Immagine del Presidente Napolitano durante il suo intervento

“Ridurre il numero di ospedali e di unità operative per realizzare contemporaneamente un’offerta assistenziale più qualificata e differenziata per intensità di cura, organizzata al proprio interno secondo modalità innovative e flessibili, più rispondente sia alle necessità dell’emergenza sia a quelle della riabilitazione e integrata in una rete di ospedali, dialoganti fra di loro, e con l’assistenza territoriale domiciliare e residenziale”.

Questo è uno degli obiettivi illustrati dal Ministro della Salute Renato Balduzzi in occasione della presentazione della Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011, che si è tenuta a Roma, presso l’Auditorium del Ministero, il giorno 11 dicembre 2012, in diretta web.

Intervenendo dopo l’apertura del prof. Giovanni Simonetti, coordinatore del comitato editoriale per la stesura della RSSP 2011, il Ministro ha anche citato alcuni dati della relazione che riguardano le prestazioni più conosciute: “nel 2011 abbiamo avuto circa 10 milioni di ricoveri ospedalieri, oltre 770 milioni di prestazioni di specialistica ambulatoriale e di laboratorio analisi, oltre 1 miliardo di confezioni di farmaci di classe A distribuite. La spesa complessiva è stata di 112,9 miliardi di euro, con un valore medio pro-capite pari a 1.862 euro, e un incremento percentuale dell’1,4% rispetto al 2010”.

E ancora: ”L’offerta dei servizi è vasta e variegata e comprende, tra l’altro, l’assistenza domiciliare, la salute mentale, la sorveglianza epidemiologica, i controlli di prevenzione, le vaccinazioni, la sanità veterinaria. I servizi di assistenza domiciliare, ad esempio, mostrano un incremento di attività e raggiungono il 4% degli anziani”.
“Nel settore della sicurezza alimentare, le attività ispettive condotte dalle Asl hanno realizzato il controllo su alimenti e bevande in quasi 360.000 unità operative, delle quali il 14,8% ha mostrato infrazioni.
Circa la sicurezza nei luoghi di lavoro, stime INAIL registrano una riduzione degli infortuni sul lavoro del 6% rispetto all’anno precedente, e si deve fare qualcosa di più.
Il Servizio sanitario nazionale si fa anche carico delle situazioni più rare e più complesse da trattare. Sono oltre 150.000 le segnalazioni ricevute dal registro nazionale delle malattie rare, con più di 500 diverse malattie rare diagnosticate.
Nel settore dei trapianti, il numero complessivo dei donatori di organi è stato nel 2011 di 1.319 persone, contro 1.301 dell’anno precedente (+1.4%); i donatori di cornee sono aumentati del 9% (oltre 7.300 donatori); per le cellule staminali emopoietiche il numero dei donatori iscritti al Registro Italiano ha superato i 400.000 (+3%)”.

L’evento si è concluso con un breve discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha evidenziato il forte cambiamento delle condizioni economiche e quindi le possibilità di spesa dell'Italia dal 1978, quando è stato concepito l'attuale sistema sanitario italiano.

Sottolineando la bontà del sistema, il Presidente Napolitano ha rilevato che il "disegno del servizio sanitario nazionale è andato anche al di là del dettato dell'art. 32 della Costituzione, quando si dice 'prestare cure gratuite agli indigenti'. Ma così garantendo cure gratuite per tutti, si è fatta "una scelta di civiltà" che deve essere salvaguardata.

Per questo motivo, ha aggiunto il Capo dello Stato, "la logica della spending review dovrebbe essere quella di modificare meccanismi e strutture che generano spesa abnorme, spesa non sostenibile e talvolta provocano anche degenerazioni e perfino degenerazioni corruttive. Bisogna poi valutare seriamente i risparmi di spesa che discendono da queste modifiche, chiamiamole strutturali".

"Io ritengo - ha aggiunto il Presidente Napolitano - che la prospettiva debba essere quella di proseguire nel prossimo futuro secondo quella visione che è una visione di selezione attenta degli interventi di riduzione e contenimento della spesa, attraverso provvedimenti che siano davvero di innovazione e di razionalizzazione del sistema, senza nulla togliere alla sua logica ispiratrice, senza nulla togliere ai diritti che abbiamo riconosciuto via via a tutti i cittadini ma chiedendo, anche in ragione della loro capacità effettiva di reddito, della loro effettiva capacità economica, ai cittadini che sono in condizioni di dare maggiori contributi di darli, anche al finanziamento di un sistema sanitario pubblico e, in larga misura, anche però fondato sul privato, un privato che deve sottostare a regole più severe e a controlli più oculati di quanto non si sia fatto per lungo tempo".

"Sulla sanità è l'ora delle scelte attente e selettive per salvaguardare un titolo di civiltà"

"Il servizio sanitario nazionale ha fatto del nostro paese uno dei paesi più avanzati. Bisogna non regredire, bisogna non abbandonare quella scelta, non abbandonare quella postazione che è titolo di civiltà per il nostro Paese ma bisogna effettivamente sapere intervenire in modo puntuale, con grande attenzione selettiva". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al ministero della Salute alla presentazione della Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011.

Il Capo dello Stato nel suo intervento ha richiamato quanto siano cambiate le condizioni economiche e quindi le possibilità di spesa dell'Italia dal 1978 quando è stato concepito l'attuale sistema sanitario italiano. Sottolineando la bontà del sistema, il Presidente Napolitano ha rilevato che il "disegno del servizio sanitario nazionale è andato anche al di là del dettato dell'art. 32 della Costituzione, quando si dice 'prestare cure gratuite agli indigenti'. Ma così garantendo cure gratuite per tutti, si è fatta "una scelta di civiltà" che deve essere salvaguardata.

Per questa ragione, ha aggiunto il Capo dello Stato, "la logica della spending review dovrebbe essere quella di modificare meccanismi e strutture che generano spesa abnorme, spesa non sostenibile e talvolta provocano anche degenerazioni e perfino degenerazioni corruttive. Bisogna poi valutare seriamente i risparmi di spesa che discendono da queste modifiche, chiamiamole strutturali".

"Io ritengo - ha aggiunto il Presidente Napolitano - che la prospettiva debba essere quella di proseguire nel prossimo futuro secondo quella visione che è una visione di selezione attenta degli interventi di riduzione e contenimento della spesa, attraverso provvedimenti che siano davvero di innovazione e di razionalizzazione del sistema, senza nulla togliere alla sua logica ispiratrice, senza nulla togliere ai diritti che abbiamo riconosciuto via via a tutti i cittadini ma chiedendo, anche in ragione della loro capacità effettiva di reddito, della loro effettiva capacità economica, ai cittadini che sono in condizioni di dare maggiori contributi di darli, anche al finanziamento di un sistema sanitario pubblico e, in larga misura, anche però fondato sul privato, un privato che deve sottostare a regole più severe e a controlli più oculati di quanto non si sia fatto per lungo tempo".


Signor Presidente della Repubblica,

Autorità, Signore e Signori,

l’odierno non è un rituale scontato, ma il momento più importante nella comunicazione sanitaria del nostro Paese: l’informativa al Parlamento, e per esso ai cittadini, sullo stato di salute della popolazione e sull’attuazione delle politiche sanitarie.

Un’informativa voluta dalla stessa legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale, la legge n. 833 del 1978, confermata poi nelle riforme sanitarie degli anni Novanta e resa quest’anno particolarmente preziosa, Signor Presidente della Repubblica, proprio dalla Sua presenza, verso il termine di un settennato scandito da una costante attenzione alle tematiche del diritto alla salute e dell’organizzazione del sistema sanitario.

È una fotografia vera, che ho voluto tornasse alla sua prescritta scadenza annuale, al fine di consentire di poter valutare meglio, anche in parallelo e in raffronto con altri strumenti di analisi e di informazione, il cammino sanitario del nostro Paese. E ringrazio tutti quanti, nel Ministero della Salute, hanno consentito di rispettare questo impegno.

Una fotografia, inoltre, in grado di offrire alla discussione pubblica sul Servizio sanitario nazionale una base sicura di dati validati e certificati, così da creare le premesse per un dibattito costruttivo, meno emozionale e più ragionato, sul suo stato attuale e sulle sue prospettive future. La traduzione inglese, quest’anno integrale, potrà fornire agli addetti ai lavori e alle opinioni pubbliche di altri Paesi elementi conoscitivi aggiornati sul nostro sistema.

Sia l’intervento del coordinatore della Relazione, prof. Simonetti, sia il breve filmato hanno già tracciato le coordinate fondamentali di un comparto complesso, maturo, che rappresenta qualche cosa di cui, come italiani (ha avuto modo di osservarlo recentemente il Presidente del Consiglio dei Ministri, sen. Mario Monti), andiamo giustamente fieri.

Il Servizio sanitario nazionale effettua ogni giorno centinaia di migliaia di atti sanitari e di prestazioni per i cittadini, attraverso le sue strutture pubbliche e con il concorso degli enti e delle strutture accreditati. Cito solo alcuni dati che riguardano le prestazioni più conosciute: nel 2011 abbiamo avuto circa 10 milioni di ricoveri ospedalieri, oltre 770 milioni di prestazioni di specialistica ambulatoriale e di laboratorio analisi, oltre 1 miliardo di confezioni di farmaci di classe A distribuite. La spesa complessiva è stata di 112,9 miliardi di euro, con un valore medio pro-capite pari a 1.862 euro, e un incremento percentuale dell’1,4%  rispetto al 2010.

L’offerta dei servizi è vasta e variegata e comprende, tra l’altro, l’assistenza domiciliare, la salute mentale, la sorveglianza epidemiologica, i controlli di prevenzione, le vaccinazioni, la sanità veterinaria. I servizi di assistenza domiciliare, ad esempio, mostrano un incremento di attività e raggiungono il 4% degli anziani. Lo studio epidemiologico nazionale “Sentieri” ha misurato lo stato di salute della popolazione residente in prossimità dei SIN (siti di interesse nazionale), indicando che esso, per quanto sinora rilevato attraverso l’analisi della mortalità, è meno favorevole di quello della popolazione di riferimento regionale. Il sistema dei controlli di prevenzione è articolato e diffuso, e anche questo segna la differenza rispetto a tanti Paesi dell'Unione europea. Nel settore della sicurezza alimentare, le attività ispettive condotte dalle Asl hanno realizzato il controllo su alimenti e bevande in quasi 360.000 unità operative, delle quali il 14,8% ha mostrato infrazioni. Circa la sicurezza nei luoghi di lavoro, in tutte le regioni risultano costituiti i relativi Comitati regionali di coordinamento. Stime INAIL sull’andamento degli infortuni sul lavoro nell’anno 2011 registrano una riduzione del 6% rispetto all’anno precedente, e si deve fare qualcosa di più.

Il Servizio sanitario nazionale si fa anche carico delle situazioni più rare e più complesse da trattare. Sono oltre 150.000 le segnalazioni ricevute dal registro nazionale delle malattie rare, con più di 500 diverse malattie rare diagnosticate (tra le cause più frequenti, le malformazioni e le malattie del sistema nervoso).

Nel settore dei trapianti, infine, il numero complessivo dei donatori di organi è stato nel 2011 di 1.319 persone, contro 1.301 dell’anno precedente (+1.4%); i donatori di cornee sono aumentati del 9% (oltre 7.300 donatori); per le cellule staminali emopoietiche il numero dei donatori iscritti al Registro Italiano ha superato i 400.000 (+3%).

Vorrei però dedicare il mio intervento non tanto alla sintesi della Relazione 2011 o alla sottolineatura dei suoi aspetti caratterizzanti quanto piuttosto, alla luce dei dati e delle informazioni che essa offre, ai percorsi seguiti nel 2012 e che potrebbero essere utilmente proseguiti negli anni a venire, nonché alle principali criticità da prendere in considerazione.

2012: l’anno della crisi affrontata

La sanità italiana ha offerto un significativo contributo alle politiche adottate dal governo per l’uscita dalla crisi finanziaria ed economica che attraversa il nostro Paese. Lo ha fatto in condizioni di particolare difficoltà, per numerosi motivi.

In primo luogo, attraverso la compressione della dotazione delle risorse finanziarie del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Per quanto sia stata significativa, la riduzione del finanziamento ha comunque preservato la funzione primaria del sistema sanitario di prevenire e temperare gli effetti della crisi sulle condizioni di salute della popolazione.

L’interruzione per il 2011-2012 del finanziamento del Fondo nazionale per la non autosufficienza, che si intende adesso rivitalizzare, non solo ha trasferito sul bilancio della sanità gli oneri per i servizi sociali ad elevata integrazione sanitaria, ma ha anche comportato ulteriori problemi all’organizzazione e al funzionamento della componente territoriale del Ssn svolta in collaborazione coi Comuni, su cui insiste particolarmente la nuova domanda di assistenza da parte delle categorie più vulnerabili, indotta dalla crisi economica. Ed è proprio per questo che intendiamo oggi rivitalizzare il Fondo.

Infine, non va dimenticato che il nostro Ssn ha affrontato la crisi con una dotazione di risorse in sanità inferiore a quella degli altri Paesi Ocse: i dati più recenti mostrano come la spesa sanitaria pubblica italiana sia cresciuta di appena l'1,6% annuo, a fronte del 4% osservato nel complesso dei Paesi Ocse.

Sui problemi immediati posti dal doveroso contributo della sanità alle politiche di bilancio si sono innestate le esigenze di modernizzazione del sistema che la crisi economica ha semplicemente acuito e reso più manifeste e di più urgente soluzione. Tali esigenze sono state affrontate attraverso una “manutenzione straordinaria” per rivedere, riqualificare e riorganizzare il sistema assicurando l'invarianza dei servizi ai cittadini. Il cambiamento impresso alle politiche sanitarie nel rispetto dei principi fondamentali del Ssn si propone di  rendere il suo funzionamento più aderente alle trasformazioni sociali, alla nuova struttura della popolazione e ai cambiamenti dell’epidemiologia, migliorando al contempo la sua sostenibilità, per prevenire i futuri problemi di fabbisogno (da anni segnalati anche in sede Ocse e di recente ricordati dal Presidente del Consiglio) e renderlo più consonante con gli obiettivi di finanza pubblica.

I due pilastri su cui poggia questa trasformazione sono indicati dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 (c.d. spending review), che stabilisce la revisione della rete ospedaliera sulla base di standard quali-quantitativi e dal decreto legge 13 settembre 2012, convertito dalla legge 8 novembre 2012 n. 189 (disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute), che riguarda tra l'altro la nuova configurazione dell’esercizio della medicina generale e dell’assistenza primaria sul territorio.

Il nuovo ruolo dell’assistenza primaria e della medicina generale

Gli orientamenti internazionali indicano che l’assistenza primaria ha un ruolo centrale nella prossimità ai cittadini e ai loro bisogni di salute, consentendo l’idonea risposta a molte condizioni cliniche, evitando il ricorso inappropriato al pronto soccorso e al ricovero ospedaliero. La riforma introdotta con il decreto-legge n. 158 stabilisce il potenziamento e l’organizzazione a rete dell’assistenza primaria, l’integrazione con il settore sociale anche in riferimento all’assistenza domiciliare e con i servizi ospedalieri nella fase sia pre- sia post-ricovero. Per quanto riguarda la medicina generale e la pediatria di libera scelta sono inoltre previste forme innovative di organizzazione quali i team multiprofessionali e multidisciplinari, caratterizzate da modalità proattive e centrate sulla persona, tali da garantire l’accesso ai servizi per tutto l’arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, anche grazie al ruolo unico della medicina generale.

Ospedali più qualificati, più sicuri, più integrati

Gli ospedali italiani hanno una lunga tradizione storica e professionale e sono un patrimonio che non si può sottovalutare. Occorre però renderli più adeguati alle sfide della moderna medicina e più pronti alla prossima sfida europea di una sanità senza frontiere, assicurando la loro rispondenza a puntuali requisiti di accreditamento che garantiscano un'adeguata omogeneità di standard assistenziali fra le Regioni e la loro competitività rispetto agli altri Paesi. Il regolamento sugli standard ospedalieri, previsto dalla spending review, e l’Intesa Stato-Regioni sui requisiti di accreditamento delle strutture sanitarie sono indirizzati a questi scopi. L’obiettivo è di ridurre il numero di ospedali e di unità operative per realizzare contemporaneamente un’offerta assistenziale più qualificata e differenziata per intensità di cura, organizzata al proprio interno secondo modalità innovative e flessibili, più rispondente sia alle necessità dell’emergenza sia a quelle della riabilitazione e integrata in una rete di ospedali, dialoganti fra di loro, e con l’assistenza territoriale domiciliare e residenziale. Se faremo così, l'applicazione della direttiva sull'assistenza trans-frontaliera non sarà un problema ma una grande opportunità.

Innovazione, ricerca e formazione continua

Le politiche per la salute sono uno dei settori a più alto tasso di innovazione tecnologica e organizzativa, che investe sia le prestazioni, i servizi erogati e i relativi processi di produzione, sia l’amministrazione e la gestione del sistema produttivo. Inoltre, il settore sanitario occupa principalmente personale ad alto livello di qualificazione professionale, prodotto di lunghi processi di formazione pre- e post-laurea e di un pressoché costante “apprendimento sul campo”.

Un sistema sanitario che non sia in grado di mantenere il passo con l’innovazione rischia la perdita di fiducia e la disaffezione dei suoi operatori e dei suoi destinatari, un pericolo costante per la sua sostenibilità sociale, ancora più rilevante della semplice sostenibilità economica. Per questo, e tanto più in una fase di forte rinnovamento, la ricerca in tutte le sue accezioni (quella di base, quella clinica e quella organizzativa, epidemiologica e giuridico-economica) è un’attività essenziale che deve essere esercitata in tutte le strutture del Ssn da un personale costantemente qualificato e ri-qualificato. Sono consapevole, signor Presidente della Repubblica, di toccare un tema sul quale più e più volte Ella in questi anni è tornato, da ultimo in occasione della Giornata nazionale per la ricerca contro il cancro, lo scorso 9 novembre al Palazzo del Quirinale.  

L’azione di governo ha dedicato particolare attenzione sia alla formazione sia alla ricerca, elaborando il programma nazionale di educazione continua in medicina ed emanando il bando per la ricerca sanitaria finalizzata per il 2011-2012 ai sensi dell’art. 12-bis del d.l.gs. n. 502/92. Quest’ultimo ha impegnato oltre 136 milioni di euro, di cui metà per progetti clinico-assistenziali e organizzativi e metà per ricerca traslazionale. Le otto aree tematiche indicate (dismetabolismi e patologie cardiovascolari, patologie neurologiche, oncologia, infezioni e immunità, nuove biotecnologie, sicurezza alimentare e benessere animale, patologie di origine ambientale, sicurezza negli ambienti di lavoro e patologie occupazionali) comprendono al loro interno la ricerca di base e traslazionale, la ricerca clinica e quella valutativa, per garantire la piena integrazione fra tutte le attività conoscitive di ambito sanitario. Una specifica attenzione è dedicata ai progetti realizzati “in rete” tra diversi enti, a quelli presentati da giovani ricercatori e alle collaborazioni con ricercatori italiani all’estero, nonché a progetti cofinanziati con il comparto industriale.

Decisivo appare l’impegno a diffondere programmi di ricerca, di formazione e di trasferimento di soluzioni organizzative condivisi con tutti i punti della rete assistenziale, compito cui è chiamata principalmente l'ormai ampia rete degli IRCCS per svolgere appieno la sua funzione di ricerca nell’ambito delle istituzioni del SSN.

La salute oltre la sanità

Molte malattie sono causate da fattori ambientali, sociali, economici che impongono l’adozione di politiche intersettoriali nel campo del lavoro, dell’ambiente, della scuola. È cresciuta la consapevolezza del peso dei determinanti sociali e ambientali della salute,  spesso inestricabilmente intrecciati a quelli individuali e comportamentali.

Stiamo rafforzando le nostre collaborazioni con gli altri settori economici e sociali e dovremo ulteriormente insistere su questa strada per ridurre i rischi legati alla scorretta alimentazione, alla vita sedentaria, al gioco patologico, all’inquinamento ambientale (su alcuni di questi fattori di rischio è intervenuto il decreto-legge n. 158).

È continuato il monitoraggio dei siti d’interesse nazionale, tra cui quello di Taranto, così come l’impegno contro l’inquinamento da amianto e da altre sostanze (sull’amianto richiamo la recentissima II Conferenza governativa nazionale di Venezia), anche attraverso l’appostamento di  risorse dedicate.

Una speciale attenzione è stata rivolta al sostegno di iniziative di contrasto alle diseguaglianze, di cui già il riparto delle risorse per il 2012, appena divenuto efficace, contiene una significativa traccia, che credo debba essere sempre di più approfondita.

Universalismo, trasparenza e fiducia

Il Ssn è la “casa comune” per tutti i cittadini e per le persone presenti sul territorio nazionale. Questo principio di universalità del diritto di accesso alle prestazioni e ai servizi del Ssn è profondamente intrecciato sia con il principio di trasparenza nella valutazione dei suoi risultati e nell'individuazione dei suoi dirigenti più capaci, sia con il principio di legalità nello svolgimento scrupoloso dei procedimenti amministrativi. È necessario che tutti sappiamo rendere conto dei risultati ottenuti, dell’uso appropriato ed efficiente delle risorse affidate, dell’autonomia e del disinteresse con cui sono prese le decisioni.

La crisi infatti non è solo economica, è anche crisi di fiducia e di rappresentanza che richiede una risposta straordinaria e un credibile impegno individuale e collettivo, insieme all’alto senso di responsabilità e al rigore di chi amministra e soprattutto di chi amministra un bene pubblico così prezioso come la salute, che la saggezza e il realismo dei nostri padri costituenti vollero qualificare come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività e saldare strettamente con il principio costituzionale di eguaglianza sostanziale.

Ecco perché la Sua presenza, signor Presidente della Repubblica, è stata oggi qui particolarmente importante: nel corso del Suo mandato Ella ha incarnato in modo singolare ed elevato sia il precetto costituzionale rivolto ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, che hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, sia l’attenzione costante al Servizio sanitario nazionale. E mi permetta, in conclusione, di riprendere un passaggio molto incisivo del Suo già menzionato intervento del 9 novembre scorso, là dove Ella ha giudicato il nostro Ssn come “pienamente compatibile anche con una prospettiva di maggiore selezione e contenimento della spesa pubblica, a patto che (…) ci sia ricerca di soluzioni razionalizzatrici e innovative. Infatti, se dobbiamo guardarci dai giudizi e dagli interventi sommari, dobbiamo anche guardarci da atteggiamenti puramente difensivi, conservativi dell'esistente".

Il Ministero nella cui sede ci troviamo è chiamato dalla vigente legislazione italiana ed europea a compiti sempre più impegnativi all’interno del Servizio sanitario nazionale, proprio al fine di coniugare autonomia e responsabilità, regionalizzazione e tutela uniforme del diritto alla salute. A nome del Ministero della Salute, ma sicuro di interpretare il sentimento della stragrande maggioranza del popolo italiano, Le voglio esprimere, signor Presidente della Repubblica, tutta la nostra affettuosa gratitudine.




La Relazione sullo stato sanitario del Paese, ai sensi dell’articolo 8, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833, costituisce lo strumento attraverso il quale il Ministro della salute informa annualmente il Parlamento, e conseguentemente i cittadini, sullo stato di salute della popolazione e sull’attuazione delle politiche sanitarie, ed è stata altresì indicata, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, quale strumento di valutazione del processo attuativo del Piano Sanitario Nazionale.

Appare doveroso ringraziare il Comitato Editoriale, il Comitato Redazionale e gli Autori tutti per il contributo fornito alla stesura della Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2011.

Nello specifico, in considerazione del breve tempo a disposizione, passerò in rassegna solo alcune delle principali evidenze della Relazione 2011.

L’ANALISI DEL CONTESTO:

 Quadro epidemiologico e stili di vita

L’analisi della mortalità per causa, sulla base dei dati ISTAT, conferma che le malattie del sistema circolatorio sono la prima causa di morte (38,2% dei decessi), seguite dai tumori (29,7% dei decessi).

I dati ISTAT indicano inoltre che la prevalenza del diabete mellito in Italia è in regolare aumento nell’ultimo decennio, risulta infatti diabetico il 4,9% della popolazione, pari a circa 3 milioni di persone.

Sovrappeso e obesità rappresentano una sfida rilevante per la sanità pubblica: i dati del sistema PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) mostrano che il 32% degli adulti risulta in sovrappeso, mentre l’11% è obeso: complessivamente, quindi, più di quattro adulti su dieci (42%) sono in eccesso ponderale.

ATTUAZIONE DELLE LINEE PRIORITARIE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI SALUTE:

Prevenzione

L’attuale quadro epidemiologico, caratterizzato dalla prevalenza delle malattie cronico-degenerative, richiede di focalizzare l’interesse sulla promozione della salute. Nell’ambito degli interventi di attuazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012, tutte le Regioni e Province Autonome (ad eccezione di Valle d’Aosta e Bolzano) hanno adottato i propri Piani Regionali di Prevenzione, per un totale di oltre 700 progetti/programmi.

La Macroarea maggiormente “frequentata” (oltre il 60% dei programmi/progetti) è proprio quella della prevenzione universale e, all’interno di questa, molta attenzione è rivolta dalle Regioni/PA agli interventi di promozione di stili di vita salutari e di prevenzione dei comportamenti a rischio con particolare riferimento ai progetti di prevenzione del tabagismo, di contrasto alle tossicodipendenze, all’abuso di alcool e alle problematiche emergenti quali il gioco d’azzardo patologico.

Assistenza Primaria

Per poter rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni di salute è necessaria una risposta di sistema che riorganizzi i servizi sanitari territoriali e a tal fine, le indicazioni programmatorie nazionali rivolgono particolare attenzione alla riorganizzazione delle cure primarie.

Per l’anno 2011, con l’Accordo Stato-Regioni 20 aprile 2011, è stata confermata la destinazione del 25% delle risorse totali vincolate agli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale, per progetti finalizzati a realizzare e/o potenziare la rete di assistenza territoriale.

I progetti presentati dalle Regioni/PPAA hanno impegnato complessivamente circa 346 milioni di euro per l’attuazione di Case della Salute in Toscana, Molise, Marche e Umbria, Nuclei di Cure Primarie (NCP), in particolare in Emilia Romagna, e Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP) in particolare in Veneto.

Trapianti e Sistema trasfusionale

La rete trapiantologica italiana, come ridefinita dall’Accordo Stato-Regioni 13 ottobre 2011 con cui sono stati precisati alcuni profili organizzativi e tecnici, ha permesso di posizionare il Sistema Nazionale Trapianti ai primi posti europei per qualità, sicurezza ed efficacia.

Nel 2011 il numero complessivo dei donatori è stato 1.319 contro i 1.301 dell’anno precedente, con una crescita totale dell’1,4%. Il totale dei pazienti in lista d’attesa nel 2011 è stato pari a 8.783, con una diminuzione significativa (–7,44%). Un dato molto importante registrato nel 2011 è stato l’aumento del 13% dei trapianti di rene da vivente.

Con riferimento al servizio trasfusionale nazionale, i dati più aggiornati evidenziano che nel 2010 sono state effettuate, complessivamente, 3.199.787 donazioni, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente. L’indice complessivo delle donazioni a livello nazionale è di 53‰ nel 2010, dato significativamente superiore alla media degli Stati membri del Consiglio di Europa, che è pari a circa 43‰.

QUALITÀ DEL SISTEMA, RISORSE E MONITORAGGIO DEI LEA

Assistenza farmaceutica

L’anno 2011 si è caratterizzato per una continua riduzione della spesa farmaceutica territoriale a carico del SSN, in particolare nei primi nove mesi del 2011 la spesa ha registrato una riduzione del 3,7%.

Tuttavia, i consumi hanno subito un incremento, seppure di modesta entità (+1,2%); questo è in linea con i fattori demografici di invecchiamento della popolazione e la cronicizzazione di alcune patologie.

In presenza di consumi in lieve aumento e di un effetto mix costante, la riduzione dei prezzi (–5,2%) è stata la principale causa della contrazione della spesa.

La conferma di un trend consolidato di riduzione della spesa farmaceutica è stata ulteriormente rafforzata dalla genericazione di importanti molecole. Le scadenze dei diritti di tutela brevettale producono automaticamente e per legge abbattimenti dei costi, che nel 2011 hanno consolidato una riduzione media prossima al 50% rispetto ai prezzi dei farmaci originatori di riferimento, realizzando importanti risparmi destinati alla copertura finanziaria delle terapie più innovative.

Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS)

Nel 2011 si é riscontrato un notevole miglioramento, in termini di completezza e qualità, delle informazioni trasmesse attraverso i flussi informativi del NSIS. Le informazioni consentono di acquisire nuovi e ulteriori dati relativi all’area assistenziale più strategica del SSN in chiave prospettica: il territorio.

Attività del Consiglio Superiore di Sanità

Nel 2011 il Consiglio Superiore di Sanità si è espresso su un ampio ventaglio di materie e settori attinenti alla sanità del Paese mantenendo la sua impostazioni di attività consultiva e propositiva.

In merito al caso di infezione tubercolare presso il Policlinico Gemelli, il Consiglio ha definito i criteri di screening indicando i test da utilizzare e le modalità operative.

Per quanto attiene alla sindrome influenzale il Consiglio, in linea con l’OMS, ha reputato obiettivo primario della vaccinazione la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave.


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Data di pubblicazione: 11 dicembre 2012, ultimo aggiornamento 7 maggio 2013