanno interessato tutto il territorio nazionale, dalle piccole realtà zootecniche di nicchia presenti nelle malghe alpine, passando per gli allevamenti ovi-caprini anche di periodica movimentazione, fino alle aziende stanziali bufaline campane e bovine della pianura padana.

Gli accertamenti, che in alcuni casi si sono sviluppati anche in attività investigative partendo da verifiche amministrative e di polizia veterinaria, hanno consentito di individuare e sequestrare 2.560 capi tra bufalini, bovini, ovi-caprini e suini, risultati privi di marchi o altri elementi utili all’identificazione, non inseriti nelle banche dati zootecniche e nelle anagrafi veterinarie ufficiali, privi di documenti relativi alla origine e provenienza e, in alcuni episodi, lasciati in carenti condizioni di assistenza. Anche le relative strutture sono state oggetto di provvedimenti di vincolo e di blocco dell’attività di movimentazione dei capi detenuti: complessivamente sono stati sequestrati 16 allevamenti e aree pertinenti (stalle di sosta, locali di lavorazione e di deposito delle materie prime, rivendite di prodotti attigue), segnalando alle Autorità giudiziarie e amministrative-sanitarie di rispettivi titolari. Due particolari situazioni sono emerse nel corso di distinti interventi dei NAS di Latina e di Salerno dove:

  • in provincia di Frosinone, il titolare di un allevamento ovi-caprino è stato deferito all’Autorità giudiziaria per aver mantenuto gli animali all’interno di un insediamento in presenza di un consistente e incontrollato deposito di rifiuti ingombranti parzialmente combusti, carcasse e resti di animali. Stante la situazione di grave insalubrità e la mancanza di corretta identificazione dei capi, è stato disposto il sequestro dei 268 ovi-caprini e dei 10 bovini presenti nonchè il blocco della movimentazione dell’intera azienda, eseguito congiuntamente al locale Servizio veterinario ASL e ai Carabinieri Forestali. Nel medesimo contesto, è stato sequestrato, all’interno di un annesso locale adibito a magazzino, un frigo-congelatore contenente carcasse e varie carni sezionate risultate prive di tracciabilità e provento di macellazione condotta clandestinamente e priva di controlli veterinari;
  • in provincia di Salerno, nell’ambito di un controllo presso un allevamento ittico con annessa rivendita, il NAS ha proceduto al sequestro e contestuale sottrazione dall’immissione in commercio di 880 kg di prodotti ittici detenuti in precarie condizioni di conservazione e privi di tracciabilità, nonché la sospensione dell’attività dell’esercizio di vendita per carenze igienico-sanitarie e strutturali dei locali.

Tra le strutture risultate irregolari alle verifiche dei NAS, ve ne sono anche 6 funzionanti come canili ed allevamenti di cani, nelle quali sono stati rilevati carenti condizioni igieniche e strutturali degli ambienti destinati al ricovero e sgambatura, numero di box e spazi insufficienti e in alcuni casi costruiti abusivamente. Gli esiti degli interventi hanno richiesto il sequestro delle citate strutture irregolari, contenenti complessivamente 768 cani, denunciando 7 persone tra titolari di canili, allevatori e medici veterinari e segnalando ulteriori 3 persone all’Autorità sanitaria. I principali reati contestati sono il maltrattamento e l’abbandono di animali, causato sia dal mantenimento di cani in condizioni incompatibili con la loro natura e dal mancato rispetto del benessere (mancanza di igiene, sovraffollamento), sia per interventi chirurgici di conchectomia (taglio delle orecchie) a scopo estetico e non motivati da ragioni patologiche, eseguiti da allevatori di particolari razze con la complicità di medici veterinari.

Tra gli interventi più recenti, il NAS di Roma è intervenuto presso un canile privato della provincia, denunciando il gestore per aver adibito aree di ricovero abusive e prive di requisiti, al fine di aumentare la capienza e agevolare gli ingressi di cani randagi affidati dai comuni convenzionati e ricevere maggiori somme di denaro dagli stessi per l’affidamento in custodia. Nell’operazione, eseguita unitamente al Servizio veterinario ASL, è stato sequestrato penalmente l’intero canile e i 309 cani ospitati, di diverse razze e taglie, di cui 191 risultati in esubero. Contestato al responsabile anche il maltrattamento degli animali, detenuti in spazi insufficienti e incompatibili con il benessere e le loro primarie necessità.

Roma, 22 marzo 2018


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Data di pubblicazione: 26 marzo 2018, ultimo aggiornamento 26 marzo 2018