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Chikungunya

Descrizione

La chikungunya è una malattia virale causata dal virus chikungunya (CHIKV), un virus a RNA del genere alphavirus della famiglia Togaviridae e trasmessa all’uomo dalle zanzare Aedes (come Aedes aegypti e Aedes albopictus comunemente chiamata zanzara tigre), che possono trasmettere anche infezioni come dengue e zika. Il nome chikungunya deriva dalla lingua Kimakonde, che significa “ciò che contorce”, un’allusione alla postura dei pazienti sofferenti. Il CHIKV è stato identificato per la prima volta nella Repubblica Unita di Tanzania nel 1952 e successivamente in altri paesi dell'Africa e dell'Asia.

Dal 2004, le epidemie di CHIKV sono diventate più frequenti e diffuse. Casi importati sono stati riscontrati in Asia, Australia, Stati Uniti, Canada ed Europa continentale. La prima epidemia di infezione da virus autoctono della chikungunya in Europa si è verificata nel 2007, in Italia (Emilia Romagna). In Italia nel 2017, si è avuta una seconda epidemia che ha interessato alcuni comuni del Lazio e della Calabria.

Nel 2013, la chikungunya è apparsa nei Caraibi e si è diffusa rapidamente nelle Americhe. Attualmente il CHIKV è stato identificato in oltre 110 paesi in Asia, Africa, Europa e nelle Americhe.

Per approfondire:

Come si trasmette

La malattia da virus Chikungunya è trasmessa all’uomo attraverso la puntura delle zanzare Aedes, principalmente Aedes aegypti e Aedes albopictus che possono trasmettere anche altri virus, quali dengue e zika virus. Entrambe le specie di zanzare sono attive nelle ore diurne, con possibili picchi di attività la mattina presto e nel tardo pomeriggio.

La zanzara può infettarsi pungendo una persona con CHIKV circolante nel sangue. Il virus si replica nell’artropode nell'arco di diversi giorni, raggiunge le ghiandole salivari e può essere così trasmesso, sempre attraverso puntura, ad un nuovo ospite umano. Nel nuovo soggetto il virus inizia a replicarsi, consentendo ad eventuali ulteriori zanzare di nutrirsi e continuare il ciclo di trasmissione.

Non c'è una trasmissione diretta da persona a persona.

Esistono rare documentazioni di trasmissione da madre a feto, soprattutto durante il secondo trimestre di gravidanza. In madri viremiche è stata inoltre documentata la trasmissione durante il parto. Non è stata dimostrata la presenza del virus nel latte della madre.

L’infezione può essere contratta attraverso trasfusioni di sangue e emocomponenti, cellule organi e tessuti. In Italia vengono applicate strette misure di sorveglianza che garantiscono la sicurezza di questi prodotti.

Sintomi e segni

Il nome chikungunya deriva da una parola nella lingua Kimakonde, che significa “ciò che contorce”, un’allusione alla postura contorta dei pazienti sofferenti per i dolori articolari (artralgie) .        

Nei soggetti sintomatici la chikungunya esordisce mediamente dopo 3-7 giorni (range 1-12 giorni) dalla puntura di una zanzara infetta e si presenta con insorgenza improvvisa di febbre spesso accompagnata da forti dolori articolari (artralgie).

Altri sintomi possono includere brividi, cefalea, gonfiore articolare, mialgia, nausea, affaticamento(astenia), fotofobia ed eruzioni cutanee petecchiali o maculopapulari. 

Questi sintomi sono presenti anche in altre infezioni, comprese quelle da virus dengue e zika. In assenza di dolore articolare significativo, i sintomi negli individui infetti sono generalmente lievi e l’infezione può non essere riconosciuta o mal diagnosticata.

Il dolore articolare è spesso debilitante e di solito regredisce dopo pochi giorni. In alcuni casi i dolori articolari possono persistere, durando settimane, mesi o addirittura anni. Il virus pertanto può causare una malattia acuta, subacuta o cronica


Complicanze

La chikungunya è generalmente una malattia a decorso benigno.

Le complicazioni sono rare e comprendono miocardite, epatite, disturbi oculari e neurologici.

Le categorie a maggior rischio di sviluppare forme gravi sono i pazienti nelle fasce di età estreme (i neonati esposti al parto, gli anziani di età superiore a 65 anni) e le persone con patologie preesistenti. Alcuni pazienti possono avere recidive di forme reumatiche.

La mortalità è rara; negli anziani la chikungunya può rappresentare una concausa di morte.

Le evidenze disponibili suggeriscono che una vota contratta l’infezione l’immunità contro altre infezioni da Chikungunya possa essere permanente.

 

Diagnosi

L’infezione da CHIV  può essere diagnosticata attraverso l’identificazione del virus presso laboratori di riferimento, attraverso tecniche di amplificazione dell'acido nucleico/genomico o isolamento virale e attraverso l’individuazione e il dosaggio degli anticorpi contro il virus.

 

Terapia

Non esiste un trattamento farmacologico antivirale specifico per le infezioni da CHIKV. La gestione clinica prevede il trattamento della febbre e del dolore articolare con analgesici non salicilati e terapia antinfiammatoria non steroidea, secondo strette indicazioni mediche, l'assunzione di molti liquidi e il riposo generale.

Le persone affette da febbre Chikungunya dovrebbero essere protette da punture degli insetti, mediante applicazione di repellenti sulla cute, uso di zanzariere e di insetticidi negli ambienti in cui soggiornano, per evitare che possano propagare l’infezione.


Le informazioni riportate hanno scopo esclusivamente informativo: non sostituiscono in alcun modo la consulenza e le indicazioni del medico di fiducia,  o dello specialista.


Prevenzione

Le zanzare e i siti dove si riproducono costituiscono un rischio significativo per l’infezione da virus chikungunya. La prevenzione e il controllo si basano sulla riduzione delle zanzare attraverso la riduzione delle fonti (rimozione e modifica dei siti dove si riproducono) e sulla riduzione del contatto fra le zanzare e le persone.

Adozione di misure individuali di protezione:

• utilizzando all’aperto, repellenti cutanei per uso topico registrati come Biocidi o come Presidi Medico Chirurgici, attenendosi alle norme indicate sui foglietti illustrativi, ponendo particolare attenzione al loro impiego su bambini, donne in gravidanza e in allattamento;

• indossando all’aperto indumenti di colore chiaro che coprano il corpo il più possibile (ad es. camicie a maniche lunghe, pantaloni o gonne lunghi e calze);

• utilizzando al chiuso impianto di condizionamento d’aria, e/o zanzariere ai letti, alle finestre e alle porte d’ingresso avendo cura di controllare che queste siano integre e ben chiuse;

• nel solo caso di presenza di zanzare in ambienti interni, vaporizzare spray a base di piretro o di altri insetticidi per uso domestico, oppure utilizzare diffusori di insetticida elettrici, areando bene i locali prima di soggiornarvi e seguendo le istruzioni dei produttori.

Il Controllo delle zanzare

Gli interventi di contrasto alle zanzare si fondano sul metodo della Gestione Vettoriale Integrata (GVI), che è un processo decisionale razionale per l'uso ottimale delle risorse per il controllo vettoriale.

Tale metodo prevede la ricerca e rimozione dei focolai di sviluppo delle larve, la bonifica ambientale, l’impiego di prodotti larvicidi nei focolai che non possono essere rimossi o bonificati e di prodotti adulticidi in situazioni emergenziali, secondo il principio di "non deterioramento" di un corpo idrico (Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE).

Per approfondire:

Una corretta gestione ambientale, incluso lo smaltimento dei rifiuti e l’eliminazione, svuotamento o copertura dei contenitori che possono riempirsi d’acqua per evitare l'accesso alle zanzare femmine che depongono uova, sono tra i metodi incoraggiati sia a livello pubblico che privato. 

In particolare si ricorda l’importanza di eliminare tutti i focolai ambientali che possono essere rimossi:

  • eliminare i contenitori inutili (barattoli, lattine, fiaschi, ecc.) anche di piccole dimensioni e pneumatici usati
  • mettere al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua piovana
  • evitare l'accumulo di acqua in contenitori esterni (ciotole degli animali da compagnia, vasi da fiori, bottiglie e altri contenitori che possono contenere l'acqua) per impedire che diventino terreno fertile per le zanzare, oppure svuotarli settimanalmente
  • coprire vasche, cisterne, bidoni, serbatoi per l’irrigazione di giardini, orti e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con zanzariere, teli o coperchi in modo che le zanzare non possano entrarci
  • riporre con l’apertura verso il basso annaffiatori, secchi per l’acqua e altri contenitori
  • mettere nelle fontane e vasche ornamentali pesci rossi o altri pesci che si nutrono di larve di zanzara, sempre nel rigoroso rispetto del benessere degli animali
  • non lasciare accumulare i rifiuti all’interno e all’esterno delle abitazioni ed eliminarli buttarli via in sacchetti di plastica chiusi conservati in bidoni della spazzatura coperti
  • mantenere puliti gli scarichi che possono causare ristagni d'acqua e le grondaie e verificare che sui teli che coprono cumuli di materiali e legna non ristagni l’acqua
  • trattare regolarmente con prodotti larvicidi, seguendo le istruzioni riportate in etichetta, tombini, caditoie ed altri ristagni d’acqua non eliminabili
  • segnalare alle amministrazioni pubbliche la presenza di zanzare utilizzando anche eventuali app

Sorveglianza donatori di sangue ed emocomponenti, e donatori di organi, cellule e tessuti

Il centro Centro Nazionale Sangue e il Centro Nazionale Trapianti, provvedono a declinare i provvedimenti da adottare per la prevenzione della trasmissione tramite le donazioni di sangue/emocomponenti e di organi, tessuti, ciascuno per i rispettivi ambiti di competenza.

Vaccinazione

Non sono attualmente disponibili vaccini per proteggere dall’infezione da virus chikungunya, sebbene alcuni candidati vaccini siano in fase di sviluppo.

 

Per approfondire



Data di pubblicazione: 21 luglio 2015 , ultimo aggiornamento 4 aprile 2024



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