Sempre vigili e attenti i Carabinieri del NAS nel contrastare irregolarità, truffe e comportamenti illeciti nel comparto sanitario al fine di tutelare la salute dei cittadini.

In tale contesto, i Carabinieri del NAS di Genova hanno denunciato alla locale Procura della Repubblica il titolare di un centro estetico della provincia dove una cliente aveva riportato lesioni personali dopo essersi sottoposta ad un trattamento di abbronzatura integrale. La denuncia è scattata quando i militari hanno accertato che l’apparecchiatura utilizzata dalla donna per il trattamento estetico non era stata sottoposta alla revisione tecnica periodica da parte di personale qualificato, così come prescrive la normativa di settore.

Il NAS di Viterbo, a conclusione di accertamenti intrapresi nell’ambito dei servizi di controllo presso gli ambulatori odontoiatrici della provincia, ha denunciato alla locale Procura della Repubblica il titolare e il direttore sanitario di un ambulatorio dentistico di Viterbo. Questi, infatti, avevano consentito l’esecuzione di pratiche anestetiche di sedazione cosciente del paziente mediante la tecnica denominata “ansiolisi”, nel corso di interventi chirurgici di particolare complessità, in ambiente non protetto e in assenza dei requisiti minimi e dei titoli autorizzativi previsti dalla normativa regionale.

I Carabinieri del NAS di Caserta hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria l’amministratore di un ente di soccorso e trasporto infermi per aver utilizzato un’ambulanza sprovvista di autorizzazione sanitaria che, nella circostanza, è stata sottoposta a sequestro.

I Carabinieri del NAS di Latina, infine, nell’ambito del monitoraggio sulla eventuale incompatibilità dei dirigenti medici del Servizio Sanitario Regionale, hanno scoperto che un medico di continuità assistenziale dell’Azienda sanitaria di Rieti esercitava illecitamente, presso una struttura privata accreditata di Latina, attività medica contrastante con le proprie prerogative ed il proprio ruolo, attestando falsamente condizioni e requisiti di compatibilità. Ne è conseguito che l’Azienda USL di Rieti, indotta in errore dal comportamento truffaldino del professionista, ha erogato un ingiusto compenso di oltre 150 mila euro per l’attività medica prestata dal 2013 al 2017.


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Data di pubblicazione: 16 febbraio 2018, ultimo aggiornamento 16 febbraio 2018