immagine di un alveare

Nello scorso mese di settembre è stata riscontrata per la prima volta in Italia, nel comune di Gioia Tauro, la presenza di Aethina tumida, piccolo coleottero (Small Hive Beetle – SHB) originario del Sud Africa, in grado di infestare gli alveari e di provocare gravi danni alle famiglie di api e alle produzioni di miele.

Questa è anche la prima volta che la presenza di tale parassita viene accertata in Unione europea. Finora era stata rilevata in Africa sub-sahariana, dove è endemico, in Australia, in Canada, negli Stati Uniti e in America centrale.

Aethina tumida è attratta principalmente dai ferormoni rilasciati dalle api, ma anche dai prodotti dell’alveare, quali miele e polline, ed è in grado di volare fino a 10 km in un solo giorno alla ricerca di alveari da parassitare.

Una volta entrata nell’alveare depone le uova nelle crepe dell’arnia e nei telaini. Dopo 2-4 giorni le uova si schiudono liberando le larve, lunghe circa 1 cm e di colore bianco crema, che a lor volta si nutrono di larve di api e di miele che subisce così processi fermentativi tali da renderlo inutilizzabile. Dopo circa due settimane le larve cadono dall’arnia sul terreno circostante, dove scavano delle gallerie da cui, dopo 3-4 settimane, fuoriescono i coleotteri adulti. Il periodo di impupamento, cioè della trasformazione dallo stadio di larva a quello di pupa, può variare mediamente dai 15 ai 60 giorni. Una femmina durante il suo ciclo vitale può depositare circa duemila uova.

Aethina tumida replica principalmente negli alveari ma può anche fare cicli di replicazione su alcuni tipi di frutta in stato di decomposizione.

La sua capacità e velocità di riproduzione aumenta man mano che la temperatura e l’umidità tendono a salire, perché tale fenomeno facilita l’impupamento nel terreno. Questo aspetto è evidente negli Stati Uniti, dove in Stati con clima fortemente caldo umido, quali la Florida, i livelli di infestazione risultano particolarmente elevati, mente in California, che ha un clima più secco e temperato, i danni all’apicoltura sono di gran lunga inferiori.

L’infestazione da Aethina tumida è temuta ovunque. La malattia è inserita nella lista di quelle con obbligo di denuncia dell’OIE, l’Organizzazione mondiale della sanità animale. Per questo, vige l’obbligo da parte di qualsiasi Paese che ne rilevi la presenza sul proprio territorio di darne tempestiva comunicazione all’OIE e, per gli Stati UE, anche alla Commissione europea.

L’Unione europea, per evitare rischi di introduzione di questo coleottero attraverso l’importazione di api o api regine provenienti da Paesi terzi, ha previsto che le stesse possano essere introdotte solo da una lista di Paesi autorizzati e a condizione che provengano da un territorio di almeno 100 chilometri di raggio non soggetto a restrizione per la presenza di Aethina tumida.

Anche la legislazione italiana prevede, ai sensi dell’Ordinanza del Ministro della salute del 20 aprile 2004, l’obbligo di denuncia al Ministero della salute.

L’Italia, a differenza degli altri paesi della UE, è l’unico Stato membro che prevede controlli preventivi sulle api regine importate, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, effettuati presso i laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) di Roma e Varese, prima del loro arrivo all’apiario di destinazione.

Presenza di Aethina tumida in Italia

La conferma della presenza di Aethina tumida in Italia risale all’11 settembre 2014, dopo che il Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’IZS delle Venezie ha riconosciuto ufficialmente un campione di coleotteri prelevati su degli alveari posti in vicinanza del porto di Gioia Tauro, utilizzati dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Reggio Calabria per motivi sperimentali.

In considerazione del rischio di diffusione del parassita, il Ministero della salute il 12 settembre ha adottato una prima misura di emergenza circoscrivendo un territorio di 20 km di raggio intorno al comune di Gioia Tauro, prevedendo controlli in tutti gli apiari presenti nell’area e la contestuale distruzione di quelli infestati, nonché il trattamento del terreno circostante con sostanze anti larvali.

È stato anche disposto nelle altre Regioni il rintraccio degli apicoltori che avevano soggiornato in Calabria nel 2014 per svolgere attività di nomadismo ed erano poi rientrati nei territori di provenienza. Anche per questi sono stati disposti controlli e l’eventuale distruzione degli apiari infestati.

Successivamente, il 19 settembre, la Regione Calabria ha emanato una specifica Ordinanza mantenendo:

  • una zona di protezione di 20 km
  • una zona di sorveglianza comprendente l’intero territorio della Regione.

Da entrambe le zone non è consentito lo spostamento al di fuori di esse di api e altro materiale in grado di veicolare il parassita e in esse è stato disposto il controllo clinico di tutti gli apiari e l’utilizzo di trappole da cattura per quelli risultati negativi al controllo. Le trappole vengono ispezionate periodicamente dai Servizi veterinari delle ASL per verificare la eventuale presenza di Aethina tumida.

I controlli effettuati finora hanno dimostrato che l’infestazione risulta concentrata in un territorio di circa 18 km a partire dal comune di Gioia Tauro, mentre quelli svolti nelle altre province calabresi hanno dato esito negativo. Ad oggi, in Calabria sono stati controllati oltre 900 apiari e identificati 59 focolai (56 nella provincia di Reggio Calabria e 3 in quella di Vibo Valentia) e sono state distrutte circa 3000 arnie. Questi dati fanno pensare che l’infestazione fosse presente sul territorio calabrese già da tempo e che il focolaio di Gioia Tauro non fosse il primo in ordine temporale.

Grazie al rintraccio degli apicoltori che avevano effettuato attività di nomadismo nella zona a rischio, il 7 novembre è stato possibile accertare il primo caso di infestazione al di fuori del territorio calabrese, nella provincia di Siracusa. Di conseguenza il Ministero della salute ha emanato una disposizione urgente disponendo la distruzione dell’apiario infestato e controlli in un areale di 10 km.

Allo stato attuale, nei 1107 apiari controllati in Sicilia non è più stata rilevata la presenza del coleottero.

Il 7 ottobre il Ministero della salute ha attivato l’Unità Centrale di Crisi per l’emergenza Aethina tumida, che ha confermato la strategia di eradicazione, adottata sulla base di una serie di considerazioni:

La prima è dovuta al fatto che i controlli effettuati nelle altre province calabresi (in particolare Crotone dove elevata è l’attività di nomadismo) non hanno evidenziato la presenza dell’infestazione. Dai controlli risulta che la presenza di Aethina tumida rimane confinata in un territorio del raggio di circa 18 km dal caso primario di Gioia Tauro.

Un altro elemento preso in considerazione è stato il basso numero di coleotteri sinora rinvenuto nelle arnie colpite. Infatti, se si escludono 3 focolai in cui è stata rilevata anche la presenza di forma larvali, il basso numero di coleotteri rilevato fa ritenere che i meccanismi replicativi non sono risultati così efficienti come quelli registrati in Australia e Stati Uniti, dove le condizioni di umidità e temperatura non sono le stesse dell’Italia.

Occorre inoltre valutare le possibili conseguenze che si determinerebbero qualora si passasse da una strategia di eradicazione a una di contenimento. Come già evidenziato, le norme europee applicate per i paesi extra Ue prevedono l’impossibilità di emettere certificati per la vendita di api, api regine e bombi, se provenienti da un territorio di 100 km di raggio da dove è stata rilevata la presenza di Aethina tumida.

La Commissione europea ha recentemente applicato tale misura all’Italia emanando una Decisione che vieta gli spostamenti di materiale vivo al di fuori del territorio delle regioni Calabria e Sicilia verso altri territori dell’Unione europea, incluso il rimanete territorio italiano.

Un’eventuale diffusione del parassita sul territorio nazionale, oltre a creare danni diretti dovuti alla infestazione, determinerebbe una ulteriore chiusura dei mercati interessati verso la parte che rimane libera dell’Italia e gli altri Stati membri.

L’intervento finora operato risulta comunque molto complesso e pertanto l’Unità Centrale di Crisi, riunitasi lo scorso 11 dicembre, ha ritenuto che, appena raccolti ulteriori dati epidemiologici sull’andamento della infestazione, investirà della problematica il Consiglio superiore di sanità, per un esame complessivo delle misure adottate e di eventuali specifici interventi.

Il 19 dicembre 2014 è stato pubblicato in GU il Decreto dirigenziale “Misure straordinarie di eradicazione e di indennizzo conseguente all’infestazione di Aethina tumida” con cui è stato previsto l’indennizzo per i proprietari degli apiari, dei nuclei di api, di api regine e del materiale apistico distrutti in conseguenza dell’applicazione di tali misure. 

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Data di pubblicazione: 22 dicembre 2014, ultimo aggiornamento 22 dicembre 2014