Il parassita, l'Entamoeba histolytica, può provocare un'infezione con quadri clinici di severità variabile:
Molte infezioni sono quindi asintomatiche, ma possono rendersi evidenti in seguito a particolari circostanze, quali malattie intercorrenti o stati di immunodepressione.
A differenza delle altre specie del genere Entamoebal'agente infettivo dell'amebiasi è capace di penetrare nella parete del colon e generare patologia sia locale che extraintestinale (l'ascesso epatico è la manifestazione più frequente).
L'amebiasi è un'infezione ubiquitaria, potendo essere riscontrata a tutte le latitudini, ma è più comune nelle regioni tropicali e sub-tropicali, essendo favorita da situazioni di carenze igieniche e da climi caldo-umidi.
Non è diponibile alcun vaccino.
La malattia si trasmette per via oro-fecale:
L'uomo, malato o asintomatico, è l'unica sorgente di infezione. Il periodo di incubazione, che può variare da pochi giorni ad alcuni mesi o anni, è solitamente di 2-4 settimane. Il soggetto infettato è contagioso fintanto che continua l'escrezione delle cisti (anche alcuni anni). I "portatori sani cronici" sono comunque rari e le cisti da loro escrete sono solitamente prive di potere patogeno.
Lo spettro clinico varia da un’infezione asintomatica a un’infiammazione con diarrea e dissenteria a un quadro di colite fulminante con peritonite o di amebiasi extraintestinale.
L’amebiasi acuta può presentarsi con diarrea, con frequenti scariche e con feci sanguinolente.
L’amebiasi cronica si può presentare con sintomi gastrointestinali, più fatica, perdita di peso e febbre occasionale.
L’amebiasi extraintestinale si può verificare se il parassita si diffonde ad altri organi, più comunemente il fegato, dove causa un ascesso epatico, che si manifesta con febbre e dolore al quadrante superiore destro.
La conferma diagnostica si ottiene attraverso l'individuazione di cisti o trofozoiti di E. histolytica in campioni di feci, oppure mediante la dimostrazione di trofozoiti in biopsie tissutali o materiale prelevato dalle ulcere attraverso proctoscopia, un esame invasivo endoscopico del retto e dell'ultimo tratto del colon.
Anche i test sierologici, tramite ricerca di anticorpi specifici nel sangue, possono essere utili nella diagnosi dell'amebiasi.
Nell'assistenza a pazienti affetti da amebiasi devono essere adottate
I soggetti colpiti da amebiasi debbono essere allontanati dalle attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l'assistenza sanitaria e quella all'infanzia fino a completamento della chemioterapia appropriata e a dimostrazione di assenza di cisti dalle feci.
I conviventi e i contatti di un caso di amebiasi vanno sottoposti a sorveglianza per la ricerca di altri casi di infezione e della fonte di esposizione, con particolare riguardo a storie di viaggi in aree endemiche e alle abitudini personali ed alimentari, con allontanamento dalle attività che comportino la manipolazione o distribuzione di alimenti, l'assistenza sanitaria e quella all'infanzia in caso di positività dell'esame delle feci per presenza di cisti amebiche.
Il trattamento dell'amebiasi dipende dalla severità dell'infezione.
In genere, nei pazienti sintomatici la terapia d'elezione è rappresentata dall'antibiotico metronidazolo, assunto per bocca (5-10 giorni di terapia).
Gli antidiarroici, in genere, non sono raccomandati; piuttosto è importante la terapia reidratante idrosalina di supporto per compensare le perdite idriche ed elettrolitiche diarroiche.
Ai pazienti asintomatici che eliminano le cisti attraverso le feci viene in genere prescritto un ciclo di diloxanide furoato orale.
Per i casi di amebiasi extraintestinale e di ascessi amebici può essere indicata la terapia chirurgica.
Non è disponibile alcun vaccino.
Come per tutte le malattie a trasmissione fecale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche è fondamentale, a livello individuale, per la prevenzione dell'amebiasi. A livello collettivo la prevenzione delle malattie a trasmissione fecale-orale si realizza attraverso il corretto smaltimento e allontanamento dei rifiuti solidi e liquidi, la disponibilità di acqua per uso umano sicura e controllata, una buona igiene alimentare.
Per approfondire
Data di pubblicazione: 8 luglio 2015 , ultimo aggiornamento 7 maggio 2021