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Malattie infettive, la guida ISS per la prevenzione della Legionella negli impianti idrici di edifici non utilizzati durante la pandemia

donna che fa la doccia

A causa della pandemia COVID-19, si è avuta una sospensione o una drastica riduzione nella frequenza e nella gestione di molti edifici o parti di essi, come luoghi di lavoro, scuole, università, strutture per l'infanzia, istituti scolastici, alberghi, attività di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, mense), centri sportivi e commerciali, strutture turistico-recettive, ricreative ed espositive.

La chiusura degli edifici, il loro uso limitato o l’adeguamento/costruzione di nuovi per ospitare malati o contatti di casi in quarantena, se non gestita in modo adeguato, può aumentare il rischio di crescita della Legionella negli impianti idrici e nei dispositivi associati.

Secondo alcuni autori il 20% dei pazienti COVID-19 hanno presumibilmente contratto una co-infezione da Legionella pneumophila, avendo al momento un titolo di anticorpi specifici IgM anti-Legionella positivo.

Per fornire indicazioni ai responsabili degli impianti a rischio di trasmissione di Legionella su come controllarne la proliferazione, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato la Guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico recettive e altri edifici ad uso civile e industriale non utilizzati durante la pandemia COVID-19, per evitare:

  • il verificarsi di casi in ospiti e lavoratori di strutture turistico-recettive o di altri edifici alla riapertura degli impianti
  • l’aggravamento dello stato di salute di pazienti già infettati da Sars-Cov-2 che potrebbero essere collocati in complessi adattati a strutture ospedaliere o per la quarantena.

La Legionella è uno tra i patogeni più importanti trasmessi attraverso l’acqua, responsabile di una grave polmonite interstiziale denominata “malattia dei legionari”, generalmente nota come “legionellosi”, a notifica obbligatoria, e di una sindrome lieve simil-influenzale detta “Febbre di Pontiac”.

All’interno delle strutture turistico ricettive, la trasmissione della malattia all’uomo avviene attraverso inalazione di aerosol contaminato dal batterio, proveniente soprattutto da docce e rubinetti di impianti idrici, vasche idromassaggio, fontane decorative, ecc. non adeguatamente manutenuti, aventi condizioni di temperatura, presenza di biofilm e calcare, che favoriscono la sopravvivenza e la crescita del batterio.

La malattia dei legionari colpisce prevalentemente persone con età maggiore di 50 anni, fumatori, alcolisti e individui con patologie che determinano un indebolimento del sistema immunitario (in trattamento con farmaci corticosteroidei o immunosoppressori).

In Italia e in Europa, la letalità per la Malattia dei Legionari è circa del 10% nei casi acquisiti in comunità, mentre per i casi acquisiti in ospedale il tasso di mortalità può raggiungere anche il 50%.

Nel 2018, in Italia, sono stati notificati 518 casi di legionellosi associata ai viaggi (di cui 298 verificatisi in turisti italiani e 220 in turisti stranieri che hanno soggiornato in Italia); in aggiunta a questi si sono verificati cluster con 2 o più casi associati in 103 strutture recettive in cui, presumibilmente, i sistemi avevano alte criticità e non erano stati adeguatamente gestiti e manutenuti.

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Data di pubblicazione: 15 maggio 2020 , ultimo aggiornamento 15 maggio 2020


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