immagine analisi Iss

“La curva dell’epidemia continua a decrescere nel numero sia di casi che di sintomatici. L’indice di contagio Rt è sotto l’1 in tutte le Regioni, una conseguenza delle misure adottate e dell’adesione a queste da parte dei cittadini. Ma siamo ancora in fase di epidemia”. Così il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, in apertura della conferenza stampa di oggi sull’analisi epidemiologica di Covid-19.

Le zone rosse

Si è ridotto il numero di zone rosse rispetto alla settimana scorsa. Se ne contano in 74 comuni italiani di 7 regioni e molte di queste verranno smantellate nei prossimi giorni.

Stessa tendenza tra immigrati e italiani

I casi Covid positivi attribuibili a individui di nazionalità straniera sono 6395, pari al 5,1 per cento del totale. “La curva dell’epidemia è analoga negli italiani e negli stranieri - ha spiegato Brusaferro -. Un ulteriore approfondimento su questo confronto verrà presentato la prossima settimana”.

Decessi e comorbilità

Il numero più alto di morti si concentra nella popolazione over 60, in particolare nella fascia di età 80-89: 10.241, pari al 40,6 per cento di tutti i decessi. Nella maggior parte dei casi questi pazienti presentavano già due (20,9 per cento) o tre o più patologie (63 per cento).

Il documento epidemiologico Iss - Fondazione Bruno Kessler

Nella seconda parte della conferenza stampa, Brusaferro ha chiarito la logica alla base del documento epidemiologico elaborato dall'Iss con la Fondazione Bruno Kessler, adottato dal Comitato tecnico e scientifico, e trasmesso al ministro della Salute: “È uno studio nazionale con la finalità di analizzare il peso delle diverse variabili, come attività produttive e contatti sociali, nel determinare la circolazione del virus nella popolazione e valutare le riaperture”. “I modelli dovranno essere aggiornati e tarati a livello regionale sulla base dei risultati che si ottengono” ha precisato il presidente Iss.

Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler ha infine spiegato il modello per la valutazione delle politiche di riapertura utilizzando i contatti sociali e il parametro del rischio di esposizione professionale. "Se oggi aprissimo tutte le scuole il tasso di contagiosità salirebbe a 1,3 e la situazione sarebbe preoccupante" ha sottolineato Merler. "In un lavoro che abbiamo pubblicato sulla rivista Science - ha aggiunto il ricercatore - abbiamo rilevato che i bambini sotto 15 anni sono il 66 per cento meno suscettibili al coronavirus degli adulti tra 15 e 64 anni. Mentre gli adulti sopra 65 anni sono il 47 per cento più suscettibili degli adulti tra 15 e 64 anni. Significa cioè che i bambini sono quasi quattro volte meno suscettibili rispetto agli anziani". 


Guarda la conferenza stampa del 30 aprile 

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Data di pubblicazione: 30 aprile 2020, ultimo aggiornamento 30 aprile 2020

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