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Anche quest’anno l’Italia aderisce alla Settimana europea della vaccinazione-SEV (22-27 aprile 2013), un'iniziativa lanciata nel 2005 dall’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, dallo scorso anno, viene celebrata anche nelle altre Regioni dell’OMS come Settimana Mondiale della Vaccinazione.

Durante l’ultima settimana di aprile, nei Paesi di tutta la Regione, sotto lo slogan comune “Previeni Proteggi Immunizza”, si svolgono attività per informare e coinvolgere la popolazione ed i professionisti sanitari sul tema delle vaccinazioni.

Lo scopo è, infatti, quello di aumentare, nella popolazione e tra gli operatori sanitari, la consapevolezza del rischio reale legato alle malattie infettive e dell’opportunità ed importanza delle vaccinazioni, come strumento di protezione per la salute del singolo e della collettività. Solo una comunicazione corretta e trasparente permette ai cittadini di essere informati, anche su temi “difficili” (come la sicurezza dei vaccini), per giungere ad un consenso realmente informato alla pratica vaccinale. Il punto di partenza è la consapevolezza dell’importanza che ciascun bambino, e non solo, sia protetto dalle malattie prevenibili mediante vaccinazione, che si configura come diritto, prima che come bisogno.

L’OMS stima che ogni anno vengano evitate 2-3 milioni di morti grazie alle vaccinazioni che forniscono protezione nei confronti di importanti malattie dell’infanzia, e non solo, quali difterite, morbillo, pertosse, poliomielite, epatite B, alcune forme di polmonite e di meningite, gastroenterite da rotavirus, rosolia e tetano. Tuttavia, oltre 22 milioni di bambini non sono, ancora, adeguatamente protetti con vaccini di routine.

Solo raggiungendo e mantenendo nel tempo elevate coperture è possibile contenere la diffusione delle malattie infettive prevenibili da vaccinazione che continuano, invece, a verificarsi, come casi isolati e, più frequentemente, a causa della loro alta contagiosità, con focolai epidemici ricorrenti.

Ad esempio, in Italia, la copertura vaccinale contro il morbillo si attesta intorno al 90%, ma è ancora lontana dal valore soglia del 95%, necessario ad arrestare la circolazione del virus all’interno della popolazione. Ne consegue che dal 2010 al 2012 sono stati notificati oltre 8.300 casi di morbillo, quasi tutti in soggetti non vaccinati o non correttamente vaccinati. La fascia di età più colpita è rappresentata dai soggetti tra 15 e 19 anni e oltre il 68% dei casi aveva un’età compresa tra 10 e 34 anni, ovvero persone nate negli anni immediatamente successivi all’introduzione del vaccino contro il morbillo nel nostro Paese, quando le coperture vaccinali erano ancora molto basse. Questo indica l’esistenza di sacche di popolazioni suscettibili in questa fascia di età. Il problema è rappresentato dal fatto che la probabilità di complicanze da morbillo è maggiore negli adulti rispetto ai bambini, come mostrano anche i dati italiani relativi all’ultimo triennio: oltre 1/5 dei casi è stato ricoverato; ¼ dei casi ha sviluppato almeno 1 complicanza (dall’otite alla polmonite, fino alla trombocitopenia, alle convulsioni ed all’encefalite acuta); si è verificato anche un decesso in una persona giovane.

Il Ministero della Salute, costantemente impegnato nella lotta alle malattie infettive, in occasione della Settimana europea della vaccinazione 2013 ha predisposto il materiale informativo, contenuto in questa sezione e nell'area tematica dedicata a malattie infettive e vaccinazioni, per avere risposte semplici e chiare ai più comuni dubbi riguardanti le vaccinazioni.

 

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Data di pubblicazione: 24 aprile 2013, ultimo aggiornamento 24 aprile 2013

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