L’adozione di buone pratiche zootecniche e di igiene, di misure di biosicurezza e di programmi vaccinali, così come il rispetto dei requisiti di benessere animale, possono contribuire a massimizzare il numero di animali sani e a ridurre la necessità di prescrizione di antibiotici
La messa a punto di protocolli adeguati di prevenzione (biosicurezza, igiene, sorveglianza, eradicazione e controllo delle malattie, programmi vaccinali, nonché il rispetto delle condizioni di benessere) favorisce un approccio integrato alla gestione del fenomeno della resistenza agli antibiotici e permette di trovare un equilibrio appropriato tra la necessità di un loro impiego per promuovere la salute e il benessere dell’animale e il rischio di sviluppo della resistenza. Gli agenti terapeutici antibiotici devono rappresentare un complemento della buona gestione dell’allevamento e non un sostituito
Se la terapia antibiotica è necessaria si deve optare per antibiotici di “prima linea” e non quelli considerati di ultima istanza nella medicina umana
Poiché molti antibiotici possono essere usati sia in medicina umana sia in medicina veterinaria, per salvaguardare l’efficacia degli antibiotici, in particolare di quelli considerati “critici” per la medicina umana in quanto destinati alla cura di infezioni altrimenti incurabili, è consigliabile optare, per l’avvio di una terapia e in attesa di esami batteriologici, di antibiotici di “prima linea”, associati cioè a scarso sviluppo di resistenza antimicrobica e meno critici per l’impatto che hanno sulla salute pubblica umana e veterinaria, secondo dei protocolli definiti
Gli antibiotici considerati di importanza critica per l’uomo dovrebbero essere prescritti nella medicina veterinaria soltanto a seguito di esami colturali e test di sensibilità antimicrobica
Gli antibiotici considerati di importanza critica per l’uomo dall’OMS, dovrebbero essere utilizzati, nella medicina veterinaria, solo in base ai risultati dei test di sensibilità o solo in situazioni che hanno risposto negativamente o si pensa, sulla base di dati pregressi sulla sensibilità degli agenti causali in allevamento, possano non rispondere a terapia con altri antibiotici
Gli antibiotici avanzati da una precedente terapia prescritta dal medico-veterinario possono essere somministrati all'animale in caso di nuova malattia, con segni clinici simili, senza bisogno di rivolgersi al professionista sanitario
Anche negli animali molte malattie o infezioni possono manifestarsi con segni clinici simili pur essendo dovute a microrganismi diversi. Un antibiotico deve essere somministrato solo in seguito alla prescrizione del medico-veterinario, successiva a una visita dell’animale stesso
Gli antibiotici avanzati da una terapia umana possono essere somministrati a un animale
L’uso di medicinali autorizzati per uso umano nella medicina veterinaria è responsabilità esclusiva del medico veterinario, in ottemperanza a disposizioni di legge, secondo criteri ben definiti e a carattere di eccezionalità. L’utilizzo di medicinali umani in un animale, in assenza di prescrizione medico-veterinaria, rappresenta un uso improprio
La resistenza agli antibiotici è esclusivamente un problema dei medici veterinari
L’antibiotico-resistenza è un problema che riguarda tutti noi. Non avere più a disposizione antibiotici efficaci nel contrastare le infezioni batteriche è un fenomeno preoccupante e che ci potrebbe portare indietro nel tempo, quando le malattie infettive rappresentavano la causa di morte per migliaia di persone. I medici veterinari sono parte della soluzione. Garantendo un uso responsabile e prudente degli antibiotici, infatti, possono contribuire a preservarne l'efficacia, attraverso azioni coordinate con la sanità pubblica e l’ambiente
Il proprietario dell’animale, il medico-veterinario, e/o il farmacista, devono segnalare eventuali reazioni avverse a seguito della somministrazione dell’antibiotico, inclusa la mancanza di risposta dovuta alla resistenza antimicrobica
Tutti possono avere un ruolo importante nella lotta all'antimicrobico-resistenza. Segnalare prontamente la mancata o la ridotta efficacia di un prodotto antimicrobico consente di garantire l’efficacia delle terapie e limitare l’insorgenza di germi antibiotico-resistenti
Si può fare a meno degli antibiotici nella medicina veterinaria
Gli antibiotici, se utilizzati correttamente, costituiscono uno strumento utile, in medicina veterinaria così come in medicina umana. Essi, inoltre, aiutano gli allevatori a mantenere sani e produttivi i loro animali e a garantire il loro benessere e la sicurezza degli alimenti derivati, nel rispetto delle buone pratiche agricole. L’obiettivo non è il divieto dell’impiego di antibiotici in zootecnia, bensì l’adozione dell’approccio basato sul "buon uso" o "uso consapevole"
Gli antibiotici possono essere usati come un trattamento generale o a caso
Gli antibiotici devono essere prescritti e somministrati solo quando il medico veterinario ha diagnosticato una malattia di origine batterica nei cui confronti quello specifico antibiotico è efficace
In Europa gli antibiotici sono utilizzati per aumentare il ritmo di crescita degli animali da reddito (promotori della crescita)
L’utilizzo di antibiotici per influenzare il metabolismo degli animali da produzione di alimenti per l’uomo, aumentandone il ritmo di crescita ponderale, è vietato nell’Unione Europea, e quindi, in Italia, dal 2006 (reg. 1831/2000)