Il NAS di Palermo, unitamente al personale dell’A.S.P. di Agrigento, ha effettuato un’ispezione igienico sanitaria presso i locali del servizio 118 e il presidio territoriale di emergenza di un paese dell’entroterra siciliano. Nel corso del controllo, gli operatori hanno evidenziato gravissime criticità igienico sanitarie. Il Servizio Igiene Ambienti di Vita (S.I.A.V.) e il Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (S.PRE.S.A.L.) dell’A.S.P. di Agrigento, in regime di autotutela e anche per la difesa della salute dei lavoratori impiegati nelle strutture, hanno disposto l’immediata chiusura dei due presidi. Per le violazioni accertate, i Carabinieri hanno deferito il responsabile delle strutture all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di aver violato i requisiti minimi per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il NAS di Bari, a conclusione di una complessa attività investigativa, ha denunciato 7 persone, impiegate con diverse mansioni presso una residenza socio sanitaria assistenziale per anziani. Tutti gli indagati sono accusati di essere responsabili, a vario titolo, di omissione d’atti d’ufficio, mentre il personale avete ruolo dirigenziale dovrà rispondere anche dell’addebito di non aver attuato le dovute procedure di formazione e informazione del personale dipendente.

Il NAS di Alessandria, unitamente alla Commissione di Viglianza dell’ASL Asti, ha effettuato dei controlli mirati nel campo delle strutture ricettive per anziani. Durante gli accertamenti gli operatori hanno rinvenuto all’interno di una comunità per anziani quattro ospiti parzialmente autosufficienti, che la struttura non era autorizzata ad accogliere in quanto non organizzata per la loro assistenza. L’attività, in contrasto con le normative di settore vigenti nella Regione Piemonte, è stata oggetto di prescrizioni finalizzate ad assicurare la sua immediata cessazione.

Il NAS di Bologna, a conclusione di serrate indagini nel settore degli animali d’affezione, ha deferito in stato di libertà due persone alla Procura della Repubblica di Ravenna con le accuse di commercio e somministrazione di medicinali guasti e maltrattamenti di animali. Nello specifico, i Carabinieri hanno accertato che i due indagati, rispettivamente legale rappresentanti e medico veterinario di un canile romagnolo, avevano omesso di eseguire accertamenti diagnostici atti a individuare con certezza le patologie a carico degli animali di affezione a loro affidati. La criminale negligenza, sommata alla somministrazione di medicinali scaduti e a terapie non corrette, aveva peggiorato le condizioni di salute degli animali, configurando quindi il reato di maltrattamento nei loro confronti.


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Data di pubblicazione: 9 luglio 2018, ultimo aggiornamento 9 luglio 2018