vaccinazione a bambino

Armonizzare le strategie vaccinali in atto nel nostro Paese e garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per la popolazione generale. Sono alcuni degli obiettivi del Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014, approvato con Intesa Stato-Regioni nella seduta del 22 febbraio 2012 e pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 12 marzo.


Novità
Ecco le principali novità relative al calendario vaccinale 2012-2014:

  • il vaccino contro l'HPV (papillomavirus) entra ufficialmente nel Piano, diventando gratuito per le ragazze tra gli 11 e i 12 anni
  • altri due vaccini già offerti in molte regioni, l'antimeningococco e l'antipneumococco, sono calendarizzati a livello nazionale
  • per quanto riguarda il vaccino contro la varicella: se ne posticipa l'introduzione universale in tutte le Regioni al 2015; attualmente fa parte dei programmi vaccinali pilota di Basilicata, Calabria, P.A Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto, ma è raccomandata nei soggetti a rischio e nelle persone suscettibili
  • oltre alla vaccinazione riservata all'età pediatrica, viene inserita nel calendario anche la vaccinazione antinfluenzale negli ultra 65enni, anche se di fatto già garantita dalle circolari ministeriali

Il nuovo Piano dà rilievo alla garanzia dell’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie, sottolineando contestualmente i livelli di copertura ideali da raggiungere. Tra gli obiettivi indicati è presente anche il mantenimento della sorveglianza epidemiologica attiva da realizzare mediante le anagrafi vaccinali che, come specificato nel documento, dovranno essere soggette ad un processo di informatizzazione.

In considerazione del fatto che il mancato rispetto di obiettivi vaccinali da parte anche di una sola Regione può avere ripercussioni sulla salute complessiva della popolazione nazionale, le Regioni dichiarate inadempienti, anche per un solo obiettivo vaccinale specifico, devono presentare entro un limite massimo di 90 giorni un apposito piano contenente la descrizione degli interventi che la Regione intende adottare per rispettare l’adempimento.

Il documento definisce, tra l’altro, il processo decisionale e i criteri, evindence based, per l’introduzione di nuovi vaccini nel calendario nazionale, tenendo in considerazione, oltre agli aspetti di efficacia, sicurezza e sostenibilità economica del vaccino, per appurare se esso rappresenti una priorità di Sanità Pubblica, anche le problematiche di politica vaccinale e le questioni di carattere programmatico, e, quindi, anche di sostenibilità della vaccinazione da parte del sistema.
Nel documento sono, inoltre, declinate, in capitoli specifici, le vaccinazioni indicate per i soggetti ad alto rischio e le vaccinazioni per gli operatori sanitari.

Contesto
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2012-2014 muove dal mutato contesto istituzionale e dalla necessità di strategie condivise, efficaci ed omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale.
La Legge costituzionale recante "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione" (art. 117) e la nostra Costituzione (l’art. 32 definisce la "tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività") prevedono che lo Stato formuli i principi fondamentali in materia di strategie vaccinali, ma non intervenga sulle modalità di attuazione di principi ed obiettivi, perché ciò rientra nella competenza esclusiva delle Regioni; viene salvaguardata, in tal modo, la stretta interdipendenza tra Stato e Regioni.
Già il Piano Nazionale Vaccini 2005-2007, adattandosi alla nuova realtà aperta proprio dalla modifica del titolo V della Costituzione, nel tentativo importante di coordinamento tra le diverse istanze delle Regioni e le necessità complessive del Paese, forniva indicazioni per mantenere un coordinamento delle strategie vaccinali, pur nel rispetto dell’autonomia regionale prevista, con la possibilità di poter offrire apertura all’introduzione di "nuovi" vaccini (antipneumococco coniugato, antimeningococco C, antivaricella) nel Paese, con la gradualità e la programmazione necessaria ed opportuna.
Di fatto, però, in merito alle coperture vaccinali la situazione non è completamente soddisfacente potendosi osservare non trascurabili differenze tra le Regioni e, talora, anche tra le ASL di una stessa Regione, per i vaccini antipolio, antidifterite, antitetano, antiepatite B, antipertosse, anti-HIb, antimorbillo-parotite-rosolia, previsti dal Calendario nazionale per l’infanzia (2005-2007) ed inclusi nei LEA.
Inoltre, in merito all’offerta dei cosiddetti "nuovi" vaccini, si è venuta a creare nel Paese una situazione di forte eterogeneità, con la stessa vaccinazione offerta gratuitamente a tutti i nuovi nati in alcune Regioni e solo ad alcuni soggetti a rischio in altre o, addirittura, con differenze all’interno della stessa Regione, per i diversi comportamenti delle singole ASL.

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Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV) 2012-2014 costituisce il documento di riferimento ove si riconosce, come priorità di sanità pubblica, la riduzione o l’eliminazione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino, attraverso l’individuazione di strategie efficaci e omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale. Il Piano si prospetta, inoltre, come guida alla pianificazione delle strategie di sanità pubblica per la promozione della salute.

Obiettivo generale
Armonizzare le strategie vaccinali in atto nel nostro Paese, al fine di garantire equità nella prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione, superando i ritardi e le insufficienze presenti e assicurando parità di accesso alle prestazioni vaccinali da parte di tutti i cittadini.

Obiettivi specifici

  1. Mantenere e sviluppare le attività di sorveglianza epidemiologica delle malattie suscettibili di vaccinazione, anche tramite il potenziamento e collegamento con le anagrafi vaccinali, al fine di determinare le dimensioni dei problemi prevenibili e per valutare l’impatto degli interventi in corso.

  2. Potenziare la sorveglianza delle malattie suscettibili di vaccinazione collegando i flussi informativi con le anagrafi vaccinali e integrando la sorveglianza epidemiologica con le segnalazioni provenienti dai laboratori diagnostici.

  3. Garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per la popolazione generale al fine del raggiungimento e del mantenimento dei livelli di copertura sotto indicati necessari a prevenire la diffusione delle specifiche malattie infettive:

    • Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali ≥ 95% per le vaccinazioni anti DTPa, Poliomielite, Epatite B, Hib, nei nuovi nati e delle vaccinazioni anti DTPa e Poliomielite a 5-6 anni
    • Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali ≥ 90% per la vaccinazione dTpa negli adolescenti all’età di 14-15° anni (5° dose), (range 11-18 anni)
    • Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali per 1 dose di MPR ≥ 95% entro i 2 anni di età
    • Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali per 2 dosi di MPR ≥ 95% nei bambini di 5-6 anni di età e negli adolescenti (11-18 anni)
    • Riduzione della percentuale delle donne in età fertile suscettibili alla rosolia a meno del 5%
    • Raggiungimento di coperture per la vaccinazione antinfluenzale del 75% come obiettivo minimo perseguibile e del 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio
    • Raggiungimento e mantenimento nei nuovi nati di coperture vaccinali ≥ 95% per la vaccinazione antipneumococcica
    • Raggiungimento e mantenimento nei nuovi nati e negli adolescenti (11-18 anni) di coperture vaccinali ≥ 95% per la vaccinazione antimeningococcica
    • Offerta attiva della vaccinazione antivaricella agli adolescenti suscettibili (11 – 18 anni) e alle donne suscettibili in età fertile e ai soggetti a elevato rischio individuale e professionale
    • Raggiungimento di coperture vaccinali per 3 dosi di HPV ≥ 70% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2001, ≥ 80% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2002, ≥ 95% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2003
    • Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali per 1 dose di vaccinazione antivaricella ≥ 95% entro i 2 anni di età, a partire dalla coorte 2014
    • Raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali per 2 dosi di vaccinazione antivaricella ≥ 95% nei bambini di 5-6 anni di età e negli adolescenti, a partire dalla coorte 2014.

  4. Garantire l’offerta attiva e gratuita nei gruppi e rischio delle vaccinazioni prioritarie e sviluppare iniziative per promuovere le vaccinazioni agli operatori sanitari e ai gruppi difficili da raggiungere.

  5. Ottenere la completa informatizzazione delle anagrafi vaccinali (potenziando così il monitoraggio delle coperture vaccinali negli adolescenti, negli adulti e negli anziani e nelle categorie a rischio) e verificare lo stato vaccinale del bambino in tutte le occasioni di contatto con le strutture sanitarie regionali.

  6. Raggiungere standard adeguati di sicurezza e qualità nel processo vaccinale.

  7. Garantire la disponibilità, presso i servizi vaccinali delle ASL degli altri vaccini (da somministrare in co-payment) per le indicazioni d’uso e al costo che saranno definiti ed emanati con apposito provvedimento regionale.

  8. Progettare e realizzare azioni per potenziare l’informazione e la comunicazione al fine di promuovere l’aggiornamento dei professionisti sanitari e per diffondere la cultura della prevenzione vaccinale come scelta consapevole e responsabile dei cittadini.

Per calendario delle vaccinazioni si intende la successione cronologica con cui vanno effettuate le vaccinazioni.
Il calendario costituisce un’utile guida per gli operatori sanitari dei servizi vaccinali, i pediatri e i medici di medicina generale e anche per i genitori, ma rappresenta, soprattutto, lo strumento per rendere operative le strategie vaccinali.

Nel predisporre l’attuale calendario vaccinale si sono seguiti alcuni semplici principi:

  • si è assunto come base il calendario vaccinale già in uso allo scopo di non stravolgere attività già consolidate e che hanno consentito di raggiungere elevati livelli di copertura vaccinale
  • sono stati concentrati, per quanto possibile, gli appuntamenti per le sedute vaccinali, utilizzando i vaccini combinati disponibili e le co-somministrazioni
  • si è garantito che le co-somministrazioni, quando proposte, non aumentino significativamente la frequenza o severità degli effetti collaterali e che non venga compromessa l’immunogenicità dei singoli vaccini
  • si è stabilito, per migliorare la compliance alle vaccinazioni, che in ogni seduta vaccinale non siano somministrati contemporaneamente più di due vaccini per via iniettiva, in sede diversa, anche se ciò non è correlato a problemi di immunogenicità e/o sicurezza e potrà essere adottato in situazioni di necessità o opportunità
  • per garantire la sostenibilità dell’offerta, il presente calendario non richiede ulteriori accessi ai servizi vaccinali, rispetto a quanto già in atto in tutte le regioni.

Il calendario è costantemente aggiornato tenendo conto delle conoscenze scientifiche, della situazione epidemiologica delle diverse malattie e della sua evoluzione delle esigenze organizzative e delle nuove preparazioni vaccinali messe a disposizione dall’industria.

Ecco il calendario delle vaccinazioni offrerte attivamente e gratuitamente a tutta la popolazione.

VaccinoNascita3° mese5° mese6° mese11° mese13° mese15° mese5-6 anni11-18 anni> 65 anniOgni 10 anni
Difterite-Tetano-Pertosse DTPaDTPaDTPa DTPa1dTpa dT2
Poliomielite IPVIPVIPV IPV   
Epatite BHBV3HBVHBVHBV     
Haemophilus
Influenzae b
 HibHibHib     
Morbillo-Parotite-Rosolia     MPRMPRMPR4  
Pneumococco PCVPCVPCV     
Meningococco C     Men C5 Men C5  
Infezione papillomavirus umano        HPV6 (3 dosi)  
Influenza         Influenza 
Varicella        Var7 (2 dosi)  


  • 3° mese si intende dal 61° giorno di vita
  • 5-6 anni si intende dal 5° compleanno (5 anni e 1 giorno) ai 6 anni e 364 giorni(7° compleanno)
  • 12° anno si intende da 11 anni e 1 giorno (11° compleanno) fino a 11 anni e 364 giorni (12° compleanno)
  • 11-18 anni si intende da 11 anni e un giorno (11° compleanno) fino ai 17 anni e 364 giorni (18° compleanno)

 Note 

  1. Dopo il compimento dei 7 anni è necessario utilizzare la formulazione con vaccino antidifto-tetanico-pertossico acellulare di tipo adolescenziale-adulto (dTpa).
  2. Gli adulti con anamnesi incerta per il ciclo primario di vaccinazione con dT devono iniziare o completare la vaccinazione primaria. Un ciclo primario per adulti è composto da 2 dosi di vaccino contenente tetano e difterite (dT) e una terza dose con vaccino dTpa. Le prime 2 dosi devono essere somministrate a distanza di almeno 4 settimane l’una dall’altra e la terza dose 6-12 mesi dopo la seconda. I successivi richiami devono essere effettuati ogni 10 anni (a partire dal completamento della serie primaria) e almeno una delle dosi booster di vaccino dT dovrebbe essere rimpiazzata da 1 dose di vaccino dTpa.
  3. Per i bambini nati da madri positive per HBsAg: somministrare entro le prime 12-24 ore di vita, contemporaneamente alle immunoglobuline specifiche antiepatite B, la prima dose di vaccino anti-HBV; il ciclo andrà completato con una seconda dose a distanza di 4 settimane dalla prima, con una terza dose dopo il compimento della ottava settimana e con la quarta dose in un periodo compreso tra l'undicesimo ed il dodicesimo mese di vita, anche in concomitanza con le altre vaccinazioni.
  4. In riferimento ai focolai epidemici in corso, si ritiene opportuno, oltre al recupero dei soggetti suscettibili in questa fascia d’età (catch up) anche una ricerca attiva ed immunizzazione dei soggetti conviventi/contatto, non vaccinati (mop up).
  5. Dose singola. La somministrazione a 11-18 anni va considerata nei soggetti non vaccinati nell’infanzia.
  6. Per il sesso femminile, nel corso del 12° anno di vita, seguendo una scheda a 3 dosi. Vaccino bivalente (contro i genotipi 16 e 18 di HPV): 0, 1 e 6 mesi; vaccino quadrivalente (contro i genotipi 6, 11, 16 e 18 di HPV): 0, 2 e 6 mesi.
  7. Nei soggetti anamnesticamente negativi e non precedentemente vaccinati è prevista la somministrazione di due dosi a distanza di un mese l’una dall’altra.

Fonte: Piano nazionale prevenzione vaccinale 2012-2014


Il Calendario vaccinale 2012-2014 prevede l’offerta attiva e gratuita in tutto il Paese delle seguenti vaccinazioni:

  • vaccinazioni obbligatorie nell’infanzia e successivi richiami (vaccinazioni che nel corso del tempo sono state rese obbligatorie per legge: antidifterica, antipoliomielitica, antitetanica, antiepatite virale B)
  • vaccinazioni raccomandate nell’infanzia e successivi richiami (contro pertosse, infezioni da haemophilus influenzae b-Hib, morbillo-parotite-rosolia); sono vaccinazioni ugualmente “utili e importanti” di quelle obbligatorie, ma non imposte per legge, in quanto introdotte in un’epoca in cui parlare di obbligatorietà era anacronistico, considerato il nuovo e più realistico approccio alle vaccinazioni, come necessità e diritto di ciascun bambino di essere protetto dalle malattie prevenibili mediante vaccino
  • vaccinazione anti-HPV per le ragazze nel corso del 12° anno di vita; tale vaccinazione è stata introdotta, in Italia, con l’Intesa del 20 dicembre 2007 (rep. n. 264/CSR) tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano concernente “Strategia per l’offerta attiva del vaccino contro l’infezione da HPV in Italia”
  • vaccinazioni antipneumococcica ed antimeningococcica C per tutti i nuovi nati
  • vaccinazione antinfluenzale per le persone oltre i 65 anni
  • vaccinazione contro la varicella per tutti i nuovi nati, a partire dal 2015.

Le vaccinazioni erano considerate fino a non molti anni fa misure preventive da riservare alla popolazione in età pediatrica, nella quale si verificavano tradizionalmente la maggior parte dei casi di malattie verso le quali l’immunizzazione era diretta.
Lo scenario epidemiologico è oggi radicalmente mutato. Mentre il mantenimento di elevate coperture nei bambini continua a garantire il controllo delle più pericolose malattie in età infantile, l’incremento della speranza di vita verificatosi nel nostro Paese negli scorsi decenni ha importanti conseguenze:

  1. la più lunga sopravvivenza di pazienti con malattie croniche (cardiopatie, broncopneumopatie, patologie metaboliche, dell’apparato uropoietico, patologie neoplastiche e condizioni di immunosoppressione, etc.), i quali sono più soggetti a complicanze gravi da malattie infettive, e la cui cura in caso di complicanze infettive prevenibili rappresenta peraltro un notevole impegno anche in termini di risorse umane ed economiche
  2. la possibilità che, nelle età avanzate, si riduca progressivamente l’immunità acquisita nell’infanzia dopo infezioni contratte naturalmente o dopo vaccinazione, anche per la riduzione o la mancanza dei cosiddetti ”booster naturali”, conseguenza questa del successo delle vaccinazioni nel controllare la diffusione delle infezioni in età pediatrica
  3. l’estensione dell’età in condizioni di buona salute anche a soggetti che un tempo, solo raramente, potevano dedicarsi ad attività lavorative o di tempo libero molto al di là dell’epoca del pensionamento

Per questi motivi, al fine di garantire alla popolazione generale condizioni di vita per quanto possibile in ottimo stato di salute fino ad età avanzate, e per consentire la protezione da gravi complicanze infettive in malati cronici, risulta opportuno fornire nel presente documento indicazioni univoche in merito alle vaccinazioni indicate in ogni età per i soggetti appartenenti a gruppi a maggior rischio di ammalare, di avere gravi conseguenze in caso di malattia oppure di trasmettere ad altri la malattia stessa.
Particolare attenzione va posta per il potenziamento della rilevazione delle coperture vaccinali nelle popolazioni a rischio con conseguente definizione dei denominatori da utilizzare per il calcolo di tali coperture.

Vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia
In accordo con il Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, si raccomanda che la vaccinazione sia attiva e gratuita per tutti gli adulti non immuni anche per una sola delle tre malattie oggetto della vaccinazione. I soggetti adulti non immuni devono essere vaccinati in tutte le occasioni opportune.
Al fine di ridurre il rischio di casi di rosolia in gravidanza e di rosolia congenita, deve essere proposta la vaccinazione a tutte le donne in età fertile che non hanno una documentazione di vaccinazione o di sierologia positiva per rosolia (procrastinando la possibilità di intraprendere una gravidanza per 1 mese); nello specifico, devono essere approntati specifici programmi per vaccinare:

  • le puerpere e le donne che effettuano una interruzione di gravidanza senza evidenza sierologica di immunità o documentata vaccinazione
  • tutte le donne suscettibili esposte ad elevato rischio professionale (scuole)
  • tutti gli operatori sanitari suscettibili.

Vaccinazione contro la varicella
Si raccomanda che la vaccinazione sia offerta ai seguenti gruppi di popolazione, elencati in ordine di priorità:

  • adolescenti suscettibili (11-18 anni)
  • persone suscettibili, che vivono con immunodepressi, quali persone con AIDS o altre manifestazioni cliniche dell’infezione da HIV, neoplasie che possano alterare i meccanismi immunitari con deficit dell’immunità cellulare, o con ipogammaglobulinemia, disgammaglobulinemia o in trattamento con farmaci immunosoppressori di lunga durata.
  • persone senza precedenti di varicella con patologie ad elevato rischio quali: leucemia linfatica acuta in remissione, insufficienza renale cronica, patologie per le quali è programmato un trapianto d’organo, infezione da HIV senza segni di immunodeficienza e con una proporzione di CD4 ≥ 200/mL).
  • donne in età fertile senza precedenti di varicella; la vaccinazione va praticata procrastinando la possibilità di intraprendere la gravidanza per 3 mesi.
  • persone suscettibili che lavorano in ambiente sanitario. Prioritariamente la vaccinazione dovrebbe essere eseguita dal personale sanitario che è a contatto con neonati, bambini, donne gravide o con persone immunodepresse.
  • lavoratori suscettibili che operano nei seguenti ambienti (in ordine di priorità): asili nido, scuole materne, scuole primarie, scuole secondarie.

Vaccinazione anti-influenzale
È raccomandata per le categorie di soggetti indicate annualmente dalla Circolare emanata dal Ministero della salute (vedi elenco).

Vaccinazione contro l’epatite A
Il vaccino deve essere offerto alla popolazione adulta secondo indicazioni cliniche, epidemiologiche, comportamentali o occupazionali.

  • Indicazioni cliniche: soggetti con epatopatia cronica e soggetti riceventi concentrati di fattori della coagulazione.
  • Indicazioni comportamentali: omosessuali maschi e soggetti che fanno uso di droghe.
  • Indicazioni occupazionali: soggetti che lavorano a contatto con primati infettati dal virus dell’Epatite A (HAV) o con HAV in strutture laboratoristiche.
  • Indicazioni epidemiologiche: bambini da 0 a  6 anni, figli di immigrati, che si recano in Paesi endemici o residenti in aree a rischio endemico.

Vaccinazione contro l'epatite B
Oltre alla vaccinazione di tutti i nuovi nati prevista nel calendario vaccinale, per la quale non vi sono dosi di richiamo (booster), si raccomanda l’offerta gratuita ai seguenti soggetti mai vaccinati:

  • conviventi e contatti, senza limiti di età, di persone HBsAg positive
  • pazienti politrasfusi, emofilici, emodializzati e uremici cronici per i quali si prevede l’entrata in dialisi
  • vittime di punture accidentali con aghi potenzialmente infetti
  • soggetti affetti da lesioni croniche eczematose o psoriasiche della cute delle mani
  • detenuti negli Istituti di prevenzione e pena
  • persone HIV+
  • persone con patopatia cronica in particolare HCV correlata
  • persone che si rechino per motivi di lavoro in aree geografiche ad alta endemia di HBV
  • soggetti dediti alla prostituzione, tossicodipendenti, omosessuali maschi
  • personale sanitario di nuova assunzione nel Servizio sanitario nazionale e personale del Servizio sanitario nazionale già impegnato in attività a maggior rischio di contagio e segnatamente che lavori in reparti di emodialisi, rianimazione, oncologia, chirurgia generale e specialistica, ostetricia e ginecologia, malattie infettive, ematologia, laboratori di analisi, centri trasfusionali, sale operatorie, studi dentistici, medicina legale e sale autoptiche, pronto soccorso, assistenza sanitaria nelle carceri
  • soggetti che svolgono attività di lavoro, studio e volontariato nel settore della sanità
  • addetti al soccorso e al trasporto di infortunati e infermi
  • personale di assistenza in centri di recupero per tossicodipendenti
  • donatori di sangue appartenenti a gruppi sanguigni rari
  • personale ed ospiti di istituti per portatori di handicap fisici e mentali
  • personale addetto alla lavorazione degli emoderivati
  • personale religioso che svolge attività nell'ambito dell'assistenza sanitaria
  • personale della Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo degli agenti di custodia, Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, Comandi Municipali dei Vigili Urbani
  • addetti alla raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti.

Vaccinazione anti-meningococcica
Oltre alla vaccinazione prevista nell’età evolutiva (a 13-15 mesi e nell’adolescenza), per la quale allo stato attuale non è prevista una dose di richiamo (booster), si raccomanda l’identificazione e l’immunizzazione, con vaccino antimeningococco coniugato , dei soggetti a rischio di infezione invasiva meningococcica perché affetti dalle seguenti patologie o per la presenza di particolari condizioni di vita:

  • talassemia e anemia falciforme
  • asplenia funzionale o anatomica
  • condizioni associate a immunodepressione (come trapianto d’organo o terapia antineoplastica, compresa la terapia sistemica corticosteroidea ad alte dosi)
  • diabete mellito tipo 1
  • insufficienza renale con creatinina clearance <30 ml/min
  • infezione da HIV
  • immunodeficienze congenite
  • malattie epatiche croniche gravi
  • perdita di liquido cerebrospinale
  • difetti congeniti del complemento (C5-C9)
  • difetti dei toll like receptors di tipo 4
  • difetti della properdina

Vaccinazione anti-meningoencefalite da zecca (TBE)
La vaccinazione è raccomandata per la popolazione residente in aree a rischio (valutando la situazione epidemiologica) e soggetti professionalmente esposti.

Vaccinazione anti-pneumococcica
La vaccinazione è consigliata ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre la malattia per la presenza di patologie o condizioni predisponenti:

  • cardiopatie croniche
  • malattie polmonari croniche
  • cirrosi epatica, epatopatie croniche evolutive
  • da alcoolismo
  • diabete mellito, in particolare se in difficile compenso
  • fistole liquorali
  • anemia falciforme e talassemia
  • immunodeficienze congenite o acquisite
  • asplenia anatomica o funzionale
  • leucemie, linfomi, mieloma multiplo
  • neoplasie diffuse
  • trapianto d’organo o di midollo
  • immunosoppressione iatrogena clinicamente significativa
  • insufficienza renale cronica, sindrome nefrosica
  • HIV positivi
  • portatori di impianto cocleare.

Il vaccino polisaccaridico 23 valente non coniugato è sconsigliato al di sotto dei 2 anni di età per la scarsa capacità immunizzante di questo vaccino in tale fascia d’età.
Il vaccino 13 valente coniugato non è attualmente indicato al di sopra dei 5 anni di età, ma è attesa l’estensione all’età adulta.

Vaccinazione anti haemophilus influenzae tipo b
La vaccinazione viene offerta attivamente a tutti i nuovi nati.
E’ consigliata ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre forme invasise da HIB per la presenza di patologie o condizioni predisponenti:

  • asplenia anatomica o funzionale
  • soggetti trapiantati di midollo
  • soggetti in attesa di trapianto di organo solido
  • immunodeficienze congenite o acquisite (es. deficit di IgG2, deficit di complemento,immunosoppressione da chemioterapia, HIV positivi)

Gli operatori sanitari, a causa del loro contatto con i pazienti e con materiale potenzialmente infetto, sono a rischio di esposizione a malattie infettive prevenibili con la vaccinazione.
L’obiettivo di un adeguato intervento di immunizzazione nel personale sanitario è fondamentale per la prevenzione e il controllo delle infezioni.
Programmi di vaccinazione ben impostati possono, infatti, ridurre in modo sostanziale il numero degli operatori suscettibili e i conseguenti rischi sia di acquisire pericolose infezioni occupazionali, sia di trasmettere patogeni prevenibili con la vaccinazione ai pazienti o ad altri operatori.

La base legislativa delle vaccinazioni negli operatori sanitari è il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, che all’articolo 279 recita:

  1. I lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria.
  2. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all'agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente.

Il medico competente dell’azienda dalla quale l’operatore sanitario è dipendente è, pertanto, responsabile dell’identificazione e dell’esecuzione delle vaccinazioni che devono essere effettuate al personale sanitario.
In altri casi (es. vaccinazione anti-influenzale) l’immunizzazione attiva riveste un ruolo, non soltanto di protezione del singolo operatore, ma soprattutto di garanzia nei confronti dei pazienti, ai quali l’operatore potrebbe trasmettere l’infezione determinando gravi danni e persino casi mortali.
Partendo da tali considerazioni, a tutti gli operatori sanitari e studenti dei corsi di laurea e di diploma dell’area sanitaria sono fortemente raccomandate le seguenti vaccinazioni:

Vaccinazione anti-epatite B
L’epatite B rappresenta l’infezione per cui il rischio professionale per l’operatore sanitario è massimo, ed è quindi indispensabile che la vaccinazione sia effettuata a tutti, possibilmente prima di iniziare le attività a rischio.
Sono somministrate 3 dosi di vaccino ai tempi 0, 1 e 6-12 mesi.
Qualora si sia immediatamente esposti al rischio di infezione, è possibile effettuare la vaccinazione con una schedula rapida a 4 dosi (0, 1, 2, 12 mesi), che garantisce elevate probabilità di risposta protettiva già dopo le prime 3 dosi.
Si ricorda inoltre la necessità di verificare l’avvenuta sieroconversione (presenza di anticorpi anti-HBs) un mese dopo l’esecuzione dell’ultima dose (secondo quanto disposto dal Decreto ministeriale 20 novembre 2000, art.4), per avere certezza dell’instaurazione della memoria immunologica.

Agli studenti dei corsi dell’area sanitaria e agli operatori sanitari nati dal 1980 in poi, che si presume siano stati sottoposti a vaccinazione anti-epatite B al dodicesimo anno di età, si raccomanda l’esecuzione del test per verificare il livello di anti-HBs prima di iniziare le attività a rischio. Un risultato positivo testimonia la presenza della memoria immunologica e non necessita di ulteriori interventi.
Al contrario, ai soggetti che risultano negativi al test si raccomanda l’effettuazione di una sola dose di vaccino e un nuovo controllo anticorpale a distanza di un mese.
La positività di anti-HBs indica la presenza di memoria immunologica, la sua persistente negatività indica la necessità di completare il ciclo vaccinale con ulteriori due dosi, seguite da un nuovo controllo sierologico a distanza di un mese.
Ai soggetti non rispondenti ad un ciclo vaccinale, è possibile somministrare fino a 3 ulteriori dosi (ai tempi 0, 1, 6 mesi) per tentare di conferire protezione all’operatore.
Recentemente è stato proposto un nuovo schema vaccinale per i non rispondenti, che prevede la somministrazione di 2 dosi simultaneamente nei due muscoli deltoidi, seguita da analoga somministrazione dopo 2 mesi, e controllo sierologico per verificare l’eventuale siero-conversione (anti-HBs ≥10 mUI/ml) a distanza di ulteriori due mesi.

Vaccinazione anti-influenzale
Questa vaccinazione, oltre alla salvaguardia della salute del singolo, ha il duplice scopo di proteggere i pazienti con cui l’operatore può venire a contatto e ai quali può trasmettere l’infezione, e di evitare l’interruzione di servizi essenziali di assistenza, in caso di epidemia influenzale.
Per tale ragione è necessario che ogni azienda sanitaria promuova attivamente tutte le iniziative ritenute idonee ad incrementare l’adesione alla vaccinazione da parte dei propri operatori e degli studenti dei corsi durante l’annuale campagna vaccinale che si svolge nella stagione autunnale.

Vaccinazione anti-morbillo, parotite, rosolia (MPR)
L’età di incidenza di queste infezioni è progressivamente aumentata negli ultimi anni, tanto che sono sempre più frequenti le descrizioni di epidemie nosocomiali da tali agenti infettivi. La vaccinazione con MPR degli operatori sanitari suscettibili è indispensabile, sia per evitare danni all’operatore stesso (da ricordare la pericolosità del morbillo nell’adulto e della rosolia per le donne in età fertile), sia per evitare la possibile trasmissione di agenti infettivi ai pazienti e di sostenere pertanto epidemie nosocomiali. Si rammenta che la vaccinazione deve essere somministrata in due dosi distanziate di almeno 4 settimane, e che, per tutte queste malattie, il ricordo di aver avuto la malattia non può essere considerato affidabile. In particolare, per la rosolia è necessario avere documentazione sierologica di immunità. La vaccinazione può essere effettuata anche in caso di suscettibilità ad una soltanto delle 3 malattie prevenute dal vaccino MPR.

Vaccinazione anti-varicella
La presenza di fasce di suscettibilità alla varicella tra gli adulti (età nella quale l’infezione può assumere caratteri di maggiore gravità) e la descrizione dell’insorgenza di diverse epidemie nosocomiali rende necessario proporre attivamente questa vaccinazione a tutti gli operatori sanitari suscettibili (in questo caso ci si può affidare al ricordo di aver già avuto la malattia in passato). La vaccinazione va effettuata in due dosi distanziate di almeno 4 settimane.

Vaccinazione anti-tubercolare (BCG)
Il DPR 465/2001 ha drasticamente limitato le indicazioni di uso di questa vaccinazione ai soli operatori sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi di bacilli tubercolari multi-farmaco-resistenti, oppure che operino in ambienti ad alto rischio e non possano, in caso di cuticonversione, essere sottoposti a terapia preventiva, perché presentano controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici.

Vaccinazione anti-pertosse
Per la protezione del neonato è consigliabile per gli operatori dei reparti ostetrici e del nido un richiamo con dTaP, così come lo è per tutte le altre figure che accudiscono il neonato.


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Data di pubblicazione: 5 aprile 2012, ultimo aggiornamento 5 ottobre 2015